Quantcast

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

fiat : il futuro del gruppo

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • Re: fiat : il futuro del gruppo

    Agosto e' stato un buon mese per il gruppo Chrysler
    +19.8% (quasi 200mila veicoli venduti)

    http://www.detroitnews.com/article/2...les-soar-19-8-

    http://www.usatoday.com/story/money/...=194i53sv23vey

    Da solo il marchio Jeep ha avuto un 48.7% in piu', con oltre 18600 Cherokee vendute in un mese, anche grazie al fatto che stanno consegnando gia' il modello 2015 (che spero mi arrivi a breve ) e i concessionari stanno facendo dei bei sconti sui modelli 2014 rimasti.
    Art.1: L'Italia è una repubblica burocratica fondata sul soppruso e la vessazione.
    La ricchezza di un paese si misura dai soldi nelle tasche dei cittadini, non nelle casse dello Stato.
    La più grande associazione a delinquere in Italia è lo Stato stesso.

    Commenta


    • Re: fiat : il futuro del gruppo

      beh meglio così.
      il discorso di acme mi sembra condivisibile.

      Commenta


      • Re: fiat : il futuro del gruppo

        Quanto alle attività industriali in Italia, "lo abbiamo detto e lo ribadiamo ancora oggi che non intendiamo chiudere nessuno stabilimento accollandoci tutti i costi di una realtà operativa in perdita". Marchionne indica anche la volontà del gruppo di "rivedere in modo radicale" la strategia, puntando sull'alto di gamma per cui l'Italia può essere la base per la diffusione di veicoli in tutto il mondo.

        http://www.liberoquotidiano.it/news/...ranze-del.html
        Art.1: L'Italia è una repubblica burocratica fondata sul soppruso e la vessazione.
        La ricchezza di un paese si misura dai soldi nelle tasche dei cittadini, non nelle casse dello Stato.
        La più grande associazione a delinquere in Italia è lo Stato stesso.

        Commenta


        • Re: fiat : il futuro del gruppo

          Originariamente inviato da ACME Visualizza il messaggio

          Io non vedo queste grandissime differenze...
          io si....vedo un marchio che comunque si è dato da fare, ha portato a massimi livelli realtà (seat e skoda) che erano intrise di tristezza, che ha non una ma 4 gamme "umane" più due "sportive" e una a due ruote.

          in italia abbiamo invece un marchio che aveva 5 brand, due li ha uccisi appena possibile (autobianchi e innocenti) e gli altri due invece si è divertito a vederli agonizzare, con proposte che hanno fatto scappare gli appassionati verso altri lidi.
          un marchio che da sempre ha avuto aiuti statali (a partire dal ribasso del prezzo della benzina nel 1955 per favorire il lancio della 600, al continuo tira e molla con stato e banche.

          il primo ha acquistato Lamborghini e oltre a lasciare la produzione in italia (idem con ducati) ha sistemato i debiti e dato finalmente stabilità.
          il secondo ha acquistato Alfa grazie a Prodi, pisciando in testa a Ford che era disposta a pagare pronto cash mentre Fiat ha smantellato Arese senza averla mai pagata......

          io ste grandi differenze le vedo...

          Commenta


          • Re: fiat : il futuro del gruppo

            Originariamente inviato da ACME Visualizza il messaggio
            VW ha avuto restrinzioni e nell'89 quando è caduto il muro tutta l'europa si è impegnata ad aiutare la germania per riportare omogeneità tra est e ovest.
            Una paccata di soldi che sono stati dati da tutti (TUTTI) per far ripartire la germania e, di conseguenza, l'europa.
            Tutti hanno messo una paccata di soldi, compresi l'italia e la tanto insultata grecia, che ora si ritrovano ad essere presi per il culo (a livello economico) dalla nostra amica germania che ora (grazie a tutti) ha le spalle grosse.

            Bè...la casa Volkswagen stava a merda, ma a merda come FIAT (un nome a caso) non è MAI stata.
            Una grossa parte di quei famosi soldi "europei" sono stati girati a VW per far ripartire il gruppo, che altrimenti sarebbe fallito allegramente.

            Poi va bè...tutti a sputare su FIAT che ha preso incentivi dallo stato italiano per riavviarsi e dare lavoro (agli italiani), quando poco prima lo stesso stato italiano ha dato soldi per dar lavoro ai tedeschi.

            E ora VW che fa?
            Produce in spagna, polonia, ungheria.
            E ora Fiat che fa?
            Produce in polonia, italia, turchia.

            Io non vedo queste grandissime differenze...
            e questo quando ?

            - - - Aggiornato - - -

            Originariamente inviato da dr.beetle Visualizza il messaggio
            io si....vedo un marchio che comunque si è dato da fare, ha portato a massimi livelli realtà (seat e skoda) che erano intrise di tristezza, che ha non una ma 4 gamme "umane" più due "sportive" e una a due ruote.

            in italia abbiamo invece un marchio che aveva 5 brand, due li ha uccisi appena possibile (autobianchi e innocenti) e gli altri due invece si è divertito a vederli agonizzare, con proposte che hanno fatto scappare gli appassionati verso altri lidi.
            un marchio che da sempre ha avuto aiuti statali (a partire dal ribasso del prezzo della benzina nel 1955 per favorire il lancio della 600, al continuo tira e molla con stato e banche.

            il primo ha acquistato Lamborghini e oltre a lasciare la produzione in italia (idem con ducati) ha sistemato i debiti e dato finalmente stabilità.
            il secondo ha acquistato Alfa grazie a Prodi, pisciando in testa a Ford che era disposta a pagare pronto cash mentre Fiat ha smantellato Arese senza averla mai pagata......

            io ste grandi differenze le vedo...

            senza scordare che una volta avevano anche la seat

            Commenta


            • Re: fiat : il futuro del gruppo

              no...la seat non era di proprietà fiat.
              fiat ci mise il 7%, mentre il resto era di qualcosa che penso corrisponda all'iri di italica memoria.

              http://it.wikipedia.org/wiki/SEAT

              - - - Aggiornato - - -

              Originariamente inviato da roky Visualizza il messaggio
              e questo quando ?

              - - - Aggiornato - - -



              Che cosa può accomunare Fiat e Volkswagen nell’autunno del 2002? Assolutamente nulla. La casa tedesca è il numero uno in Europa, la Fiat rischia la scomparsa. Ma le cose non sono state sempre così.


              All’inizio degli anni ’90, la Volkswagen si trovò ad affrontare la crisi più grave della sua storia. Correva l’anno 1993, quando la VW gettò nel panico Wolksburg, la città della Bassa Sassonia dove sono insediate le sue fabbriche, e l’intera Germania, annunciando che il protrarsi della crisi aziendale (stava perdendo due miliardi di DM, pari oggi a oltre un miliardo di euro), la costringeva a licenziare trentamila lavoratori sui centomila che costituivano la sua forza lavoro in Germania.

              La drammaticità dell’annuncio non metteva solo in discussione la più grande azienda automobilistica del paese, ma i rapporti sociali costruiti nel corso del dopo-guerra tra grande impresa e sindacati. Gli ambienti conservatori considerarono la crisi un’occasione buona per rompere con un modello di relazioni industriali basato sulla mitbestimmung (la cogestione) e un sistema di tutele che rendeva molto costosi, quando non improponibili, i licenziamenti collettivi. Finalmente, l’economia sociale di mercato costruita e difesa, senza grandi distinzioni, da democristiani e socialdemocratici, avrebbe dovuto cedere a una "trasparente economia di mercato" senza la contaminazione di una politica industriale e sociale onnipervasiva.

              Se la Germania si fosse adeguata al modello inglese seguito da Margaret Thatcher negli anni ’80, il mercato avrebbe certamente vinto, sia pure al prezzo della frantumazione dell’industria nazionale dell’auto, e in ogni caso col “vantaggio” di liquidare un pezzo importante del sindacalismo tedesco, che ha il suo punto di forza nella IG Metall,il sindacato dei metalmeccanici.

              Ma le cose andarono diversamente. Il governo della Bassa Sassonia, che controllava il 20 per cento delle azioni Volkswagen, non aveva alcuna intenzione di affidare al mercato un’incerta ristrutturazione che cominciava con il licenziamento di un terzo della forza lavoro. Bisognava bloccare i licenziamenti ed elaborare una politica aziendale di rilancio. Governo, banche, impresa, sindacati dovevano immaginare una via d’uscita diversa dai processi di ristrutturazione basati sul ridimensionamento aziendale e i licenziamenti di massa.

              Oltre a tamponare la crisi finanziaria - ciò che implicava un forte intervento pubblico - bisognava mantenere al lavoro trentamila lavoratori considerati in esubero. La soluzione trovata fu per molti versi rivoluzionaria, e per i suoi critici destinata ad aggravare le crisi dell’azienda. Fu ridotto l’orario di lavoro del 20 per cento col passaggio da 36 a 28,8 ore settimanali medie, in pratica la riduzione della settimana lavorativa a quattro giorni; ma con un'ampia flessibilità nel corso dell'anno che consentiva di adeguare la produzione agli andamenti stagionali della domanda. Contemporaneamente fu profondamente mutata l'organizzazone del lavoro per aumentarne l'efficienza. In parallelo, furono concordati con i sindacati il rinvio degli aumenti contrattuali e la riduzione di una parte di benefici salariali corrispondenti al dieci per cento della retribuzione annua.

              Alla direzione dell’impresa fu chiamato Ferdinand Piech, proveniente dalla Porsche. Il nuovo piano industriale fu basato sull'introduzione di nuovi modelli con decine di varianti, puntando a realizzare un prodotto di eccellenza. Nacquero la nuova Golf e i vari modelli che, aggiornati e continuamente migliorati, si sarebbero imposti sul mercato europeo e avrebbero conquistato una fetta importante del mercato americano.

              Probabilmente senza l’intervento pubblico del Land, a lungo governato dall'attuale cancelliere, Gerhard Schroeder, e senza la partecipazione pubblica al capitale dell’azienda, il destino della VW sarebbe stato irrevocabilmente segnato. Le soluzioni del '93 furono considerate il residuo di una politica conservatrice, basata sulla protezione dell’industria nazionale strategica e sulla difesa di un modello sociale basato su alti salari (mediamente i salari nell’industria manifatturiera tedesca sono del 66 per cento più alti che in Italia e del 33 per cento più alti che in Francia) e sulla difesa del posto di lavoro.

              Sono passati quasi dieci anni e i risultati di quella politica, considerata obsoleta e destinata al più misero dei fallimenti nell’epoca delle privatizzazioni e della globalizzazione, sono sotto gli occhi di tutti.

              La VW è la prima azienda automobilistica in Europa. Fabbrica oltre cinque milioni di auto (il 50 per cento in più del 1993)con una gamma che comprende, oltre al proprio, marchi popolari come la Seat spagnola e la Skoda ceca, e marchi della fascia alta, dall’Audi fino alla Bentley e alla Lamborghini. Il suo successo è stato basato sull’immagine della qualità.

              Dopo la crisi dell’ultimo anno, con l’economia europea stagnante e quella tedesca in sostanziale recessione, anche la VW accusa difficoltà. Nel senso che dovrà accontentarsi di profitti ridotti, rispetto ai quattro miliardi di euro di profitto realizzato nel 2001!

              Questa è la storia di un’azienda automobilistica – probabilmente oggi la più efficiente del mondo – di cui non amano parlare gli apostoli del libero mercato. L'intervento dello Stato-regione della Bassa Sassonia fu decisivo per salvare e rilanciare la VW. E' come se in Italia si consorziassero le regioni interessate alla difesa dell' occupazione legata alla Fiat per partecipare alla ricapitalizzazione dell'azienda che, nelle attuali condizioni, rischia di essere svenduta alla General Motors senza alcuna reale garanzia per il suo futuro. Ed è come se un nuovo management e un nuovo piano industriale si proponessero di utilizzare l'immagine vincente della Ferrari, oggi il più prestigioso marchio a livello mondiale, e la buona affermazione dell'Alfa Romeo negli ultimi anni, per puntare a una produzione di eccellenza, in grado di riconquistare lo spazio perduto in Europa e, prima ancora, in Italia.

              Il tutto non per rinnovare l'errore di uno splendido quanto letale isolamento, ma per puntare in condizioni di rilancio, a nuove alleanze con la General Motors, la cui opzione scade nel 2009, o con altre imprese automobilistiche. La crisi della VW del decennio passato si è risolta con l'affermazione di una strategia industriale di intervento pubblico e di collaborazione sociale che è diventato il "modello Volkswagen". La crisi della Fiat rischia di diventare l'ultima e irreparabile conferma del modello di crisi della grande industria italiana. Basta sapere che non si tratta di un destino ineluttabile, ma di scelte (o mancate scelte) di una classe dirigente ideologicamente confusa e politicamente inefficiente.

              (cit. eguaglianzaeliberta.it)

              Commenta


              • Re: fiat : il futuro del gruppo

                Originariamente inviato da dr.beetle Visualizza il messaggio
                no...la seat non era di proprietà fiat.
                fiat ci mise il 7%, mentre il resto era di qualcosa che penso corrisponda all'iri di italica memoria.

                http://it.wikipedia.org/wiki/SEAT
                proprietaria, controllata , accordo commerciale stretto

                stà di fatto che finchè di mezzo ci fù la fiat fabbricavano auto gemelle "povere" a quelle fiat se non dei progetti scartati (l'ibiza che era un progetto della uno scartato)

                da quando la vw ne prese le redini il marchio decollò
                ...................................
                per la crisi della vw proprio non me la ricordavo
                10 anni dalla crisi più totale al dominio sul mercato europeo e mondiale non è male come risultato
                Ultima modifica di roky; 04-09-2014, 21:20.

                Commenta


                • Re: fiat : il futuro del gruppo

                  http://www.alvolante.it/news/fiat-500x-2015-337158
                  Grande Punto Abarth - Rosso Velocità Extraserie Best Lap : Monza 2:32 Franciacorta 1:34 Arce 1:04
                  "C'è gusto a umiliare, con una modesta utilitaria, vetture di classe e prezzo superiori". Sapete cos'è una lepre? un coniglio Abarth"
                  http://www.youtube.com/user/Giudipeppe83?feature=mhee

                  Commenta


                  • Re: fiat : il futuro del gruppo

                    dr. beetle: sono pienamente d'accordo con te sul fatto che il potenziale del gruppo fiat non sia stato sfruttato in passato e abbia avuto periodi bui, con auto mediocri e di fattura modesta.
                    Probabilmente la gestione ed i passaggi di mano della direzione (oltre che, come dici tu, giochetti politici) non hanno giovato alla crescita, ma sono riusciti malapena a galleggiare.
                    Ora però il gruppo Fiat sta andando decisamente meglio, sopratutto dal lancio della Grande Punto in poi e, a mio parere, non sbaglia più modelli e tipologie di auto come invece faceva in passato.

                    Mettiti nei miei panni: io lavoro per la concorrenza (francese) e so bene come siamo messi noi.
                    Leggo, mi informo, vado ai saloni, vado in concessionaria, provo le auto e ci metto pure le mani perchè sono un gran appassionato, e cosa vedo in fiat (OGGI)?
                    Vedo che hanno motori diesel che vanno mediamente bene. 1.3 mjet, 1.6 mjet, 2.0mjet che non hanno enormi difetti, macinano km ma non perdono la catena per strada come i 2.0 bmw e non tritano gli iniettori come i 2.0 audi e non sbronzinano come i Renault.
                    Hanno motori benzina dal 0,8 twin, 1.4 t, 1.8 turbo che oggettivamente vanno bene.
                    Non bevono olio come i TSI, non sfondano le catene come i 1.6 BMW/PSA, non vanno fuori fase e non sbronzinano come i 2.0 Renault (ne so qualcosa, ne ho una in garage) e con questi motori riescono a far saltar fuori anche un marchio sportivo (Abarth) che può piacere o no, ma economicamente bisogna ammettere che con un telaio di una punto e un motore onesto hanno fatto rinascere un marchio che era sparito e si era ridotto a 4 adesivi su una 600 sporting.
                    Poi che hanno?
                    Ah si...han tirato fuori un TCT, un cambio che forse è l'unico che può andare a disturbare lo stra dominio del DSG.
                    Ora hanno lanciato una piccola supercar (alfa 4C) che pesta i piedi a Lotus e Porsche, che costan di più e il tutto l'hanno fatto usando componenti che hanno in casa (un 1750, sto tct, sto tastino dna della MiTo, uno specchietto della Punto ecc ecc), hanno lanciato un piccolo suv (Renegade) che piace o non piace ma è modaiolo, 4X2 o 4X4 e lo stabilimento di Melfi, dove lo prorranno, da lavoro a quasi 5000 persone ed è stato rivisto (vedi articolo di 4 ruote di questo mese).
                    Giulietta è una buona altrnativa alla solita golf, e lo fa bene, con una buona linea ancora attuale, con i led, con il tct, con 2 bei Brembo davanti.
                    Panda, se considerato il segmento (VW UP, toyota aygo, Citroen C1, Peugeot 107, Smart) è una macchina con molti contenuti (unica a offrire frenata assistita con telecamera) e ben fatta e disponibile in 4X4.

                    Insomma, so che Fiat non è stata in ottime acque, ma dal mio punto di vista credo che stia facendo passi da gigante e da che son nato io (1988) non ricordo di aver mai visto un gruppo Fiat così potente e così in forma.


                    @Roky: ti ha già risposto Dr. Beetle
                    Vespa GTS 250 i.e: 62000km
                    Ex Punto Gt Rustica®
                    Ex Clio Rs 1 169cv ClioPorco®

                    "Amici amici... e poi ti rubano la bici."
                    "Diffida della volpe, del tasso e della donna dal culo basso."

                    Commenta


                    • Re: fiat : il futuro del gruppo

                      Da qui a tre anni che versioni mettera' in commercio fiat?

                      Commenta

                      Sto operando...
                      X