Fonte MotorBox
E’ PRONTA A due anni di distanza dal battesimo del primo prototipo, la Mazda6 MPS è tornata a calcare la passerella di Parigi, in versione questa volta definitiva. L’ ipervitaminizzata berlina nipponica è infatti ormai pronta al debutto su tutti i mercati mondiali. Il compito che l’aspetta non è certo facile: le sue principali rivali saranno le repliche delle vetture impegnate nel mondiale rally, capitanate da Subaru Impreza e Mitsubishi Lancer Evo.
NIENTE ALI Rispetto a queste, la Mazda6 MPS si distingue per la pulizia della linea. A differenza di quanto accade sulle concorrenti, qui non c’è traccia di ali da biplano. Le appendici aerodinamiche sono molto discrete, segno del fatto che per i progettisti il profilo della carrozzeria fa già bene il suo lavoro.
MISS MUSCOLO Riconoscere questa versione dalle altre della gamma è comunque facile anche per i più sbadati. La mascherina è più prominente e personale. Il suo profilo continua nelle nervature che solcano il cofano in rilievo, dando un’aria muscolosa al frontale. Anche i passaruota hanno messo su una taglia, allargati per ospitare cerchi da 18 pollici con pneumatici 215/45.
LIEVE STRABISMO A dare alla MPS un tocco unico ci sono anche i fari, in cui le singole lampade sono ora in maggior evidenza, e i paraurti. Molto aggressivo è in particolare quello posteriore, movimentato dalla presenza di una coppia di terminali di scarico afflitti da un leggero strabismo di Venere e da aree nere, che fanno il verso ai diffusori aerodinamici tipici delle supercar a fondo piatto.
IN PUNTA DI PIEDI Meno evidenti sono invece le modifiche all’interno dell’abitacolo, dove la sobrietà continua a regnare sovrana. Le uniche eccezioni sono rappresentate dai sedili sportivi, dalla pedaliera in alluminio, dal pomello del cambio dedicato e dalla nuova scala del tachimetro, che continua fino al suggestivo valore di 280 km/h. E non è che alla Mazda pecchino poi di eccessivo ottimismo…
IL BELLO DELLA DIRETTA Il motore deriva dal 2300 già a listino ma è stato profondamente rivisto per sopportare maggiori sollecitazioni. Dopato con un turbocompressore e con l’iniezione diretta, eroga 260 CV a soli 5500 giri e con una coppia massima di 380 Nm a 3000 giri. Quanto basta per toccare i 240 km/h e per superare i 100km/h 6,6 secondi dopo la partenza, anche se, stando a quanto dichiara la Mazda, il vero fiore all’occhiello dovrebbe essere il tiro ai medi regimi.
CI PENSA LEI A scaricare a terra tutta la cavalleria provvedono un cambio manuale a sei marce e un sistema di trazione integrale definito a ripartizione attiva della coppia. In base agli angoli di sterzata e di imbardata, all’accelerazione laterale e al regime del motore, il sistema può trasmettere una percentuale da 0 fino al 50% della forza motrice alle ruote posteriori. Il programma di gestione può funzionare con tre diverse logiche: Normale, Sportiva o Neve.
FA LA DURA Questo è quanto si vede a occhio nudo. Lontano dalla vista si segnalano infine altri interventi non meno importanti. Rispetto alla 6 vulgaris, la rigidità torsionale del telaio della MPS aumenta del 50%. Davanti, le molle si induriscono del 25%, mentre dietro del 37%. Anche le barre stabilizzatrici crescono di diametro: quella anteriore è ora da 24 mm, uno in più rispetto a quella posteriore.
P.S. A buon intenditore poche parole.... NIENTE ALI Rispetto a queste, la Mazda6 MPS si distingue per la pulizia della linea. A differenza di quanto accade sulle concorrenti, qui non c’è traccia di ali da biplano. uhauhauhauhuahhuahuahuahu LOLLLLLL
E’ PRONTA A due anni di distanza dal battesimo del primo prototipo, la Mazda6 MPS è tornata a calcare la passerella di Parigi, in versione questa volta definitiva. L’ ipervitaminizzata berlina nipponica è infatti ormai pronta al debutto su tutti i mercati mondiali. Il compito che l’aspetta non è certo facile: le sue principali rivali saranno le repliche delle vetture impegnate nel mondiale rally, capitanate da Subaru Impreza e Mitsubishi Lancer Evo.
NIENTE ALI Rispetto a queste, la Mazda6 MPS si distingue per la pulizia della linea. A differenza di quanto accade sulle concorrenti, qui non c’è traccia di ali da biplano. Le appendici aerodinamiche sono molto discrete, segno del fatto che per i progettisti il profilo della carrozzeria fa già bene il suo lavoro.
MISS MUSCOLO Riconoscere questa versione dalle altre della gamma è comunque facile anche per i più sbadati. La mascherina è più prominente e personale. Il suo profilo continua nelle nervature che solcano il cofano in rilievo, dando un’aria muscolosa al frontale. Anche i passaruota hanno messo su una taglia, allargati per ospitare cerchi da 18 pollici con pneumatici 215/45.
LIEVE STRABISMO A dare alla MPS un tocco unico ci sono anche i fari, in cui le singole lampade sono ora in maggior evidenza, e i paraurti. Molto aggressivo è in particolare quello posteriore, movimentato dalla presenza di una coppia di terminali di scarico afflitti da un leggero strabismo di Venere e da aree nere, che fanno il verso ai diffusori aerodinamici tipici delle supercar a fondo piatto.
IN PUNTA DI PIEDI Meno evidenti sono invece le modifiche all’interno dell’abitacolo, dove la sobrietà continua a regnare sovrana. Le uniche eccezioni sono rappresentate dai sedili sportivi, dalla pedaliera in alluminio, dal pomello del cambio dedicato e dalla nuova scala del tachimetro, che continua fino al suggestivo valore di 280 km/h. E non è che alla Mazda pecchino poi di eccessivo ottimismo…
IL BELLO DELLA DIRETTA Il motore deriva dal 2300 già a listino ma è stato profondamente rivisto per sopportare maggiori sollecitazioni. Dopato con un turbocompressore e con l’iniezione diretta, eroga 260 CV a soli 5500 giri e con una coppia massima di 380 Nm a 3000 giri. Quanto basta per toccare i 240 km/h e per superare i 100km/h 6,6 secondi dopo la partenza, anche se, stando a quanto dichiara la Mazda, il vero fiore all’occhiello dovrebbe essere il tiro ai medi regimi.
CI PENSA LEI A scaricare a terra tutta la cavalleria provvedono un cambio manuale a sei marce e un sistema di trazione integrale definito a ripartizione attiva della coppia. In base agli angoli di sterzata e di imbardata, all’accelerazione laterale e al regime del motore, il sistema può trasmettere una percentuale da 0 fino al 50% della forza motrice alle ruote posteriori. Il programma di gestione può funzionare con tre diverse logiche: Normale, Sportiva o Neve.
FA LA DURA Questo è quanto si vede a occhio nudo. Lontano dalla vista si segnalano infine altri interventi non meno importanti. Rispetto alla 6 vulgaris, la rigidità torsionale del telaio della MPS aumenta del 50%. Davanti, le molle si induriscono del 25%, mentre dietro del 37%. Anche le barre stabilizzatrici crescono di diametro: quella anteriore è ora da 24 mm, uno in più rispetto a quella posteriore.
P.S. A buon intenditore poche parole.... NIENTE ALI Rispetto a queste, la Mazda6 MPS si distingue per la pulizia della linea. A differenza di quanto accade sulle concorrenti, qui non c’è traccia di ali da biplano. uhauhauhauhuahhuahuahuahu LOLLLLLL
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