Riporto integralmente l'e-mail che ho spedito alla redazione de "LA STAMPA" riguardo l'articolo del 27 aprile 2007:
"Spettabile Redazione
ho letto l'articolo pubblicato in data 27/04/2007 riguardante le "Corse clandestine" e da qui la prima domanda: non vi siete stufati di un argomento trito e ritrito, ormai inflazionato?
Andando avanti, molte delle cose scritte nell'articolo sono il frutto della fantasia romanzesca del sig. Legato. Frequentando da anni e a vario titolo molti raduni in Italia (prestando servizio d'ordine in alcuni addirittura) posso dire che nulla di quanto scritto si è mai verificato.
Senza contare le inesattezze con le quali il sig. Legato ha condito l'articolo. Almeno il buon gusto di informarsi prima di inventare cose di sana pianta. Nel mondo di internet e dell'informazione globale la cosa gli avrebbe fatto perdere al massimo mezz'ora e gli avrebbe evitato di essere considerato un pessimo giornalista (anche se faccio fatica a definirlo tale).
Ovviamente, gente che gareggia su strada pubblica è esistita, esiste e sempre esisterà. Ma questa personaggi (che si potrebbero tranquillamente definire criminali) non frequenta i raduni, organizzano le loro gare in posti quasi sempre deserti e a conoscenza di pochi.
Esorto quindi il sig. Legato all'astenersi dallo scrivere certi articoli (non è dovere di cronaca, ma sensazionalismo gratuito) e voi della Redazione (reputo La Stampa un ottima testata) dall'appoggiare questo genere di giornalismo, degno di un quotidiano di paese.
In fede"
Certe cose non riesco a mandarle giù.
"Spettabile Redazione
ho letto l'articolo pubblicato in data 27/04/2007 riguardante le "Corse clandestine" e da qui la prima domanda: non vi siete stufati di un argomento trito e ritrito, ormai inflazionato?
Andando avanti, molte delle cose scritte nell'articolo sono il frutto della fantasia romanzesca del sig. Legato. Frequentando da anni e a vario titolo molti raduni in Italia (prestando servizio d'ordine in alcuni addirittura) posso dire che nulla di quanto scritto si è mai verificato.
Senza contare le inesattezze con le quali il sig. Legato ha condito l'articolo. Almeno il buon gusto di informarsi prima di inventare cose di sana pianta. Nel mondo di internet e dell'informazione globale la cosa gli avrebbe fatto perdere al massimo mezz'ora e gli avrebbe evitato di essere considerato un pessimo giornalista (anche se faccio fatica a definirlo tale).
Ovviamente, gente che gareggia su strada pubblica è esistita, esiste e sempre esisterà. Ma questa personaggi (che si potrebbero tranquillamente definire criminali) non frequenta i raduni, organizzano le loro gare in posti quasi sempre deserti e a conoscenza di pochi.
Esorto quindi il sig. Legato all'astenersi dallo scrivere certi articoli (non è dovere di cronaca, ma sensazionalismo gratuito) e voi della Redazione (reputo La Stampa un ottima testata) dall'appoggiare questo genere di giornalismo, degno di un quotidiano di paese.
In fede"
Certe cose non riesco a mandarle giù.
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