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Dopo avere sospeso gli ecoincentivi alla rottamazione (che erano scaduti il 31 dicembre scorso), con un colpo di teatro il governo li ha rinnovati a partire dal 13 gennaio. Gli sconti dureranno fino al 31 marzo secondo le precedenti modalità sia per chi acquista un’auto nuova oppure una vettura di seconda mano. Non possono, dunque, beneficiare dei finanziamenti gli automobilisti che, dal primo al 12 gennaio, hanno dato in permuta al concessionario una vecchia auto da rottamare per comperarne una catalizzata. Ma l’Unrae, l’associazione che raggruppa le Case di auto e motoveicoli esteri, ha già invitato il governo a rimediare a questa “ingiustizia” in sede di riconversione del decreto legge.
A che cosa è dovuto l’improvviso ripensamento? A sostenere, certamente il mercato dell’auto nel suo complesso, ma potrebbe giovare alla Fiat più di quanto non sia accaduto nel 2002.
l’azienda torinese, infatti, dovrebbe essere in grado di sfruttare al meglio questo colpo di volano che promette di assicurarle un mercato in buona tenuta per i tre mesi che serviranno a chiudere la partita della crisi o, comunque, avviarla verso una conclusione positiva.
Ma la molla che ha mosso il governo a rinnovare gli ecoincentivi per altri tre mesi, è stata anche economica. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha infatti dato ragione alle cifre che gli avevano portato le Case automobilistiche: grazie a un maggiore introito dell’Iva, i finanziamenti statali alla rottamazioni diventano un affare per le casse pubbliche. Ma il governo ha voluto andare con i piedi di piombo: solo tre mesi di sconti in attesa di capire se già da aprile-maggio comincerà l’annunciata ripresa economica. In caso contrario, gli ecoincentivi potrebbero essere prorogati fino al prossimo giugno.
Le case sono naturalmente soddisfatte del rinnovo. Però (vedi riquadro a destra) non nascondono i dubbi sulla validità, dal punto di vista delle vendite, di un provvedimento di così breve durata. Ma c’è un altro aspetto non trascurabile: tre mesi sono pochi per togliere dalle strade ancora qualche migliaio di vecchie auto. Che, inquinando, costringono molti automobilisti ad andare a piedi all’esasperante gioco delle targhe «pari o dispari»
A che cosa è dovuto l’improvviso ripensamento? A sostenere, certamente il mercato dell’auto nel suo complesso, ma potrebbe giovare alla Fiat più di quanto non sia accaduto nel 2002.
l’azienda torinese, infatti, dovrebbe essere in grado di sfruttare al meglio questo colpo di volano che promette di assicurarle un mercato in buona tenuta per i tre mesi che serviranno a chiudere la partita della crisi o, comunque, avviarla verso una conclusione positiva.
Ma la molla che ha mosso il governo a rinnovare gli ecoincentivi per altri tre mesi, è stata anche economica. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha infatti dato ragione alle cifre che gli avevano portato le Case automobilistiche: grazie a un maggiore introito dell’Iva, i finanziamenti statali alla rottamazioni diventano un affare per le casse pubbliche. Ma il governo ha voluto andare con i piedi di piombo: solo tre mesi di sconti in attesa di capire se già da aprile-maggio comincerà l’annunciata ripresa economica. In caso contrario, gli ecoincentivi potrebbero essere prorogati fino al prossimo giugno.
Le case sono naturalmente soddisfatte del rinnovo. Però (vedi riquadro a destra) non nascondono i dubbi sulla validità, dal punto di vista delle vendite, di un provvedimento di così breve durata. Ma c’è un altro aspetto non trascurabile: tre mesi sono pochi per togliere dalle strade ancora qualche migliaio di vecchie auto. Che, inquinando, costringono molti automobilisti ad andare a piedi all’esasperante gioco delle targhe «pari o dispari»
