KTM 520 SX by Pierpaoli
Divertimento assicurato
Questa KTM rappresenta il più leggero Supermotard da noi mai provato e sicuramente uno dei più leggeri mai realizzati. Facilità di guida, immediatezza nelle risposte ed un controllo assoluto in ogni condizione sono i suoi tratti caratteristici, per una guida efficace, versatile e semplicemente inebriante
Dopo le prime timide apparizioni di qualche anno fa, i Supermotard hanno preso ora pesantemente piede nel mercato motociclistico internazionale, conquistando facilmente il cuore degli appassionati che si avvicinano al loro mondo.
Relegate inizialmente in una nicchia di mercato, a molti sconosciuta, queste autentiche “funny bike” hanno saputo conquistare in breve tempo grandi consensi ed apprezzamenti presso l’esigente pubblico motociclistico.
Come non rimanere stregati dalla facilità di guida di questi Supermotard; la posizione di guida è comoda e poco costrittiva, busto eretto e pieno controllo di ogni movimento. Un motore, quello monocilindrico, facile da gestire, con tanta coppia da subito, una buona trazione e non troppi giri a complicarci la vita.
Gomme slick o rain per assicurare una tenuta in curva a prova di smanettone, freni presi in prestito dalle moto sportive e maneggevolezza da capogiro. Perfette nel traffico quotidiano, non temono certo i fondi sconnessi, i marciapiedi o i fortuiti tratti sterrati, imbattibili nel misto stretto e fulminei nei tornanti di montagna.
Abbiamo provato questa volta una KTM 520, inizialmente da cross, ma accuratamente trasformata, in un fantastico Supermotard dalla Motofficina Pierpaoli di Roma (specializzata proprio nell’allestimento delle SM). Vincenzo Pierpaoli, oltre ad essere un bravo pilota tutt’ora in attività, è anche un ottimo meccanico e da numerosi anni si dedica alla messa a punto ed alla realizzazione di Supermotard su base enduro o cross; ormai ne conosce perfettamente ogni segreto e sa quindi valutarne eventuali pregi e difetti, già in fase di progettazione. E poi è soprattutto il nostro tester SM!
Perché scegliere una KTM da cross quindi? Il suo propulsore di soli 520 cc avrà di certo vita dura contro i più dotati avversari da oltre 600 cc.
Lo svantaggio, in termini di cavalli, che si paga nei confronti delle moto da oltre 600 cc è dell’ordine dei 7/8 CV; la KTM, infatti, dopo la maggiorazione di cilindrata da 520 fino a quasi 540 cc, supera la soglia dei 56 CV, mentre i più potenti delle rivali sfiorano la soglia dei 64 CV.
Ciò che rende competitiva questa moto è il suo telaio, le sue geometrie e soprattutto il suo peso.
L’interasse è forse il più contenuto tra tutti i Supermotard, la posizione di guida è molto raccolta sull’avantreno, grazie anche al piccolo serbatoio stretto e molto avanzato, che concede al pilota grande possibilità di movimento. Tutto questo regala grande feeling con il mezzo ed una sensazione di controllo totale in ogni situazione.
Il suo peso è estremamente contenuto e si mantiene al disotto dei 105 kg, mentre con i 650 cc della concorrenza si fatica a scendere sotto i 120 kg.
Proprio sullo stretto e sullo sterrato la moto sfodera il meglio di sé; colpisce subito la velocità di discesa in piega e la reattività ad ogni più piccolo comando impartito dal pilota. Già dai primi metri percorsi la sensazione di leggerezza è quella che domina la scena: basta un minimo spostamento di peso sul semimanubrio o sulle pedane per far cambiar completamente rotta a questo guizzante Supermotard. Le traiettorie vengono percorse con facilità e senza il minimo accenno ad allargare o a cadere dentro la curva; sull’asfalto si può scegliere lo stile di guida che si preferisce, sicuri che la moto digerirà perfettamente ogni tipo di condotta. In staccata si può arrivare di traverso e molto frenati, spostando il busto all’interno, aiutandosi a mantenere l’equilibrio con la gamba, e la moto non accennerà a sbacchettamenti in entrata, chiuderà veloce la curva, fermandosi in piega al punto giusto, lasciando al pilota un buon margine di sicurezza e di direzionalità in caso di correzioni.
Si può anche decidere di utilizzare uno stile più “pistaiolo”: il piede al suo posto sulla pedana interna, posizione arretrata sulla sella, busto e peso del corpo all’interno.
Si raggiungono così pieghe da capogiro e ci si ritrova spesso con il gomito che sfiora l’asfalto; in questo modo le traiettorie diventano più lineari e la fase d’inserimento prevede una secca discesa in piega fino alla massima angolazione. Le sospensioni assecondano facilmente anche questo tipo di condotta, con la moto che si aggrappa vigorosamente alla corda; il posteriore rigido, ma ben frenato, consente di avvertire sempre in modo chiaro il grip offerto dal pneumatico, controllando con l’acceleratore il suo scivolamento.
Rispetto ad altri Supermotard provati, a colpire è proprio la sincerità di comportamento e l’equilibrio che sa mantenere in ogni condizione, fino alle numerose acrobazie effettuate in tutte le posizioni e con entrambe le ruote più o meno alzate.
Anche quando ci siamo spinti verso le figure più spettacolari, impennando seduti sul serbatoio o in piedi sulla sella, la moto ha sempre reagito in modo sincero, assecondando senza alcuna reazione improvvisa o irregolare i nostri insoliti movimenti. Per quanto strano possa sembrare, questa KTM si è dimostrata equilibrata e ben addomesticata, anche quando gli abbiamo irriverentemente poggiato le gambe sul parafango anteriore, alzando la ruota posteriore a circa un metro da terra.
Il lavoro effettuato dal tecnico romano su questo Supermotard è stato intenso ed accurato, interessando ogni più piccolo particolare, dalla scelta dei componenti all’installazione, alla finale messa a punto.
I cerchi originali, da 21” per l’anteriore e da 19” per il posteriore, lasciano il posto ai nuovi a raggi, in lega, entrambi da 17” di diametro e dal canale di 3,5” all’anteriore e di 5” al posteriore. Le sospensioni vengono completamente riviste, per diventare più corte nella loro escursione e più rigide nel funzionamento: si ricorre a nuove molle WP, con modifica ai pompanti, alle lamelle e con la revisione completa dell’idraulica e degli steli, effettuata dall’Andreani Group. La messa a punto finale e la taratura della frenatura viene poi fatta direttamente dall’Officina Pierpaoli, che sostituisce anche le boccole, con delle nuove più scorrevoli. Vincenzo è un esperto e nel suo centro offre anche assistenza per ogni tipo di sospensione. Il mono originale viene lasciato al suo posto, necessitando solo della revisione dei componenti e di una nuova taratura dell’idraulica.
La posizione di guida viene modificata abbassando la sella di 1,5 cm: questo rende la moto più stabile in traiettoria e meglio gestibile nella guida sullo sterrato.
Per quanto riguarda il motore, le modifiche apportate hanno lasciato al loro posto ben pochi dei componenti originali, la cilindrata è aumentata con il kit KTM da 520 a quasi 540 cc; cambia, infatti, l’alesaggio, che passa da 95 mm fino agli attuali 97 mm e la modifica prevede la sostituzione del pistone e del cilindro. Il rapporto di compressione è stato aumentato, spianando la base del cilindro, mentre l’attenta lavorazione della testa ha migliorato la respirazione.
Il carburatore Keihin da 39 viene sostituito con un 41 FCR. Anche l’impianto frenante è oggetto di pesanti modifiche. All’avantreno troviamo ora una nuova pinza Brembo, che morde un disco di tipo Wawe, aiutato dalle pastiglie Braking modello CM66; un lavoro che consente un comportamento sempre sincero, pronto sin dal primo tocco e molto resistente ad eventuali affaticamenti. Le coperture utilizzate sull’asfalto sono slick, dalla mescola morbida all’anteriore e media al posteriore. In caso di terra o con fondo sporco si utilizza all’anteriore una rain o una slick intagliata, mentre per il posteriore si preferisce una slick media, scolpita.
Divertimento assicurato
Questa KTM rappresenta il più leggero Supermotard da noi mai provato e sicuramente uno dei più leggeri mai realizzati. Facilità di guida, immediatezza nelle risposte ed un controllo assoluto in ogni condizione sono i suoi tratti caratteristici, per una guida efficace, versatile e semplicemente inebriante
Dopo le prime timide apparizioni di qualche anno fa, i Supermotard hanno preso ora pesantemente piede nel mercato motociclistico internazionale, conquistando facilmente il cuore degli appassionati che si avvicinano al loro mondo.
Relegate inizialmente in una nicchia di mercato, a molti sconosciuta, queste autentiche “funny bike” hanno saputo conquistare in breve tempo grandi consensi ed apprezzamenti presso l’esigente pubblico motociclistico.
Come non rimanere stregati dalla facilità di guida di questi Supermotard; la posizione di guida è comoda e poco costrittiva, busto eretto e pieno controllo di ogni movimento. Un motore, quello monocilindrico, facile da gestire, con tanta coppia da subito, una buona trazione e non troppi giri a complicarci la vita.
Gomme slick o rain per assicurare una tenuta in curva a prova di smanettone, freni presi in prestito dalle moto sportive e maneggevolezza da capogiro. Perfette nel traffico quotidiano, non temono certo i fondi sconnessi, i marciapiedi o i fortuiti tratti sterrati, imbattibili nel misto stretto e fulminei nei tornanti di montagna.
Abbiamo provato questa volta una KTM 520, inizialmente da cross, ma accuratamente trasformata, in un fantastico Supermotard dalla Motofficina Pierpaoli di Roma (specializzata proprio nell’allestimento delle SM). Vincenzo Pierpaoli, oltre ad essere un bravo pilota tutt’ora in attività, è anche un ottimo meccanico e da numerosi anni si dedica alla messa a punto ed alla realizzazione di Supermotard su base enduro o cross; ormai ne conosce perfettamente ogni segreto e sa quindi valutarne eventuali pregi e difetti, già in fase di progettazione. E poi è soprattutto il nostro tester SM!
Perché scegliere una KTM da cross quindi? Il suo propulsore di soli 520 cc avrà di certo vita dura contro i più dotati avversari da oltre 600 cc.
Lo svantaggio, in termini di cavalli, che si paga nei confronti delle moto da oltre 600 cc è dell’ordine dei 7/8 CV; la KTM, infatti, dopo la maggiorazione di cilindrata da 520 fino a quasi 540 cc, supera la soglia dei 56 CV, mentre i più potenti delle rivali sfiorano la soglia dei 64 CV.
Ciò che rende competitiva questa moto è il suo telaio, le sue geometrie e soprattutto il suo peso.
L’interasse è forse il più contenuto tra tutti i Supermotard, la posizione di guida è molto raccolta sull’avantreno, grazie anche al piccolo serbatoio stretto e molto avanzato, che concede al pilota grande possibilità di movimento. Tutto questo regala grande feeling con il mezzo ed una sensazione di controllo totale in ogni situazione.
Il suo peso è estremamente contenuto e si mantiene al disotto dei 105 kg, mentre con i 650 cc della concorrenza si fatica a scendere sotto i 120 kg.
Proprio sullo stretto e sullo sterrato la moto sfodera il meglio di sé; colpisce subito la velocità di discesa in piega e la reattività ad ogni più piccolo comando impartito dal pilota. Già dai primi metri percorsi la sensazione di leggerezza è quella che domina la scena: basta un minimo spostamento di peso sul semimanubrio o sulle pedane per far cambiar completamente rotta a questo guizzante Supermotard. Le traiettorie vengono percorse con facilità e senza il minimo accenno ad allargare o a cadere dentro la curva; sull’asfalto si può scegliere lo stile di guida che si preferisce, sicuri che la moto digerirà perfettamente ogni tipo di condotta. In staccata si può arrivare di traverso e molto frenati, spostando il busto all’interno, aiutandosi a mantenere l’equilibrio con la gamba, e la moto non accennerà a sbacchettamenti in entrata, chiuderà veloce la curva, fermandosi in piega al punto giusto, lasciando al pilota un buon margine di sicurezza e di direzionalità in caso di correzioni.
Si può anche decidere di utilizzare uno stile più “pistaiolo”: il piede al suo posto sulla pedana interna, posizione arretrata sulla sella, busto e peso del corpo all’interno.
Si raggiungono così pieghe da capogiro e ci si ritrova spesso con il gomito che sfiora l’asfalto; in questo modo le traiettorie diventano più lineari e la fase d’inserimento prevede una secca discesa in piega fino alla massima angolazione. Le sospensioni assecondano facilmente anche questo tipo di condotta, con la moto che si aggrappa vigorosamente alla corda; il posteriore rigido, ma ben frenato, consente di avvertire sempre in modo chiaro il grip offerto dal pneumatico, controllando con l’acceleratore il suo scivolamento.
Rispetto ad altri Supermotard provati, a colpire è proprio la sincerità di comportamento e l’equilibrio che sa mantenere in ogni condizione, fino alle numerose acrobazie effettuate in tutte le posizioni e con entrambe le ruote più o meno alzate.
Anche quando ci siamo spinti verso le figure più spettacolari, impennando seduti sul serbatoio o in piedi sulla sella, la moto ha sempre reagito in modo sincero, assecondando senza alcuna reazione improvvisa o irregolare i nostri insoliti movimenti. Per quanto strano possa sembrare, questa KTM si è dimostrata equilibrata e ben addomesticata, anche quando gli abbiamo irriverentemente poggiato le gambe sul parafango anteriore, alzando la ruota posteriore a circa un metro da terra.
Il lavoro effettuato dal tecnico romano su questo Supermotard è stato intenso ed accurato, interessando ogni più piccolo particolare, dalla scelta dei componenti all’installazione, alla finale messa a punto.
I cerchi originali, da 21” per l’anteriore e da 19” per il posteriore, lasciano il posto ai nuovi a raggi, in lega, entrambi da 17” di diametro e dal canale di 3,5” all’anteriore e di 5” al posteriore. Le sospensioni vengono completamente riviste, per diventare più corte nella loro escursione e più rigide nel funzionamento: si ricorre a nuove molle WP, con modifica ai pompanti, alle lamelle e con la revisione completa dell’idraulica e degli steli, effettuata dall’Andreani Group. La messa a punto finale e la taratura della frenatura viene poi fatta direttamente dall’Officina Pierpaoli, che sostituisce anche le boccole, con delle nuove più scorrevoli. Vincenzo è un esperto e nel suo centro offre anche assistenza per ogni tipo di sospensione. Il mono originale viene lasciato al suo posto, necessitando solo della revisione dei componenti e di una nuova taratura dell’idraulica.
La posizione di guida viene modificata abbassando la sella di 1,5 cm: questo rende la moto più stabile in traiettoria e meglio gestibile nella guida sullo sterrato.
Per quanto riguarda il motore, le modifiche apportate hanno lasciato al loro posto ben pochi dei componenti originali, la cilindrata è aumentata con il kit KTM da 520 a quasi 540 cc; cambia, infatti, l’alesaggio, che passa da 95 mm fino agli attuali 97 mm e la modifica prevede la sostituzione del pistone e del cilindro. Il rapporto di compressione è stato aumentato, spianando la base del cilindro, mentre l’attenta lavorazione della testa ha migliorato la respirazione.
Il carburatore Keihin da 39 viene sostituito con un 41 FCR. Anche l’impianto frenante è oggetto di pesanti modifiche. All’avantreno troviamo ora una nuova pinza Brembo, che morde un disco di tipo Wawe, aiutato dalle pastiglie Braking modello CM66; un lavoro che consente un comportamento sempre sincero, pronto sin dal primo tocco e molto resistente ad eventuali affaticamenti. Le coperture utilizzate sull’asfalto sono slick, dalla mescola morbida all’anteriore e media al posteriore. In caso di terra o con fondo sporco si utilizza all’anteriore una rain o una slick intagliata, mentre per il posteriore si preferisce una slick media, scolpita.
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