Incredibile!
Ecco l'incredibile storia della John Dodd, spinta dallo stesso
Rolls Royce Merlin 12 V di 27 mila cc del famoso aereo inglese
Quando allo Spitfire spuntarono le ruote
I Cv erano ridotti da 1470 a 700, ma 2000 giri era già 300 Km/h
di VINCENZO BORGOMEO
Tutto nacque da un'idea: montare il motore del più famoso aereo da guerra inglese, il mitico Spitfire, su una macchina, per realizzare la più incredibile ed esclusiva GT della storia. Facile a dirsi: lo Spitfire aveva un Rolls Royce Merlin 12 cilindri di 27.000 cc... Eppure è proprio questo che riuscì a fare il miliardario inglese John Dodd.
La storia di questa pazzesca macchina inizia proprio intorno al 12V che fortunosamente il miliardario inglese di Epson ritrovò da un venditore di residuati bellici. Nel 1972 il progetto iniziò a muovere i primi passi con non poco clamore perché un'auto col motore del famoso caccia che aveva fatto il bello e il cattivo tempo nella battaglia d'Inghilterra faceva notizia da sé.
Il miliardario inglese fece revisionare il 12 cilindri Rolls, fece progettare da un suo amico un robusto telaio e poi dalla Fiber Glass Repairs si fece realizzare una carrozzeria ad hoc. La macchina non era proprio il massimo del design: larga quasi due metri, alta appena 1,2 e lunga 5, la John Dodd V12 era una specie di sogliola a quattro ruote, un po' troppo squadrata e con un muso infinito, che terminava con un improbabile tempio greco della Rolls Royce. La citazione, per quanto strana, era però corretta: il motore era effettivamente Rolls, anche se non proprio di produzione automobilistica...
Verniciata di un colore beige, con raffinatissimi interni in pelle bianca e legno, e una gigantesca consolle centrale, il vero problema della John Dodd era però inverso a quello delle altre GT che cercavano in tutti i modi di aumentare la potenza: qui occorreva necessariamente diminuirla. E in tutti i modi: il possente 12 cilindri a V di 27.000 cc aveva originariamente la mostruosa potenza di 1.470 cavalli. Troppi per qualsiasi tipo di gomma o sistema di trasmissione al mondo. Così dopo vari tentativi (i problemi più grandi derivavano anche dal fracasso che faceva il motore dello Spitfire) si riuscì a limitare la potenza ad "appena" 700 cavalli, tirati fuori a un regime di rotazione bassissimo: circa 2500 giri... Il che abbinato a una trasmissione automatica GM garantiva prestazioni impossibili per qualsiasi Ferrari o Aston Martin dell'epoca.
Quanto riuscisse a fare di velocità massima la John Dodd rimane un mistero. Lo stesso proprietario dichiarò di essere stato costretto ad alzare il piede dal pedale del gas a 200 miglia orarie, che tradotte in Km fanno oltre 320 orari... D'altra parte non c'è bisogno di essere grandi esperti di meccanica per capire che questa macchina avrebbe potuto ammazzare il suo pilota in un batter d'occhio. Cosa che però non avvenne: John Dodd, oltre ad avere molti soldi, evidentemente era anche un bel "manico" al volante...
(18 giugno 2004)
CHE MOSTRO!
LuVi
Ecco l'incredibile storia della John Dodd, spinta dallo stesso
Rolls Royce Merlin 12 V di 27 mila cc del famoso aereo inglese
Quando allo Spitfire spuntarono le ruote
I Cv erano ridotti da 1470 a 700, ma 2000 giri era già 300 Km/h
di VINCENZO BORGOMEO
Tutto nacque da un'idea: montare il motore del più famoso aereo da guerra inglese, il mitico Spitfire, su una macchina, per realizzare la più incredibile ed esclusiva GT della storia. Facile a dirsi: lo Spitfire aveva un Rolls Royce Merlin 12 cilindri di 27.000 cc... Eppure è proprio questo che riuscì a fare il miliardario inglese John Dodd.
La storia di questa pazzesca macchina inizia proprio intorno al 12V che fortunosamente il miliardario inglese di Epson ritrovò da un venditore di residuati bellici. Nel 1972 il progetto iniziò a muovere i primi passi con non poco clamore perché un'auto col motore del famoso caccia che aveva fatto il bello e il cattivo tempo nella battaglia d'Inghilterra faceva notizia da sé.
Il miliardario inglese fece revisionare il 12 cilindri Rolls, fece progettare da un suo amico un robusto telaio e poi dalla Fiber Glass Repairs si fece realizzare una carrozzeria ad hoc. La macchina non era proprio il massimo del design: larga quasi due metri, alta appena 1,2 e lunga 5, la John Dodd V12 era una specie di sogliola a quattro ruote, un po' troppo squadrata e con un muso infinito, che terminava con un improbabile tempio greco della Rolls Royce. La citazione, per quanto strana, era però corretta: il motore era effettivamente Rolls, anche se non proprio di produzione automobilistica...
Verniciata di un colore beige, con raffinatissimi interni in pelle bianca e legno, e una gigantesca consolle centrale, il vero problema della John Dodd era però inverso a quello delle altre GT che cercavano in tutti i modi di aumentare la potenza: qui occorreva necessariamente diminuirla. E in tutti i modi: il possente 12 cilindri a V di 27.000 cc aveva originariamente la mostruosa potenza di 1.470 cavalli. Troppi per qualsiasi tipo di gomma o sistema di trasmissione al mondo. Così dopo vari tentativi (i problemi più grandi derivavano anche dal fracasso che faceva il motore dello Spitfire) si riuscì a limitare la potenza ad "appena" 700 cavalli, tirati fuori a un regime di rotazione bassissimo: circa 2500 giri... Il che abbinato a una trasmissione automatica GM garantiva prestazioni impossibili per qualsiasi Ferrari o Aston Martin dell'epoca.
Quanto riuscisse a fare di velocità massima la John Dodd rimane un mistero. Lo stesso proprietario dichiarò di essere stato costretto ad alzare il piede dal pedale del gas a 200 miglia orarie, che tradotte in Km fanno oltre 320 orari... D'altra parte non c'è bisogno di essere grandi esperti di meccanica per capire che questa macchina avrebbe potuto ammazzare il suo pilota in un batter d'occhio. Cosa che però non avvenne: John Dodd, oltre ad avere molti soldi, evidentemente era anche un bel "manico" al volante...
(18 giugno 2004)
CHE MOSTRO!
LuVi
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