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    EUROPA: 115.000 MORTI ALL'ANNO PER ALCOL; IL COSTO SOCIALE? 125 MILIARDI DI EURO, PARI A 1,3% PIL; DIFFUSO OGGI "RAPPORTO ALCOL" COMMISSIONE EUROPEA

    Ogni anno le bevande alcoliche uccidono in Europa 115.000 persone e costano alla società 125 miliardi di euro, pari all’1,3% del PIL europeo.

    Un rapporto di 400 pagine, che analizza l’impatto sociale, sanitario ed economico dell’alcol in Europa, è stato presentato oggi a Bruxelles dalla Commissione Europea.

    Il rapporto è disponibile in lingua inglese al link EC:
    http://ec.europa.eu/health-eu/news_a...neurope_en.htm

    Nel rapporto vengono evidenziate le basi sulle quali la Commissione Europea fonderà la sua prima strategia sull’alcol, attesa per la fine di quest’anno.

    Dal rapporto diffuso oggi dalla Commissione Europea sul quale verrà impostata entro fine 2006 la prima strategia comunitaria sull'alcol, emerge chiaramente che l’Europa risulta il continente dove il consumo di bevande alcoliche è il più alto al mondo e che gli stili ed i livelli di consumo dei vari paesi che la costituiscono sono molto più vicini di quanto sia comunemente creduto.

    L’alcol è responsabile per il 7,4% di tutte le malattie e morti premature e rappresenta uno dei maggiori problemi sanitari in Europa: il suo consumo causa circa 60 differenti tipi di patologie e situazioni a rischio, compresi incidenti e ferite, problemi mentali e comportamentali, cancro, malattie cardiache e ictus.

    L’alcol è una causa importante di danni a persone terze, inclusi circa 60.000 bambini nati sottopeso, fino a 9 milioni di bambini che vivono in famiglie che sono sconvolte dall’alcol, 10.000 morti innocenti di alcol passivo sulle strade, e oltre 2.000 omicidi ogni anno.

    I costi sociali di questo flagello in Europa sono stimati a 125 miliardi di euro ogni anno, equivalenti a 650 euro ogni famiglia, limitandosi a considerare le malattie, gli incidenti, le ferite, i crimini e la perdita di produttività.

    Peter Anderson, co-autore del Rapporto, ha dichiarato che quello che rende l’intervento veramente urgente è che noi sappiamo cos’è che può funzionare nel ridurre questo pedaggio: quello di cui c’è bisogno è la volontà di fare finalmente qualcosa.

    Derek Rutherford, segretario di Eurocare, ha dichiarato che il consumo di alcol pone un fardello davvero pesante sui cittadini europei: se si trattasse di qualunque altra sostanza, ci sarebbero già pressioni parlamentari e ministeriali per entrare in azione; e pensare che sono i bambini quelli che pagano il prezzo più alto... Si parla tanto di fumo passivo e non si fa nulla sull’alcol passivo: certo che un’azione in questo campo richiede coraggio politico, perchè non si tratta solo di contrastare un piacere, per quanto sentito, ma di sfidare poderosi interessi economici; il prezzo delle bevande alcoliche è il fattore-chiave da aggredire, ma si potrebbe cominciare con il controllo della pubblicità e la proibizione delle sponsorizzazioni, che sono le strategie di marketing più insidiose dell’industria delle bevande alcoliche.

    Dall'Italia Ennio Palmesino, presidente dell'Associazione italiana dei club degli alcolisti in trattamento (AICAT), ha dichiarato alla nostra redazione che questo rapporto aiuterà a fare chiarezza in un paese, come il nostro, dove l’allarme sociale è al minimo, nonostante le morti e le invalidità causate dalle bevande alcoliche, e dove invece si continua ad esaltare la cultura del vino e delle altre bevande alcoliche come se fosse un comportamento adulto, responsabile e persino alla moda; contrariamente a quanto l’industria delle bevande alcoliche ha cercato di far credere finora, le sole campagne di educazione non bastano a ridurre il danno causato dal bere: il rapporto mostra che dobbiamo fare interventi molto più incisivi, se vogliamo veramente ridurre il pedaggio pesantissimo che oggi paghiamo a questa sostanza.

    Marco Mozzoni

    http://addiction.blogosfere.it/



    Alcol piu’ dannoso dell’ecstasy

    Per un esperto della commissione di consulenza sulle droghe del Governo, “L’alcol e’ piu’ pericoloso e mortale dell’ecstasy”.
    Il professor David Nutt, membro della commissione che ha raccomandato la declassificazione della cannabis e’ intervenuto sull’attuale sistema di classificazione delle droghe, chiedendo che piu’ ampiamente siano inclusi i pericoli dell’alcolismo.
    Per Nutt, solo dieci morti premature possono essere associate all’ecstasy, mentre sono minimo 22 mila quelle causate dal consumo eccessivo di alcol, e sottolinea come l’alcol non sia classificato come sostanza pericolosa, malgrado sia la causa di circa 10 mila aggressioni l’anno, mentre l’ecstasy non lo sia.
    Nel suo intervento sul giornale Psychopharmacology, ha scritto che il leader dei Tory, David Cameron ha ragione quando suggerisce che l’ecstasy, adesso in Fascia A dovrebbe essere in una categoria piu’ bassa, invece di esserci l’eroina o la cocaina.
    Lo scienziato, che presiede l’Advisory Council on the Misuse on Drugs (ACMD) ha scritto: “Perche’ l’ecstasy e’ illegale quando l’alcol, molto piu’ pericoloso, no? Perche’ il possesso di questa droga puo’ condurre a scontare sette anni di detenzione, mentre per l’alcol c’e’ una promozione attiva al consumo? Forse David Cameron non ha fatto abbastanza”.
    La posizione del professore ha fatto infuriare alcune associazioni, per le quali e’ sbagliato paragonare le due sostanze. “L’ecstasy uccide casualmente, e comporta molti e disparati danni”, ha dichiarato David Raynes, della National Drugs Prevention Alliance. “Anche se l’alcol e’ dannoso, poche persone muoiono solo per questo, mentre con l’ecstasy si muore. Se il Governo dovesse declassificarla, manderebbe il messaggio che sia meno dannosa di quanto lo fosse prima”.


    Usa. Iowa. Le metamfetamine meno pericolose dell’alcol

    I bambini nati dopo che durante la gravidanza sono stati esposti all’alcol subiscono danni al cervello, ma quelli esposti alle metamfetamine o alla cocaina lasciano l’ospedale senza danni permanenti.
    La dottoressa Rizwan Shah, pediatra del Blank Children’s Hospital di Des Moines in Iowa, ha dichiarato che si presentano nel suo ospedale anche sei bambini al giorno “intossicati indirettamente alle metamfetamine”.
    Il consumo delle metamfetamine durante la gravidanza produce i medesimi effetti sulla donna e sul bambino. “Il cervello deve svilupparsi correttamente, senza essere soggetto a stress. I bambini con madri che hanno consumato la sostanza in gravidanza subiscono delle limitazioni allo sviluppo, all’appetito e al sonno, ma queste limitazioni non sono permanenti. L’alcol e’ la sola sostanza che puo’ determinare un ritardo mentale nei bambini, ma non tutto e’ perduto. Perche’ la maggior parte dello sviluppo del cervello avviene prima della nascita, ma molto accade anche dopo”, ha dichiarato la dottoressa.


    COSTI SOCIALI ALCOLISMO GIOVANILE SUPERIORI A QUELLI DIPENDENZA SOSTANZE


    Un nuovo studio del Pacific Institute on Research and Education (PIRE) pubblicato sul Journal of Studies on Alcohol fa il punto sui costi sociali della diffusione dell'alcol fra le giovani generazioni e scopre che sono superiori di gran lunga a quelli per problemi da dipendenza da sostanze. L'alcolismo giovanile infatti costa ai soli Stati Uniti 62 miliardi di dollari l'anno e miete più di 3.200 morti, oltre a causare 2.600 milioni di eventi dannosi. In pratica - sottolineano al PIRE - l'alcolismo giovanile risulta il problema principale del paese, anche perchè fa quattro volte tanto i morti di tutte le sostanze messe insieme, ma il governo federale spende 25 volte di più nella prevenzione della dipendenza da sostanze che nella prevenzione dell'alcolismo. I ricercatori hanno stimato che ogni bicchiere bevuto dai giovani americani costa alla nazione 3 dollari. Il fatturato generato dalle vendite di alcol ai giovani si aggira intorno ai 18 miliardi di dollari l'anno.

    Usa. L'alcool, e non la marijuana, e' associata al rischio di gravi infortuni

    Il consumo di cannabis non crea maggior rischio di ospedalizzazione, secondo uno studio pubblicato sulla rivista di marzo/aprile Missouri Medicine. I ricercatori dell'universita' del Missouri hanno studiato il rapporto fra il consumo di cannabis e il rischio di infortuni negli adulti fra i 18 ed i 60 anni. Sono stati intervistati oltre 2000 adulti sottoposti ad interventi di pronto soccorso.
    "Per coloro che hanno dichiarato di aver fumato marijuana nei sette giorni precedenti (all'infortunio) e' significativamente piu' basso il rischio di infortuni", hanno detto gli studiosi. Al contrario, il consumo di altre droghe illegali e/o di sostanze alcoliche (nelle sei ore precedenti) e' associato con un rischio molto maggiore di infortunio.
    Anche un'altra ricerca pubblicata lo scorso anno su Trauma Injury, Infection, and Critical Care aveva sostenuto che la cannabis non e' associabile con infortuni che richiedono il ricovero. Secondo quello studio della State University of New York, "il consumo di alcool e cocaina e' indipendentemente associato con infortuni legati alla violenza, mentre il consumo di oppiacei e' indipendentemente associato con infortuni non violenti e bruciature ... Il consumo della cannabis non e' statisticamente significante per quanto riguarda il tipo di infortunio, la sua dinamica, o la sua gravita'".

    "Bisogna essere sempre ubriachi.
    Tutto qui: è l'unico problema.
    Per non sentire l'orribile fardello del tempo
    che vi spezza la schiena e vi piega a terra,
    dovete ubriacarvi senza tregua.
    Ma di che cosa?
    Di vino, di poesia, di virtù, come vi pare.
    Ma ubriacatevi ."

    (C. Baudelaire)
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