Kawasaki Ninja Trophy
Con i suoi 80 iscritti, il neonato Kawasaki Ninja Trophy, dedicato alle verdissime ZX-6RR è uno dei campionati monomarca più frequentati d’Italia. Ci siamo buttati nella mischia per viverlo "da dentro" ecco il resoconto di un week end di passione e gran caldo….
Stefano Cordara
Mercoledì, 11 Giugno 2003
Stavolta me la tiro. Sì, perché quando uno arriva il venerdì senza aver mai visto la moto, si butta in un trofeo monomarca, parte ventitreesimo (su 80 iscritti) e arriva decimo credo abbia diritto ai suoi 45 secondi di gloria. Non di più, perché altrimenti mi monto la testa, ma per questi 45 secondi fatemi fare il "ganassa", lo "sborone" quello che volete. Insomma avete capito che la seconda tappa del mio viaggio tra i trofei monomarca 2003 mi ha lasciato in bocca un sapore dolcissimo. Va bene, sono solo arrivato decimo in un monomarca, mica primo al Mugello davanti a Rossi, Biaggi e Caporossi. Ma tant’è, l’euforia che avevo addosso appena tagliato il traguardo era tale e tanta che per me era come aver vinto il campionato. E, vi assicuro, non è stato facile; il livello del Ninja Trophy è piuttosto alto.
SI CORRE IN 80 Il trofeo dedicato alle ZX-6RR è una novità di quest’anno:
Kawasaki e Rossocorsa (la società che organizza il trofeo, gestita da Giuseppe Amato) hanno creduto che nel panorama dei Challenge italiani ci fosse spazio anche per loro. Avevano ragione: gli 80 iscritti al trofeo (attualmente il più frequentato d’Italia) stanno lì a dimostrare che in Italia c’è tanta voglia di correre. Ovvio, come in tutti i monomarca si trova di tutto: dall’appassionato novizio di corse al team superorganizzato, ma quando gli iscritti sono così tanti, arrivare a disputare la finale A è già un buon risultato. Basta guardare la griglia di partenza della gara di Magione.
MEZZO SECONDO Una differenza di mezzo secondo (quant’è, un battito di ciglia?) può significare passare dalla terza alla settima fila… mica male. Con queste premesse, e con una telefonata poco incoraggiante del mio amico Max Temporali che consulto sempre prima di ogni gara (lui sentenziava: è già tanto se arrivi in finale A) mi sono avvicinato a Magione. Per l’occasione l’autodromo è stato preso d’assalto da un caldo terrificante, ma niente paura, anche in questo caso la pioggia ha voluto dare il suo apporto.
ARRIVA L’ACQUA Cosa c’è di meglio di un bel fortunale? Una, due, tre gocce,
poi secchi d’acqua allagano la pista e fanno saltare il secondo turno di prove libere che avevo prenotato. Prove libere che nel Ninja Trophy sono a carico del pilota, ed è questo uno dei punti dove un organizzazione ancora in rodaggio (in fondo è pur sempre al primo anno) sta lavorando, offrire a chi corre un pacchetto all-inclusive, oltre che una maggiore reperibilità di ricambi sul campo. Perché la moto è nuova per tutti e nessuno ancora sa cosa può servire di più nei week end di gara, s’impara con il tempo.
AVANTRENO CHE CONQUISTA Bella moto la Ninja 600, sarà che io sono un estimatore degli avantreni Kawasaki, il feeling con la ZX-6RR è stato immediato. Con quella ruota anteriore lì ci puoi fare quello che vuoi: entri in curva impiccato, con i freni in mano, osi l'impossibile, ma la moto riesci sempre a inserirla, anche quando ti sembra di non starci più. Invece ci stai sempre, merito anche della Supercorsa (in mescola SC1) che si spalma sull’asfalto. Le Pirelli, avrete capito,
sono le gomme ufficiali del trofeo. Grande avantreno, davvero, che al solito comportamento granitico, sulle nuove Ninja ha aggiunto anche una velocità di discesa in piega grandiosa. Piuttosto, il problema è dietro. La ZX-6RR è estremamente caricata sull’avantreno, punta molto l’asfalto e in staccata solleva spesso e volentieri il retrotreno.
DIETRO SPAZZOLA La frizione antisaltellamento ci mette tanto del suo (e
concede ingressi in curva in "spazzolata" molto spettacolari) ma la ruota posteriore (almeno la mia) tende a saltellare anche quando stacco senza scalare (quindi senza chiamare in causa la frizione) "sporcando" l’ingresso in curva. Tutto questo, nonostante gli steli forcella non siano stati sfilati affatto. È il problema che cerchiamo di sistemare, prima che arrivino le prove ufficiali.
IL DILEMMA DEI RAPPORTI Così come cerchiamo di venire a capo del dilemma dei rapporti. Magione è un circuito particolare per il cambio: ci sono dei tratti molto lenti e tortuosi e un rettilineo piuttosto lungo dove si tirano le marce fino alla sesta. Non potendo pasticciare con gli ingranaggi del cambio, tutto si gioca con i
rapporti finali. Che devono essere lunghi abbastanza per raggiungere velocità adeguate ma che devono farti uscire veloce dalle curve nei due tratti misti, possibilmente aiutando il pilota ad utilizzare il minor numero di cambiate possibile. Con un mille sotto il sedere è tutto più semplice: dove non arriva la rapportatura arriva il motore con la coppia e i cavalli in abbondanza, ma con una seicento come la Ninja un rapporto sbagliato può fare secondi (non decimi) di differenza. Soprattutto perché le nuove seicento non hanno dei gran bassi: vanno fortissimo, ma danno tutto dai 10.000 ai 15.500 giri.
IL KIT LA MIGLIORA Devo dire però che mi aspettavo di peggio dalla Ninja, l’avevo provata (di serie) in Malesia e mi pareva tanto vuota in basso, ma evidentemente le modifiche ammesse per il trofeo (filtro aria, scarico e centralina Power Commander) riescono a tirare fuori qualcosina in più dal quatto cilindri di Akashi (chi ha l’ha messa al banco parla di 3 cavalli in più, da 101 a 104 alla ruota), senza contare la rapportatura più corta che aiuta non poco. Certo occorre comunque attendere i 9.000 per avere la spinta giusta, ma anche sotto la Kawa kittata tutto sommato non mi delude.
Con i suoi 80 iscritti, il neonato Kawasaki Ninja Trophy, dedicato alle verdissime ZX-6RR è uno dei campionati monomarca più frequentati d’Italia. Ci siamo buttati nella mischia per viverlo "da dentro" ecco il resoconto di un week end di passione e gran caldo….
Stefano Cordara
Mercoledì, 11 Giugno 2003
Stavolta me la tiro. Sì, perché quando uno arriva il venerdì senza aver mai visto la moto, si butta in un trofeo monomarca, parte ventitreesimo (su 80 iscritti) e arriva decimo credo abbia diritto ai suoi 45 secondi di gloria. Non di più, perché altrimenti mi monto la testa, ma per questi 45 secondi fatemi fare il "ganassa", lo "sborone" quello che volete. Insomma avete capito che la seconda tappa del mio viaggio tra i trofei monomarca 2003 mi ha lasciato in bocca un sapore dolcissimo. Va bene, sono solo arrivato decimo in un monomarca, mica primo al Mugello davanti a Rossi, Biaggi e Caporossi. Ma tant’è, l’euforia che avevo addosso appena tagliato il traguardo era tale e tanta che per me era come aver vinto il campionato. E, vi assicuro, non è stato facile; il livello del Ninja Trophy è piuttosto alto.
SI CORRE IN 80 Il trofeo dedicato alle ZX-6RR è una novità di quest’anno:
Kawasaki e Rossocorsa (la società che organizza il trofeo, gestita da Giuseppe Amato) hanno creduto che nel panorama dei Challenge italiani ci fosse spazio anche per loro. Avevano ragione: gli 80 iscritti al trofeo (attualmente il più frequentato d’Italia) stanno lì a dimostrare che in Italia c’è tanta voglia di correre. Ovvio, come in tutti i monomarca si trova di tutto: dall’appassionato novizio di corse al team superorganizzato, ma quando gli iscritti sono così tanti, arrivare a disputare la finale A è già un buon risultato. Basta guardare la griglia di partenza della gara di Magione.
MEZZO SECONDO Una differenza di mezzo secondo (quant’è, un battito di ciglia?) può significare passare dalla terza alla settima fila… mica male. Con queste premesse, e con una telefonata poco incoraggiante del mio amico Max Temporali che consulto sempre prima di ogni gara (lui sentenziava: è già tanto se arrivi in finale A) mi sono avvicinato a Magione. Per l’occasione l’autodromo è stato preso d’assalto da un caldo terrificante, ma niente paura, anche in questo caso la pioggia ha voluto dare il suo apporto.
ARRIVA L’ACQUA Cosa c’è di meglio di un bel fortunale? Una, due, tre gocce,
poi secchi d’acqua allagano la pista e fanno saltare il secondo turno di prove libere che avevo prenotato. Prove libere che nel Ninja Trophy sono a carico del pilota, ed è questo uno dei punti dove un organizzazione ancora in rodaggio (in fondo è pur sempre al primo anno) sta lavorando, offrire a chi corre un pacchetto all-inclusive, oltre che una maggiore reperibilità di ricambi sul campo. Perché la moto è nuova per tutti e nessuno ancora sa cosa può servire di più nei week end di gara, s’impara con il tempo.
AVANTRENO CHE CONQUISTA Bella moto la Ninja 600, sarà che io sono un estimatore degli avantreni Kawasaki, il feeling con la ZX-6RR è stato immediato. Con quella ruota anteriore lì ci puoi fare quello che vuoi: entri in curva impiccato, con i freni in mano, osi l'impossibile, ma la moto riesci sempre a inserirla, anche quando ti sembra di non starci più. Invece ci stai sempre, merito anche della Supercorsa (in mescola SC1) che si spalma sull’asfalto. Le Pirelli, avrete capito,
sono le gomme ufficiali del trofeo. Grande avantreno, davvero, che al solito comportamento granitico, sulle nuove Ninja ha aggiunto anche una velocità di discesa in piega grandiosa. Piuttosto, il problema è dietro. La ZX-6RR è estremamente caricata sull’avantreno, punta molto l’asfalto e in staccata solleva spesso e volentieri il retrotreno.
DIETRO SPAZZOLA La frizione antisaltellamento ci mette tanto del suo (e
concede ingressi in curva in "spazzolata" molto spettacolari) ma la ruota posteriore (almeno la mia) tende a saltellare anche quando stacco senza scalare (quindi senza chiamare in causa la frizione) "sporcando" l’ingresso in curva. Tutto questo, nonostante gli steli forcella non siano stati sfilati affatto. È il problema che cerchiamo di sistemare, prima che arrivino le prove ufficiali.
IL DILEMMA DEI RAPPORTI Così come cerchiamo di venire a capo del dilemma dei rapporti. Magione è un circuito particolare per il cambio: ci sono dei tratti molto lenti e tortuosi e un rettilineo piuttosto lungo dove si tirano le marce fino alla sesta. Non potendo pasticciare con gli ingranaggi del cambio, tutto si gioca con i
rapporti finali. Che devono essere lunghi abbastanza per raggiungere velocità adeguate ma che devono farti uscire veloce dalle curve nei due tratti misti, possibilmente aiutando il pilota ad utilizzare il minor numero di cambiate possibile. Con un mille sotto il sedere è tutto più semplice: dove non arriva la rapportatura arriva il motore con la coppia e i cavalli in abbondanza, ma con una seicento come la Ninja un rapporto sbagliato può fare secondi (non decimi) di differenza. Soprattutto perché le nuove seicento non hanno dei gran bassi: vanno fortissimo, ma danno tutto dai 10.000 ai 15.500 giri.
IL KIT LA MIGLIORA Devo dire però che mi aspettavo di peggio dalla Ninja, l’avevo provata (di serie) in Malesia e mi pareva tanto vuota in basso, ma evidentemente le modifiche ammesse per il trofeo (filtro aria, scarico e centralina Power Commander) riescono a tirare fuori qualcosina in più dal quatto cilindri di Akashi (chi ha l’ha messa al banco parla di 3 cavalli in più, da 101 a 104 alla ruota), senza contare la rapportatura più corta che aiuta non poco. Certo occorre comunque attendere i 9.000 per avere la spinta giusta, ma anche sotto la Kawa kittata tutto sommato non mi delude.
Commenta