Dal quotidiano "Libertà" di oggi, Venerdì 30 Aprile
LUGAGNANOErano da poco passate le undici e mezzo di ieri mattina quando, a Lugagnano, un grido allarmato rompe il silenzio di piazza Castellana: «La mia macchina era qui, dietro l'edicola e adesso non c'è più. Me l'hanno rubata». A lanciare l'allarme è Giuseppe Negrotti, pensionato settantenne che abita nelle vicinanze della Diga di Mignano in comune di Vernasca. E continua: «Chiama subito i carabinieri» dice rivolgendosi all'edicolante Giulio Rigolli. I tutori dell'ordine arrivano sul posto in pochi minuti, prendono nota che l'auto “rubata” è una Fiat A1 targata PC 432530 di colore grigio ed iniziano la routine delle indagini che il caso prevede. Ma qualcosa non convince gli inquirenti perché potrebbe sembrare fuori da ogni logica il furto di un'auto di una “certa età”, di modesta cilindrata e con qualche inevitabile acciacco. Qualcosa non quadra fino a quando Attilio Moresi, altro pensionato che risiede a Lugagnano, non si accorge che l'auto che sta guidando da Lugagnano a Vicanino (frazione lugagnanese che si trova sulla provinciale che porta a Rustigazzo) non è la sua, anche se si tratta di una Fiat A1 di colore grigio, targata PC 434058 e, quindi, della stessa età di quella per la quale è già stata presentata denuncia di furto. Preoccupato Attilio Moresi inverte subito la marcia, torna in paese e, questa volta, è lui ad andare dai carabinieri per far presente l'errore di cui si era reso involontario protagonista. Poi, alle 14, ancora tutti in piazza Castellana: Giuseppe Negrotti, Attilio Moresi, i marescialli dei Carabinieri Sebastiano Stilo e Mauro Lodesani e l'edicolante Giulio Rigolli a “scoprire” che la seconda auto è ancora parcheggiata a cinquanta metri di distanza dalla prima. Con una domanda rimasta priva di risposta: come ha fatto una delle due auto ad essere aperta e messa in moto con la chiave dell'altra?
LUGAGNANOErano da poco passate le undici e mezzo di ieri mattina quando, a Lugagnano, un grido allarmato rompe il silenzio di piazza Castellana: «La mia macchina era qui, dietro l'edicola e adesso non c'è più. Me l'hanno rubata». A lanciare l'allarme è Giuseppe Negrotti, pensionato settantenne che abita nelle vicinanze della Diga di Mignano in comune di Vernasca. E continua: «Chiama subito i carabinieri» dice rivolgendosi all'edicolante Giulio Rigolli. I tutori dell'ordine arrivano sul posto in pochi minuti, prendono nota che l'auto “rubata” è una Fiat A1 targata PC 432530 di colore grigio ed iniziano la routine delle indagini che il caso prevede. Ma qualcosa non convince gli inquirenti perché potrebbe sembrare fuori da ogni logica il furto di un'auto di una “certa età”, di modesta cilindrata e con qualche inevitabile acciacco. Qualcosa non quadra fino a quando Attilio Moresi, altro pensionato che risiede a Lugagnano, non si accorge che l'auto che sta guidando da Lugagnano a Vicanino (frazione lugagnanese che si trova sulla provinciale che porta a Rustigazzo) non è la sua, anche se si tratta di una Fiat A1 di colore grigio, targata PC 434058 e, quindi, della stessa età di quella per la quale è già stata presentata denuncia di furto. Preoccupato Attilio Moresi inverte subito la marcia, torna in paese e, questa volta, è lui ad andare dai carabinieri per far presente l'errore di cui si era reso involontario protagonista. Poi, alle 14, ancora tutti in piazza Castellana: Giuseppe Negrotti, Attilio Moresi, i marescialli dei Carabinieri Sebastiano Stilo e Mauro Lodesani e l'edicolante Giulio Rigolli a “scoprire” che la seconda auto è ancora parcheggiata a cinquanta metri di distanza dalla prima. Con una domanda rimasta priva di risposta: come ha fatto una delle due auto ad essere aperta e messa in moto con la chiave dell'altra?
Commenta