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I Cinesi arrivano in Europa

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  • #11
    Re: I Cinesi arrivano in Europa

    certo che l'economia europea ha preso una bella mazzata "grazie" a questi cinesi...se ora si mettono pure nel settore dell'auto....finiamo k.o. tutti quanti
    mi sembra impossibile che non mettano dei limiti nei vari settori....
    certo che se poi ci sta gente come il nostro bravo Presidente della Repubblica (...) che va in Cina in visita di Stato a promuovere lo scambio italo-cinese...beh... a voi ogni riflessione !

    VIA I CINESI DALL'EUROPA !!
    PAGINA FACEBOOK WRC team

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    • #12
      Re: I Cinesi arrivano in Europa

      per me i cinesi e il loro "mercato" non sono la causa...ma solo ciò che ha messo in luce i nostri problemi
      Live or exist...you have the key...
      :vecio: Luci accese anche di giorno, piede giù ma prudenza.....SEMPRE! :devil:
      Meglio tirare i remi in barca che tirarseli sui coglioni
      La spiegazione più semplice è sempre anche la migliore
      :sisi: Gli ostacoli sono quelli che vediamo quando distogliamo lo sguardo dagli obiettivi - H.Ford

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      • #13
        Re: I Cinesi arrivano in Europa

        anche...ovvio... ma per "nostri problemi" spero tu intenda quelli dell'Europa intera....
        PAGINA FACEBOOK WRC team

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        • #14
          Re: I Cinesi arrivano in Europa

          si chiama concorrenza
          se l'auto non sarà valida non la comprerà nessuno

          semplice
          molto semplice


          sul discorso mercato.la cina E' un mercato enorme.
          visto che non sono bravo a scrivere vi copio e incoloo 1 cosa che condivido al 100%.




          Vantaggi comparati e assoluti

          Il problema affrontato è la Cina, e in particolare l’incapacità dell’Italia e dell’Europa a reggere la competizione con i cinesi. Sartori parte da un dato di fatto: il costo del lavoro (aggiustato per la produttivit&#224 in Cina è molto più basso che da noi, e ciò è destinato a durare. Ma allora, si chiede Sartori, cosa possiamo vendere ai cinesi? Nulla, è la sua risposta: "Se e finché il costo del lavoro in Cina sarà di 10-30 volte inferiore ai costi dei paesi ricchi, allora la legge di Ricardo dei costi comparati richiede che per ripristinare uno scambio che induca i cinesi a comprare in Europa prodotti europei, occorrerebbe che i nostri lavoratori accettino di ridurre da 10 a 30 volte i loro salari". (1)
          E questo non è né giusto né possibile. Sembra un ragionamento impeccabile. Ma, nonostante il richiamo a Ricardo, confonde vantaggi comparati con vantaggi assoluti. Un semplice esempio chiarisce l’errore. Supponiamo che il costo di produrre una maglietta in Cina sia pari a un ventesimo del costo italiano, e che il costo di produrre una lavatrice in Cina sia un decimo del costo italiano. In regime di libero scambio, l’industria cinese si specializzerà in magliette e importerà lavatrici dall’Italia. Ma come, si chiede Sartori, perché mai i cinesi dovrebbero comprare lavatrici dall’Italia, se possono produrle a un costo dieci volte inferiore? Perché per produrre lavatrici, i cinesi dovrebbero rinunciare a produrre magliette; e, dato il loro vantaggio comparato, questo proprio non gli conviene. È molto meglio per i cinesi produrre magliette, e con il ricavato comprarsi le lavatrici italiane.
          Questo non vuol dire che tutto vada bene, e che non dobbiamo preoccuparci della Cina. Dobbiamo preoccuparcene eccome. Ma la ragione non è che i cinesi sono pagati molto meno di noi. La ragione è che la Cina sta erodendo un nostro vantaggio comparato. Continuando con l’esempio precedente, una volta compravamo riso dai cinesi, vendendo loro sia magliette che lavatrici. Ora, la Cina ha fatto un salto tecnologico: ha acquisito un vantaggio comparato sulle magliette, lo ha perso sul riso (magari verso un paese terzo che diventa esportatore di riso). L’Italia, che esportava magliette e lavatrici, ha subito un peggioramento delle sue ragioni di scambio. Ora riesce a esportare solo lavatrici, le sue magliette non le compra più nessuno: per l’Italia è una perdita netta di benessere. Sottigliezze inutili, dirà uno scettico. Se oggi la Cina ha eroso il nostro vantaggio comparato sulle magliette, domani lo farà con le lavatrici. Alla fine, il risultato sarà sempre lo stesso, la de-industrializzazione del nostro paese. Ma l’obiezione non regge. La Cina non può acquisire un vantaggio comparato in tutti i settori. Altrimenti, torneremmo a confondere vantaggio comparato e assoluto.

          Un grande mercato in espansione

          Vedere il problema in termini di vantaggi comparati aiuta a capire che la Cina non è solo una minaccia, ma anche e soprattutto un’opportunità. Un paese di 1 miliardo e 300 milioni di persone, il cui reddito cresce dell’8 per cento all’anno per qualche decennio, è un gigantesco mercato in espansione. La Cina non importa solo petrolio e materie prime, ma anche beni di consumo e prodotti industriali di ogni genere. Nel 2004 è stato il terzo partner commerciale dell’Unione Europea sul lato delle esportazioni, davanti a Giappone e Russia. Qualcuno ne ha saputo approfittare: le esportazioni della Germania verso la Cina sono triplicate tra il 1999 e il 2003. Ma per approfittarne anche noi, dobbiamo evitare gli errori. Il protezionismo non è una via d’uscita. Con o senza barriere commerciali, non riusciremo a difendere un vantaggio comparato in settori in cui ciò che conta è solo la quantità di lavoro. Non ci sono riusciti altri ben più agguerriti di noi, come gli Stati Uniti.
          Tra il 1997 e il 2001, l’industria tessile e dell’abbigliamento americano ha distrutto più di 180mila posti di lavoro. Dal 2001 al 2004 ne ha persi altri 350mila. Uno studio di McKinsey conclude che entro pochi anni la Cina potrebbero raggiungere il 50 per cento delle esportazioni mondiali nel tessile. Possiamo rallentare questa tendenza, ma non invertirla. La vera sfida è rinforzare i vantaggi comparati in altri settori. Questo vuol dire sfruttare meglio la mano d’opera istruita, trattenere in Italia i nostri migliori scienziati, migliorare le istituzioni e le infrastrutture, liberalizzare i servizi, facilitare la riallocazione delle risorse. Non sono "pannicelli caldi", come li chiama Sartori. Sono l’unica cosa sensata da fare.
          I nostri uomini politici hanno già le idee piuttosto confuse. Cominciano a essere tentati dal protezionismo e dal populismo. Non diamo loro altre scuse per evitare di affrontare le vere sfide economiche del paese.


          queste sono parole che condivido in toto.

          ben vengano scambi commerciali
          DEVONO Eserci.

          io sono parte interessata x il lavoro che faccio, e ho una visione più completa.
          il "pericolo cina" lo si crea col protezionaismo
          ciampi che non è uno scmea bene ha fattoa d anadar eli..l'itlaia è l'utlimo arrivato (sob) tra i paesi che hanno investito in cina.
          grave errore


          che pagheremo MOLTO caro.
          Ultima modifica di nik978; 24-11-2005, 22:39.
          L'uomo superiore vive in pace con tutti, senza agire come tutti

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          • #15
            Re: I Cinesi arrivano in Europa

            Originariamente inviato da checo79
            certo che l'economia europea ha preso una bella mazzata "grazie" a questi cinesi...se ora si mettono pure nel settore dell'auto....finiamo k.o. tutti quanti
            mi sembra impossibile che non mettano dei limiti nei vari settori....
            certo che se poi ci sta gente come il nostro bravo Presidente della Repubblica (...) che va in Cina in visita di Stato a promuovere lo scambio italo-cinese...beh... a voi ogni riflessione !

            VIA I CINESI DALL'EUROPA !!
            ma che discorsi sono?? commonwealth inglese dei tempi del colonialismo..

            loro hanno un prodotto (di dubbia qualità) che costa di meno.. e ovvio che fanno breccia da noi..
            ora la cosa è questa.. non dobbiamo sbagliare.. cioè mettere dazi doganali per rendere le loro auto più costose cosi che il consumatore preferisca le nostre oppure agevolazioni agli imprenditori nostrani non sono cose sostenibili.. CI DOBBIAMO DAR DA FARE sta tutta li la cosa...
            quella machina che doveva costare poco la LOgan o una cosa del genere.. l'avete vista voi da qualche parte a 5000 euro io no.. e perche??? x colpa delle protezioni e barriere che instaurano i monopoli automobilistici.. sei voi preferite pagare 5000 euro in più per le vostre convinzioni fate pure .. ma non penso che siano tutti d'accordo.. con la concorrenza cinese c'è la possibilità che i prezzi si abbassino.. la concorrenza fa bene!

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            • #16
              Re: I Cinesi arrivano in Europa

              Originariamente inviato da nik978
              vi copio e incoloo 1 cosa che condivido al 100%.
              han perfettamente ragione!

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              • #17
                Re: I Cinesi arrivano in Europa

                finchè si parla di mutande ok

                ma su cose a valore aggiunto un minimo più elevato la "sfida" è diversa.
                non crediate che in cina sono più bravi di noi, o che gli costerà poi così tanto di meno.
                una auto cinese al 100% (utlilitaria) con tutti i crismi e di buon livello arriverà.
                ma non credo prima del 2008.
                questi sono solo "prove" sul mercato esterno che giustamente fanno.(col rischio di bruciarsi il mercato...però alla fine li capisco)

                cerchiamo di lavorare sulla qualità (come italia e come europa).
                ovvio che se l'industria itlaiana NON fa ricerca, non si sviluppa, non cresce....beh fa ben poca strada.

                a me dispiace molto che gente che viene in italia x lavorare, che paga le tasse, gli affitti ecc, vnega vista come nemica.
                ho parecchi amici "vrituali" cinesi che vivono con molta amarezza questa atmosfera.

                tra tutti gli immigrati che arrivano in europa/italia, credo che i cinesi siano i più seri ed onesti.
                ovvio, tra di loro si fanno porcherie mafiose (come credo sia normale nel mondo)ecc, ma non vengono da noi a disturbare.
                fanno il loro lavoro e bon..
                Ultima modifica di nik978; 24-11-2005, 23:02.
                L'uomo superiore vive in pace con tutti, senza agire come tutti

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                • #18
                  Re: I Cinesi arrivano in Europa

                  ma la famosa auto da 5000€ non era stata sviluppata da un consorzio francese per essere venduta nell'europa dell'est?

                  comunque io giro spesso in panda, quella vecchia, sono un'amante del rischio

                  «...sapete cosa ho scoperto?» «Che cosa?» «Che la gente non dice nulla» «Oh, parlerà pure di qualche cosa, la gente!» «No, vi assicuro. Parla di una gran quantità di automobili, parla di vestiti e di piscine e dice che sono una meraviglia! Ma non fanno tutti che dire le stesse cose e nessuno dice qualcosa di diverso dagli altri...»
                  [Ray Bradbury, Fahrenheit 451]

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                  • #19
                    Re: I Cinesi arrivano in Europa

                    io ci giro (e ci corro) da 8 anni...fai te..
                    e ho pure fatto un incidente medio grosso uscendo intero e senza un graffio
                    L'uomo superiore vive in pace con tutti, senza agire come tutti

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