Re: profumo di f.....
io non so che femmine frequentiate,ma se la patatine odora di pesce andato a male.vuol dire che quella ragazza ha delle infezioni vaginali.
La gardnerella vaginalis
E' un bacillo che provoca una vaginosi, cioe' un disturbo
di tipo infiammatorio e infettivo, ma con sintomi meno
intensi rispetto alle vaginiti classiche. Se trascurata
anche la vaginosi puo' rendere i rapporti sessuali dolorosi
e provocare difficolta' per il concepimento.
LE CAUSE
Non e' certo che la vaginosi da Gardnerella vaginalis sia
un'infezione a trasmissione sessuale, ma vi sono almeno due
fattori che depongono a favore di questo tipo di contagio.
Questa infezione e' molto piu' frequente nelle donne che
hanno un'attivita' sessuale piu' ricca e intensa rispetto a
quelle meno attive. Inoltre, la Gardnerella vaginalis viene
isolata anche nei maschi che sono partner di donne infette.
I SINTOMI
Le vaginosi provocate dalla Gardnerella danno lievi perdite
bianco-grigiastre, talvolta con piccole bolle di aria, che
aderiscono alle pareti della vagina.
Queste secrezioni sono caratterizzate da un nauseabondo
odore di pesce. A volte le vaginosi possono dare anche
bruciori e pruriti non sempre intensi.
COME SI DIAGNOSTICA
E' un'infezione semplice da diagnosticare proprio per il
nauseabondo odore di pesce che caratterizza le secrezioni
vaginali infette. Lo sniff-test consiste proprio
nell'annusare un po' di secrezione.
Se ci sono ancora dubbi circa l'origine dell'infezione si
puo' procedere con altri due esami specifici: il fish odour
test e l'esame microbiologico.
La Gardnerella vaginalis vive dentro la cellula e, per
essere certi della sua presenza, bisogna farla uscire allo
scoperto.
Nel caso del fish odour test, il ginecologo mette
sul vetrino un po' di secrezione insieme all'idrossido di
potassio. Questa soluzione chimica ha la capacita' di far
rompere la cellula, liberando la Gardnerella ed esaltando
il suo odore sgradevole.
L'esame microbiologico viene effettuato su vetrino mediante
la clue-cell, ossia la cellula chiave che, nel caso
dell'infezione da Gardnerella, si presenta piena di granuli
scuri.
COME SI CURA
Contro questo batterio si usa il metronidazolo per bocca o
sottoforma di gel per una decina di giorni, oppure la
clindamicina in pomata o per bocca.
LA PREVENZIONE
L'infezione da Gardnerella vaginalis, con ogni
probabilita', e' associata all'attivita' sessuale, l'uso del
preservativo rappresenta il miglior strumento di
prevenzione.
La vaginosi batterica
La vaginosi batterica è una delle più frequenti forme di infezione vaginale. Mediamente ne è affetto il 5-15% di tutte le donne in età fertile, anche in gravidanza, ma secondo alcuni Autori l’incidenza è notevolmente più elevata.
Sintomi
In circa la metà delle donne, la vaginosi batterica decorre asintomatica, nella rimanente metà l’infezione si manifesta generalmente con:
perdite vaginali bianche o grigio pallido, cremose o schiumose, caratterizzate da
odore sgradevole, di pesce marcio (molto penetrante dopo un rapporto sessuale), causato dalla presenza delle amine batteriche di cui parlavamo sopra.
In questa forma di infezione vaginale si evita il suffisso –ite perché solitamente mancano i classici sintomi dell’infezione, cioè arrossamento, bruciore e prurito. Talvolta può manifestarsi dolore durante i rapporti sessuali.
Diagnosi
Il medico può diagnosticare abbastanza facilmente la vaginosi batterica, per la presenza della caratteristica secrezione bianco-grigiasta, e per il tipico odore di pesce marcio. Si può anche eseguire un test (Sniff-test) nel quale l’odore viene evidenziato aggiungendo alla secrezione posta su un vetrino una goccia di idrossido di potassio.
Se ci sono ancora dubbi circa l'origine dell'infezione si può procedere con un altro esame, più specifico: il fish odour test o test delle amine, che valuta l’eventuale liberazione del caratteristico odore di pesce dal tampone prelevato. La misurazione del pH vaginale, normalmente effettuata tramite cartine pH-metriche, evidenzia valori alterati, maggiori di 4,5.
La vaginosi può essere diagnosticata anche attraverso l’esame al microscopio evidenziando le classiche “clue cells” ovvero cellule contornate da batteri, e con l’esame colturale del secreto vaginale. Anche il pap-test può mettere in evidenzia l’infezione.
Possibili conseguenze e complicanze
La vaginosi batterica, per quanto non causi sintomi fastidiosi di prurito e bruciore come altre infezioni, può dare ripercussioni molto negative sulla qualità di vita della donna, per il disagio provocato dalla presenza di cattivo odore. Questo sintomo ovviamente può influire in modo molto negativo anche sulla vita sessuale.
In gravidanza, inoltre, la vaginosi batterica, quando non curata correttamente, aumenta il rischio di parto prematuro, perché l’infezione può trasmettersi alla membrana amniotica, determinando una sua precoce rottura. Durante la gestazione è quindi particolarmente importante seguire interamente il trattamento prescritto dal medico, per l’intero periodo di terapia, anche nel caso in cui i sintomi siano spariti.
Negli ultimi anni, inoltre, è stata documentata in alcune donne un rischio di malattia infiammatoria pelvica (PID), correlato alla vaginosi da Gardnerella, quando quest’ultima non viene trattata in modo tempestivo e corretto. La PID è una grave malattia che può causare danni permanenti.
Terapia
La terapia della vaginosi batterica può essere attuata attraverso due tipi di farmaci, che possono essere usati singolarmente o in combinazione: antibiotici e cosiddetti riequilibratori dell’ecosistema vaginale.
Gli antibiotici che si utilizzano con maggior successo sono la clindamicina per via locale e il metronidazolo per via locale o generale. Questi farmaci hanno il vantaggio di determinare una pronta risposta, ma non agendo sulla mancanza di lattobacilli, anzi riducendo ulteriormente la loro proliferazione, molto spesso non evitano la comparsa di recidive della vaginosi, che infatti si ripresenta con notevole frequenza.
I prodotti che riequilibrano la flora batterica sono invece in grado di stimolare la proliferazione dei lattobacilli, riportando alla normalità l’ecosistema vaginale e perciò inibendo la crescita dei batteri patogeni. Questi farmaci prodotti consistono sia in preparati contenenti i lattobacilli stessi, sia in sostanze acidificanti che, riducendo il pH, stimolano la crescita dei lattobacilli e ostacolano la proliferazione dei patogeni. I primi hanno un limite rappresentato dal fatto che i lattobacilli in essi contenuti spesso non sono vitali o non sopravvivono a pH fortemente basici. Tra gli acidificanti vanno distinti i prodotti a base di acido lattico (fugace effetto acidificante per via della breve permanenza in sede dell’acido lattico, assorbito e rapidamente degradato) da quelli a base di vitamina C (tavolette vaginali).
Tra questi ultimi disponiamo ora di un prodotto in grado di normalizzare rapidamente ed efficacemente il pH vaginale e di mantenerlo a lungo al livello fisiologico. Può essere usato sia da solo sia dopo il trattamento antibiotico, per evitare le recidive.
E’ particolarmente indicato in gravidanza, dove il trattamento antibiotico viene preferibilmente evitato, e dove è particolarmente importante trattare con successo la vaginosi batterica per le sue possibili ripercussioni negative sul buon esito della gravidanza stessa.
Prevenzione
Per limitare le frequenti recidive sono utili anche alcuni consigli di igiene comportamentale:
Curare l’igiene intima e asciugare sempre molto bene la zona vulvare (per es. d’estate evitare di tenere a lungo il costume bagnato addosso).
Evitare lavande vaginali, soprattutto se si è predisposti a vaginosi batterica
Lavare le parti intime sempre dall’avanti all’indietro per evitare che batteri del retto possano diffondersi nella vagina.
Evitare spray per l’igiene intima, saponi troppo aggressivi o profumati.
Evitare indumenti intimi troppo stretti e/o sintetici che trattengono l’umidità delle parti intime e fanno respirare poco il corpo.
io non so che femmine frequentiate,ma se la patatine odora di pesce andato a male.vuol dire che quella ragazza ha delle infezioni vaginali.
La gardnerella vaginalis
E' un bacillo che provoca una vaginosi, cioe' un disturbo
di tipo infiammatorio e infettivo, ma con sintomi meno
intensi rispetto alle vaginiti classiche. Se trascurata
anche la vaginosi puo' rendere i rapporti sessuali dolorosi
e provocare difficolta' per il concepimento.
LE CAUSE
Non e' certo che la vaginosi da Gardnerella vaginalis sia
un'infezione a trasmissione sessuale, ma vi sono almeno due
fattori che depongono a favore di questo tipo di contagio.
Questa infezione e' molto piu' frequente nelle donne che
hanno un'attivita' sessuale piu' ricca e intensa rispetto a
quelle meno attive. Inoltre, la Gardnerella vaginalis viene
isolata anche nei maschi che sono partner di donne infette.
I SINTOMI
Le vaginosi provocate dalla Gardnerella danno lievi perdite
bianco-grigiastre, talvolta con piccole bolle di aria, che
aderiscono alle pareti della vagina.
Queste secrezioni sono caratterizzate da un nauseabondo
odore di pesce. A volte le vaginosi possono dare anche
bruciori e pruriti non sempre intensi.
COME SI DIAGNOSTICA
E' un'infezione semplice da diagnosticare proprio per il
nauseabondo odore di pesce che caratterizza le secrezioni
vaginali infette. Lo sniff-test consiste proprio
nell'annusare un po' di secrezione.
Se ci sono ancora dubbi circa l'origine dell'infezione si
puo' procedere con altri due esami specifici: il fish odour
test e l'esame microbiologico.
La Gardnerella vaginalis vive dentro la cellula e, per
essere certi della sua presenza, bisogna farla uscire allo
scoperto.
Nel caso del fish odour test, il ginecologo mette
sul vetrino un po' di secrezione insieme all'idrossido di
potassio. Questa soluzione chimica ha la capacita' di far
rompere la cellula, liberando la Gardnerella ed esaltando
il suo odore sgradevole.
L'esame microbiologico viene effettuato su vetrino mediante
la clue-cell, ossia la cellula chiave che, nel caso
dell'infezione da Gardnerella, si presenta piena di granuli
scuri.
COME SI CURA
Contro questo batterio si usa il metronidazolo per bocca o
sottoforma di gel per una decina di giorni, oppure la
clindamicina in pomata o per bocca.
LA PREVENZIONE
L'infezione da Gardnerella vaginalis, con ogni
probabilita', e' associata all'attivita' sessuale, l'uso del
preservativo rappresenta il miglior strumento di
prevenzione.
La vaginosi batterica
La vaginosi batterica è una delle più frequenti forme di infezione vaginale. Mediamente ne è affetto il 5-15% di tutte le donne in età fertile, anche in gravidanza, ma secondo alcuni Autori l’incidenza è notevolmente più elevata.
Sintomi
In circa la metà delle donne, la vaginosi batterica decorre asintomatica, nella rimanente metà l’infezione si manifesta generalmente con:
perdite vaginali bianche o grigio pallido, cremose o schiumose, caratterizzate da
odore sgradevole, di pesce marcio (molto penetrante dopo un rapporto sessuale), causato dalla presenza delle amine batteriche di cui parlavamo sopra.
In questa forma di infezione vaginale si evita il suffisso –ite perché solitamente mancano i classici sintomi dell’infezione, cioè arrossamento, bruciore e prurito. Talvolta può manifestarsi dolore durante i rapporti sessuali.
Diagnosi
Il medico può diagnosticare abbastanza facilmente la vaginosi batterica, per la presenza della caratteristica secrezione bianco-grigiasta, e per il tipico odore di pesce marcio. Si può anche eseguire un test (Sniff-test) nel quale l’odore viene evidenziato aggiungendo alla secrezione posta su un vetrino una goccia di idrossido di potassio.
Se ci sono ancora dubbi circa l'origine dell'infezione si può procedere con un altro esame, più specifico: il fish odour test o test delle amine, che valuta l’eventuale liberazione del caratteristico odore di pesce dal tampone prelevato. La misurazione del pH vaginale, normalmente effettuata tramite cartine pH-metriche, evidenzia valori alterati, maggiori di 4,5.
La vaginosi può essere diagnosticata anche attraverso l’esame al microscopio evidenziando le classiche “clue cells” ovvero cellule contornate da batteri, e con l’esame colturale del secreto vaginale. Anche il pap-test può mettere in evidenzia l’infezione.
Possibili conseguenze e complicanze
La vaginosi batterica, per quanto non causi sintomi fastidiosi di prurito e bruciore come altre infezioni, può dare ripercussioni molto negative sulla qualità di vita della donna, per il disagio provocato dalla presenza di cattivo odore. Questo sintomo ovviamente può influire in modo molto negativo anche sulla vita sessuale.
In gravidanza, inoltre, la vaginosi batterica, quando non curata correttamente, aumenta il rischio di parto prematuro, perché l’infezione può trasmettersi alla membrana amniotica, determinando una sua precoce rottura. Durante la gestazione è quindi particolarmente importante seguire interamente il trattamento prescritto dal medico, per l’intero periodo di terapia, anche nel caso in cui i sintomi siano spariti.
Negli ultimi anni, inoltre, è stata documentata in alcune donne un rischio di malattia infiammatoria pelvica (PID), correlato alla vaginosi da Gardnerella, quando quest’ultima non viene trattata in modo tempestivo e corretto. La PID è una grave malattia che può causare danni permanenti.
Terapia
La terapia della vaginosi batterica può essere attuata attraverso due tipi di farmaci, che possono essere usati singolarmente o in combinazione: antibiotici e cosiddetti riequilibratori dell’ecosistema vaginale.
Gli antibiotici che si utilizzano con maggior successo sono la clindamicina per via locale e il metronidazolo per via locale o generale. Questi farmaci hanno il vantaggio di determinare una pronta risposta, ma non agendo sulla mancanza di lattobacilli, anzi riducendo ulteriormente la loro proliferazione, molto spesso non evitano la comparsa di recidive della vaginosi, che infatti si ripresenta con notevole frequenza.
I prodotti che riequilibrano la flora batterica sono invece in grado di stimolare la proliferazione dei lattobacilli, riportando alla normalità l’ecosistema vaginale e perciò inibendo la crescita dei batteri patogeni. Questi farmaci prodotti consistono sia in preparati contenenti i lattobacilli stessi, sia in sostanze acidificanti che, riducendo il pH, stimolano la crescita dei lattobacilli e ostacolano la proliferazione dei patogeni. I primi hanno un limite rappresentato dal fatto che i lattobacilli in essi contenuti spesso non sono vitali o non sopravvivono a pH fortemente basici. Tra gli acidificanti vanno distinti i prodotti a base di acido lattico (fugace effetto acidificante per via della breve permanenza in sede dell’acido lattico, assorbito e rapidamente degradato) da quelli a base di vitamina C (tavolette vaginali).
Tra questi ultimi disponiamo ora di un prodotto in grado di normalizzare rapidamente ed efficacemente il pH vaginale e di mantenerlo a lungo al livello fisiologico. Può essere usato sia da solo sia dopo il trattamento antibiotico, per evitare le recidive.
E’ particolarmente indicato in gravidanza, dove il trattamento antibiotico viene preferibilmente evitato, e dove è particolarmente importante trattare con successo la vaginosi batterica per le sue possibili ripercussioni negative sul buon esito della gravidanza stessa.
Prevenzione
Per limitare le frequenti recidive sono utili anche alcuni consigli di igiene comportamentale:
Curare l’igiene intima e asciugare sempre molto bene la zona vulvare (per es. d’estate evitare di tenere a lungo il costume bagnato addosso).
Evitare lavande vaginali, soprattutto se si è predisposti a vaginosi batterica
Lavare le parti intime sempre dall’avanti all’indietro per evitare che batteri del retto possano diffondersi nella vagina.
Evitare spray per l’igiene intima, saponi troppo aggressivi o profumati.
Evitare indumenti intimi troppo stretti e/o sintetici che trattengono l’umidità delle parti intime e fanno respirare poco il corpo.
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