Re: Vettura Autocarro, Costi?
A chi serve l’autocarro?
In linea generale, a chiunque abbia bisogno di trasportare delle cose, come apparecchiature, utensili da lavoro, componenti di ricambio, pacchi e così via.
L’autocarro può essere intestato anche a un cittadino privato, non necessariamente a una ditta.
Chi posso trasportare con questo autoveicolo?
Gli autocarri appartengono alla categoria internazionale “N” e ciò significa che essi sono destinati principalmente al trasporto di cose.
Sia le direttive europee che le norme nazionali, tuttavia, ammettono che su tali autoveicoli possano essere trasportate anche delle persone, il numero delle quali viene stabilito in sede di progettazione e collaudo.
I passeggeri devono avere comunque una relazione con le cose trasportate.
Norme di riferimento
Articoli 47, 54 e 82 del Codice della Strada; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Come viene determinato il numero delle persone trasportabili?
La massa dei passeggeri, moltiplicata per 2, deve essere sempre minore della portata (la portata è la differenza fra la tara e la massa complessiva a pieno carico): questo vuol dire che il numero totale dei posti a sedere dipende direttamente dalle caratteristiche costruttive dell'autoveicolo.
Nella carta di circolazione, tale numero viene riportato di fianco al punto "S.1" del 2° riquadro.
Norme di riferimento
Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Qualsiasi autovettura può essere trasformata in autocarro?
No.
La variazione di categoria di un autoveicolo è sempre un’operazione molto delicata e richiede la presenza di tecnici e allestitori qualificati.
In Italia, comunque, si può adottare il seguente principio. Se il costruttore dell'autovettura ha omologato un autocarro con lo stesso tipo di carrozzeria, vi sono buone probabilità che la trasformazione sia approvata.
Norme di riferimento
Articolo 78 del Codice della Strada; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Un autocarro può essere trasformato in autovettura?
Questa trasformazione è stata autorizzata nel nostro Paese fino al 26 settembre 2003. Nel territorio italiano, pertanto, non è più possibile effettuare i cosiddetti "ripristini di categoria".
Norme di riferimento
Articolo 78 del Codice della Strada; Lettera Ministeriale prot. n. 4210M368 del 19/12/2002; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Può essere aumentato il numero dei posti di un autocarro?
L'incremento è possibile solo se esiste un autocarro omologato in Italia con il numero di posti richiesto.
Anche in questo caso, l’operazione comporta verifiche, prove e interventi che possono essere condotti solo da tecnici e allestitori qualificati.
Norme di riferimento
Articolo 78 del Codice della Strada; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
È permesso circolare nei giorni festivi o il sabato?
Non sappiamo quali norme possano giustificare, al riguardo, eventuali contestazioni sollevate dagli organi di controllo.
Oggi non è infrequente, d’altra parte, che le aziende abbiano necessità lavorative non riconducibili ai soli giorni feriali.
Quali sanzioni comporta un impiego non autorizzato dell'autocarro?
Quando l’autocarro è intestato a una ditta, e quindi è considerato come un bene strumentale, deve essere utilizzato unicamente per attività lavorative. Ciò significa che è permesso circolare con questo tipo di autoveicolo solo per motivi di lavoro e bisogna sempre giustificare, pertanto, che siano rispettate tali condizioni.
Quando l’autocarro è intestato a un privato, invece, rimane solo un limite (che comunque interessa tutti gli autocarri): i passeggeri devono avere sempre una relazione con le cose trasportate.
Le sanzioni amministrative principali sono indicate negli Articoli 78 (p.ti 3 e 4) e 82 (p.ti 8 e 10) del Codice della Strada.
La carta di circolazione è un documento ufficiale emesso da un organo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’autocarro deve sempre corrispondere alle annotazioni e ai dati in essa riportati.
Si può spostare o rimuovere il divisorio di protezione?
No.
Il divisorio di protezione non deve essere modificato senza l'autorizzazione del competente Ufficio del Dipartimento dei Trasporti Terrestri (ex Motorizzazione). La modifica può essere approvata solo attraverso un collaudo e il conseguente aggiornamento della carta di circolazione.
Norme di riferimento
Articolo 78 del Codice della Strada; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Che cos'è il sistema prorata?
Si tratta di una soluzione ammessa dall'Agenzia delle Entrate che permette di utilizzare parzialmente un autoveicolo aziendale, inquadrato come bene strumentale, in ambiti diversi da quelli lavorativi (pur nel rispetto del corretto impiego per cui quel mezzo è stato progettato e costruito). Di fatto, il titolare dell'autoveicolo non scarica una certa percentuale delle spese, di solito valutata con il commercialista in base alle proprie effettive esigenze, mediante l'emissione di una fattura di autoconsumo.
Questo è stato confermato direttamente dai funzionari della Guardia di Finanza e dell'Ufficio delle Entrate durante un incontro organizzato dal Gruppo Businesscar.
Per esempio: se il proprietario di un autocarro (bene strumentale) prevedesse di utilizzare l'autoveicolo al 5% per ragioni personali non attinenti al lavoro, egli potrebbe allora scaricare il 95% delle spese comportate dall'autocarro, ma dovrebbe anche sostenere il residuo 5% anticipandolo con la suddetta fattura di autoconsumo. Grazie a questa fattura, spetterà all'autorità addetta al controllo fiscale provare che l'autoveicolo sia stato destinato a un impiego non lavorativo corrispondente (oppure no) alla percentuale dichiarata. Qualora tale autorità accertasse che il proprietario abbia utilizzato il mezzo per motivi personali all'8% anziché al 5% (per ritornare al nostro esempio), il contribuente perderebbe integralmente e automaticamente i vantaggi fiscali goduti.
La stessa sorte toccherebbe a un'azienda che avesse scaricato al 100% il proprio autocarro o autoveicolo per uso speciale e che, anche solo per una volta, fosse stata sorpresa dalla Guardia di Finanza ad utilizzare il mezzo per motivi non legati all'attività lavorativa. I funzionari sarebbero autorizzati ad applicare tutte le sanzioni di legge (onerose) e le norme relative al regime forfettario delle autovetture.
Invitiamo comunque a contattare il consulente commercialista per ottenere un'illustrazione più competente e completa del sistema prorata.
A chi serve l’autocarro?
In linea generale, a chiunque abbia bisogno di trasportare delle cose, come apparecchiature, utensili da lavoro, componenti di ricambio, pacchi e così via.
L’autocarro può essere intestato anche a un cittadino privato, non necessariamente a una ditta.
Chi posso trasportare con questo autoveicolo?
Gli autocarri appartengono alla categoria internazionale “N” e ciò significa che essi sono destinati principalmente al trasporto di cose.
Sia le direttive europee che le norme nazionali, tuttavia, ammettono che su tali autoveicoli possano essere trasportate anche delle persone, il numero delle quali viene stabilito in sede di progettazione e collaudo.
I passeggeri devono avere comunque una relazione con le cose trasportate.
Norme di riferimento
Articoli 47, 54 e 82 del Codice della Strada; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Come viene determinato il numero delle persone trasportabili?
La massa dei passeggeri, moltiplicata per 2, deve essere sempre minore della portata (la portata è la differenza fra la tara e la massa complessiva a pieno carico): questo vuol dire che il numero totale dei posti a sedere dipende direttamente dalle caratteristiche costruttive dell'autoveicolo.
Nella carta di circolazione, tale numero viene riportato di fianco al punto "S.1" del 2° riquadro.
Norme di riferimento
Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Qualsiasi autovettura può essere trasformata in autocarro?
No.
La variazione di categoria di un autoveicolo è sempre un’operazione molto delicata e richiede la presenza di tecnici e allestitori qualificati.
In Italia, comunque, si può adottare il seguente principio. Se il costruttore dell'autovettura ha omologato un autocarro con lo stesso tipo di carrozzeria, vi sono buone probabilità che la trasformazione sia approvata.
Norme di riferimento
Articolo 78 del Codice della Strada; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Un autocarro può essere trasformato in autovettura?
Questa trasformazione è stata autorizzata nel nostro Paese fino al 26 settembre 2003. Nel territorio italiano, pertanto, non è più possibile effettuare i cosiddetti "ripristini di categoria".
Norme di riferimento
Articolo 78 del Codice della Strada; Lettera Ministeriale prot. n. 4210M368 del 19/12/2002; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Può essere aumentato il numero dei posti di un autocarro?
L'incremento è possibile solo se esiste un autocarro omologato in Italia con il numero di posti richiesto.
Anche in questo caso, l’operazione comporta verifiche, prove e interventi che possono essere condotti solo da tecnici e allestitori qualificati.
Norme di riferimento
Articolo 78 del Codice della Strada; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
È permesso circolare nei giorni festivi o il sabato?
Non sappiamo quali norme possano giustificare, al riguardo, eventuali contestazioni sollevate dagli organi di controllo.
Oggi non è infrequente, d’altra parte, che le aziende abbiano necessità lavorative non riconducibili ai soli giorni feriali.
Quali sanzioni comporta un impiego non autorizzato dell'autocarro?
Quando l’autocarro è intestato a una ditta, e quindi è considerato come un bene strumentale, deve essere utilizzato unicamente per attività lavorative. Ciò significa che è permesso circolare con questo tipo di autoveicolo solo per motivi di lavoro e bisogna sempre giustificare, pertanto, che siano rispettate tali condizioni.
Quando l’autocarro è intestato a un privato, invece, rimane solo un limite (che comunque interessa tutti gli autocarri): i passeggeri devono avere sempre una relazione con le cose trasportate.
Le sanzioni amministrative principali sono indicate negli Articoli 78 (p.ti 3 e 4) e 82 (p.ti 8 e 10) del Codice della Strada.
La carta di circolazione è un documento ufficiale emesso da un organo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’autocarro deve sempre corrispondere alle annotazioni e ai dati in essa riportati.
Si può spostare o rimuovere il divisorio di protezione?
No.
Il divisorio di protezione non deve essere modificato senza l'autorizzazione del competente Ufficio del Dipartimento dei Trasporti Terrestri (ex Motorizzazione). La modifica può essere approvata solo attraverso un collaudo e il conseguente aggiornamento della carta di circolazione.
Norme di riferimento
Articolo 78 del Codice della Strada; Circolare Prot. n. 2979M368 del 28/07/2003; Direttiva 2001/116/CE e precedente Direttiva 98/14/CE.
Che cos'è il sistema prorata?
Si tratta di una soluzione ammessa dall'Agenzia delle Entrate che permette di utilizzare parzialmente un autoveicolo aziendale, inquadrato come bene strumentale, in ambiti diversi da quelli lavorativi (pur nel rispetto del corretto impiego per cui quel mezzo è stato progettato e costruito). Di fatto, il titolare dell'autoveicolo non scarica una certa percentuale delle spese, di solito valutata con il commercialista in base alle proprie effettive esigenze, mediante l'emissione di una fattura di autoconsumo.
Questo è stato confermato direttamente dai funzionari della Guardia di Finanza e dell'Ufficio delle Entrate durante un incontro organizzato dal Gruppo Businesscar.
Per esempio: se il proprietario di un autocarro (bene strumentale) prevedesse di utilizzare l'autoveicolo al 5% per ragioni personali non attinenti al lavoro, egli potrebbe allora scaricare il 95% delle spese comportate dall'autocarro, ma dovrebbe anche sostenere il residuo 5% anticipandolo con la suddetta fattura di autoconsumo. Grazie a questa fattura, spetterà all'autorità addetta al controllo fiscale provare che l'autoveicolo sia stato destinato a un impiego non lavorativo corrispondente (oppure no) alla percentuale dichiarata. Qualora tale autorità accertasse che il proprietario abbia utilizzato il mezzo per motivi personali all'8% anziché al 5% (per ritornare al nostro esempio), il contribuente perderebbe integralmente e automaticamente i vantaggi fiscali goduti.
La stessa sorte toccherebbe a un'azienda che avesse scaricato al 100% il proprio autocarro o autoveicolo per uso speciale e che, anche solo per una volta, fosse stata sorpresa dalla Guardia di Finanza ad utilizzare il mezzo per motivi non legati all'attività lavorativa. I funzionari sarebbero autorizzati ad applicare tutte le sanzioni di legge (onerose) e le norme relative al regime forfettario delle autovetture.
Invitiamo comunque a contattare il consulente commercialista per ottenere un'illustrazione più competente e completa del sistema prorata.
Commenta