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ultima novita dal governo di sinistra

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  • ultima novita dal governo di sinistra

    berlusconi lo aveva detto,chi votera a sinistra sara' un coglione............


    La stampa ''amica'' attacca Prodi
    Oggi anche la stampa "amica" del governo critica - spesso con toni aspri - la Finanziaria di Prodi. Ecco alcuni esempi eloquenti.

    Su Il Riformista:
    "Scusate, ma può dirsi ricco uno che porta a casa tremila euro netti al mese? ’Direi proprio di no’ commenta il direttore della Fondazione Nordest, Daniele Marini. ’...buona parte degli operai specializzati, tra stipendio e straordinari, quei soldi lì se li mette tranquillamente in busta’. ’Siamo al ceto medio bello e buono, altro che ricchi o classe agiata’.

    "Il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati: ’Sulla Finanziaria sono pessimista’... ’è dirigista e strozza i comuni’.

    "Il segretario lombardo della Quercia, Luciano Pizzetti, dice: ’sarebbe da manicomio se davvero aumentassimo il prelievo Irpef. Io ho fatto la campagna elettorale dicendo che non avremmo aumentato le tasse. Sarebbe un problema andare a dire alla gente che ci eravamo sbagliati. Qui al nord potremmo fare le valige perché tanto non ci voterebbero più. Anzi, la gente farebbe bene ad andare in piazza’.

    "Arturo Artom, un imprenditore milanese molto vicino a Enrico Letta: ’se si alza il prelievo Irpef, si rischia di ripetere la telenovela sulla tassa di successione ...dando ragione a Tremonti quando diceva che l’Unione avrebbe messo le mani in tasca agli italiani’."

    L’Unità.
    Titolo: "Tagli alla scuola? I sindacati: siamo pronti allo scontro"

    "Meno insegnanti e più alunni per classe. La Finanziaria al vaglio del governo taglia la scuola, divide la maggioranza e fa insorgere i sindacati che minacciano lo sciopero generale.

    "Una vera e propria croce per il centrosinistra che per cinque anni ha combattuto a fianco di insegnanti e alunni contro i tagli del ministro Moratti. ’Sulla scuola non possiamo transigere’ tuonava Giordano in Transatlantico, ’sosterremo le lotte degli insegnanti’. E Diliberto: ’... forse Padoa Schioppa non risponde agli elettori, ma il presidente Prodi e il sottoscritto sì e in campagna elettorale abbiamo detto l’esatto contrario’.

    "Verdi, Pdci e Italia dei Valori infuriati perché, accusano, ’siamo stati messi davanti al fatto compiuto, una finanziaria di cui non sappiamo nulla...’

    "Gestione pericolosa, rischiamo di andare in Parlamento senza rete’, attacca ancora il segretario del Pdci Diliberto.

    Un altro fronte aperto (...) è quello dei comuni, con il presidente Anci Leonardo Domenici che avverte: ’c’è grande confusione e voci allarmanti: se tali voci fossero confermate saremmo davanti ad una manovra totalmente inaccettabile’."

    Su Repubblica
    Massimo Giannini scrive:

    "Lo scontento è universale e trasversale".

    "Occorerebbe almeno una condivisione piena e incondizionata tra il premier, il ministro del Tesoro e la squadra di governo".

    "Tra le entrate spicca una revisione dell’Irpef assai pesante in parte anche per il ceto medio. ...La formula ipotizzata da Visco (...) costerà circa 6 miliardi di euro a livello di sistema e oltre 100 euro al mese per il singolo contribuente".

    "Sulla scuola: rapporto docenti/alunni ridotto da 1 su 138 a 1 su 168, e un taglio di 177 mila ’prof’ in sei anni. Sulla Sanità e la Pubblica Amministrazione: dal ticket sui ricoveri al pronto soccorso al taglio del 6%nei consumi intermedi. Sugli enti locali: dal tetto alle spese sanitarie al giro di vite al patto di stabilità".

    "Se a tutto questo si aggiungono la rimodulazione delle tasse sulle rendite finanziarie e la reintroduzione della tassa di successione, il risultato finale ricalca l’odiosa equazione smerciata dai liberisti di tutto il mondo: sinistra=tasse."
    ambaradan

  • #2
    Re: ultima novita dal governo di sinistra

    Europa. La doppiezza di Prodi
    In Europa, Romano Prodi sottoscrive, insieme a Chirac e Zapatero, una lettera indirizzata all’UE in cui si chiede una "mobilitazione collettiva che affronti l’emergenza immigrazione illegale". Al presidente Barroso si propone una serie di misure necessarie a limitare il fenomeno: dal pattugliamento alla sorveglianza marittima, dalla necessità di collaborare con i paesi di origine all’obbligo di offrire accoglienza.

    In Italia, sempre lui, demonizza invece la legge Bossi-Fini che si è rivelata la giusta risposta a quei paesi europei che rimproveravano l’Italia di essere un "colabrodo" alle frontiere.

    Alcuni ministri del governo Prodi chiedono l’abrogazione di questa legge oltre alla chiusura dei Cpt, i centri che hanno permesso alle forze dell’ordine di accogliere gli immigrati, di curarli prima di indirizzarli nelle varie città.

    Ancora. Il ministro Amato ha proposto di riconoscere la cittadinanza agli extracomunitari dopo soltanto cinque anni di residenza nel nostro Paese: una prospettiva che probabilmente porterà nuovi elettori all’Unione ma che nel frattempo, come confermano i dati, ha provocato un’impennata negli sbarchi e purtroppo un aumento di naufragi e di morti.

    Insomma, in Italia trionfa un solidarismo interessato e poi in Europa si mostra un apparente senso di responsabilità.

    E’ la consueta doppiezza di Prodi, ma questa volta il Professore non si è accorto che l’appello rivolto alla commissione europea in realtà è una denuncia al governo italiano, è una richiesta di intervento per correggere la politica italiana. Una denuncia a se stesso e alla sua incapacità di governare.
    ambaradan

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    • #3
      Re: ultima novita dal governo di sinistra

      Prodi aumenta le tasse. Ecco come
      I redditi compresi fra i 50 ed i 100 mila euro saranno i più colpiti dall’aumento delle tasse, previsto dalla legge finanziaria. La cancellazione del secondo modulo della riforma fiscale comporterà l’eliminazione di 8 miliardi di benefici introdotti da quella riforma. E che solo in parte – e per i redditi più bassi – verrà compensata dal taglio di cinque punti del cuneo fiscale; taglio che, per i lavoratori, si tradurrà in una restituzione fiscale di 4 miliardi.

      Questa operazione comporterà un aumento della pressione fiscale sulla classe media superiore al mezzo punto di pil. Una specie di patrimoniale, che non sarà per nulla compensata dal taglio del cuneo fiscale.

      Dovrebbero essere penalizzati dalla politica fiscale del governo tutti quei lavoratori dipendenti con uno stipendio che sfiora i 3 mila euro al mese.

      Si tratta dei contribuenti con la maggiore propensione al consumo. Un appesantimento del loro carico fiscale avrà, quindi, un effetto negativo sui consumi; quindi, sul pil, visto che sono proprio i consumi interni a tirare la crescita.

      Ne consegue che la manovra del governo sarà fortemente recessiva per l’economia nazionale.

      Vale la pena di ricordare che il secondo modulo della riforma fiscale, reimmettendo nel circuito economico 8 miliardi di euro, favorì nel 2005 una spinta dei consumi. E che proprio grazie a quella spinta oggi il pil cresce dell’1,6-1,7%. Eliminarlo sarebbe talmente grave per l’intero sistema produttivo da annullare gli effetti benefici della riduzione di 5 punti del cuneo fiscale.

      Per non parlare dei riflessi politici. L’operazione fiscale che hanno in mente Visco e Padoa Schioppa punta a colpire proprio quell’elettorato moderato. Prodi lo vuole "punire" perché "reo" di aver votato Berlusconi. Con il risultato che sta reintroducendo la lotta di classe. Fiscale, questa volta.
      ambaradan

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      • #4
        Re: ultima novita dal governo di sinistra

        bhè adesso posso solo dire gli sta bene a tutti quelli che lo hanno votato.
        io fortunatamente sono all'opposto e spero che cada in fretta.

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        • #5
          Re: ultima novita dal governo di sinistra

          Nelle Marche gli antifascisti viaggiano gratis
          Per la Regione Marche gli antifascisti sono come i sordomuti, i ciechi, gli invalidi, i mutilati di guerra, le donne incinte. Anche loro hanno diritto al viaggio gratis sull’autobus. Lo ha deciso lunedì scorso la giunta di centrosinistra guidata dal governatore Gian Mario Spacca (Margherita), stabilendo i nuovi criteri per le tariffe agevolate sui trasporti pubblici regionali e locali. Nella delibera si legge appunto che tra le categorie «aventi diritto alla libera circolazione» sui mezzi pubblici delle Marche ci sono «i perseguitati politici, antifascisti e razziali riconosciuti».

          Il problema è: riconosciuti come? La Regione non ne ha la minima idea. «Spetterà ai Comuni accertare i requisiti e fornire eventualmente il tesserino di esenzione all’utente», glissa un dirigente regionale.

          Gli antifascisti originali avranno così il patentino per viaggiare gratis sui bus, come gli invalidi sulla sedia a rotelle. Esentato dal biglietto anche chi si dichiari perseguitato per le proprie idee politiche o per la razza. Quindi, potenzialmente, chiunque potrà fare la fila agli sportelli comunali, delibera in mano, per diventare un militante partigiano, un dissidente, un martire dell’apartheid.

          Di un criterio di riconoscimento non c’è traccia nella delibera. Si potrà presentare chiunque e autocertificarsi come antifascista? Servono delle prove? Referenze? I marchigiani si stanno interrogando. Nel giro di nemmeno una settimana la Regione Marche si è accorta di averla fatta grossa. Tanto che ora cerca di rimediare sostenendo che non c’è niente di strano in tutto ciò, solo un polverone sollevato ad arte. Un comunicato stampa spiega che c’è stato un equivoco, la delibera è stata male interpretata dalla stampa locale, che ha costruito un caso sul nulla. Stesso concetto ripetuto al telefono dall’assessore ai trasporti Pietro Marcolini, tecnico di area Ds. «La verità è che gli antifascisti invece sono una categoria molto precisa. Si intende tutti coloro che sono stati condannati dai tribunali militari fascisti, sono stati mandati al confino o cacciati dall’insegnamento. E questi sono fatti certificati dalle prefetture e dagli albi comunali». Quindi una pattuglia ridottissima di ottuagenari superstiti della dittatura mussoliniana. Ma quanti ce ne saranno tra Ancona e Ascoli Piceno?

          Qualcuno la spiega in un altro modo. Pochi mesi fa la Regione ha aumentato il prezzo dei biglietti del 25 per cento. E ad ottobre aveva già alzato la tariffa dell’8 per cento. Provvedimenti poco popolari a cui si doveva rimediare con una mossa ad effetto. Esentare ultrasessantacinquenni, donne gravide, disoccupati, antifascisti, profughi e minoranze varie dev’essere sembrata la cura giusta per ricucire lo strappo.
          ambaradan

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          • #6
            Re: ultima novita dal governo di sinistra

            Il sottosegretario Cento vuole requisire gli immobili
            Ieri il sottosegretario Paolo Cento (sottosegretario del governo Prodi) è sceso in piazza contro il governo Prodi.

            Cento era al fianco degli sfrattati che, guidati da un gruppo di donne del movimento di lotta per la casa, hanno tentato lo sfondamento del cordone di polizia posto davanti a Palazzo Chigi per provare il colpo dell’invasione pacifica della sede del governo, mentre era in corso il consiglio dei ministri con un decreto pendente sugli sfratti.

            Le signore si sono fermate davanti al portone dove hanno organizzato un lungo sit in.

            Il sottosegretario verde all’Economia ha ritrovato l’entusiasmo di quando non era ancora arrivato al ministero di via XX settembre: «Rimango dell’idea che bisogna requisire immobili», ha ripetuto davanti a Palazzo Chigi.

            Mentre i ministri erano riuniti con Romano Prodi, un po’ per solidarietà, un po’ per mediare, sono scesi in strada con i manifestanti Caruso e i verdi Angelo Bonelli, capogruppo alla Camera, e Paolo Cento. Per appoggiare le loro ragioni proprio nel giorno in cui in consiglio dei ministri era in discussione il decreto sugli sfratti atteso da tre mesi dalle associazioni inquilini.

            La decisione è arrivata soltanto nel pomeriggio, dopo che il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha incontrato i manifestanti. Sono bloccati tutti gli sfratti per le famiglie che abbiano un reddito inferiore ai 27mila euro con figli o familiari ultrasettantenni, o malati terminali, o portatori di handicap, a carico. Un provvedimento bolscevico secondo l’ex sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi, più che altro per certi aspetti del decreto meno divulgati: «È un campionario di violazioni dello stato di diritto e dell’economia di mercato. L’Italia dell’est dà il peggio di sé». E sintetizza i punti più controversi della nuova legge: la proroga di nove anni per gli immobili sottoposti a cartolarizzazione, «una norma che non potrà che causare numerosi contenziosi» con le società che si occupano della privatizzazione degli immobili pubblici. Ma tra le novità c’è che lo sfratto sia più rigido nel caso che la proprietà sia di operatori professionali, come banche, assicurazioni e imprese immobiliari con più di cento appartamenti. Infine l’ultima parola sulle sentenze esecutive spetterà a delle commissioni amministrative.

            Ferrero ha rimandato il decreto alle 17 per una serie di problemi «non politici», ma «tecnici», come ha spiegato alle donne del sit in e agli altri manifestanti dell’associazione inquilini. In strada anche la rete Action, movimento che abbraccia la filosofia dell’esproprio, i duri e puri del diritto alla casa. Le manifestanti che hanno aggirato i cordoni di polizia arrivavano quasi tutte dai palazzi «cartolarizzati» di via Marchisio a Roma. «Da quando Assitalia, proprietaria degli immobili ha ceduto il suo patrimonio - la loro denuncia - sono cominciati a fioccare i provvedimenti di sfratto».

            «Queste manifestazioni servono a dare una mossa a questo governo che si perde nelle beghe di partito», ha attaccato Caruso. Anche Cento ha offerto la sua totale solidarietà: «Rimango dell’idea che sia necessario requisire immobili a favore dell’emergenza casa, contro le grandi speculazioni».

            È soddisfatta l’Unione inquilini, mentre le tre organizzazioni dei proprietari immobiliari, la Appc (Associazione piccoli proprietari case), la Confedilizia e l’Unioncasa, hanno scritto un durissimo comunicato congiunto: «Un governo che si qualificava come liberalizzatore si è dimenticato della Costituzione e ha varato una proroga degli sfratti di una portata dagli effetti sconvolgenti. Una volta ancora - è scritto nella nota - hanno avuto la meglio le ragioni della demagogia, del clientelismo, della resa della politica». Viene criticato anche lo «spettacolo finora inedito» della manifestazione davanti a Palazzo Chigi, «per la comunanza di esponenti governativi e di estremisti».
            ambaradan

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            • #7
              Re: ultima novita dal governo di sinistra

              Prodi attaccato anche dall’Unità!
              C’era un tempo in cui gran parte del popolo della sinistra non prendeva in considerazione le tesi e gli argomenti dei moderati soltanto perché non comparivano sulle pagine del quotidiano del Pci. "L’Unità non lo dice", affermavano i compagni, e tanto bastava poiché soltanto il quotidiano fondato da Antonio Gramsci era ritenuto depositario e dispensatore del verbo.

              Ebbene, gli scatti, i contorcimenti e la gaffes del Prodi costituiscono un disastro politico e istituzionale così grave che nessuno vuole e può nascondere: anche L’Unità, alfine, lo dice. E con brutale chiarezza, in un crescendo di critiche, ironie, incitamenti a chiarire il ruolo del Professore nel pasticciaccio brutto della Telecom. Che siano matti anche all’Unità?

              Sta di fatto che quando è saltato fuori il piano stilato da Angelo Rovati per Telecom, il direttore del quotidiano organico ai Ds, Antonio Padellaro, ha commentato con durezza: "Sul premier e sul suo consigliere si è rovesciato di tutto e di più. Giustamente, aggiungiamo noi, se tutto questo riuscirà a impedire che in futuro si ripetano gli errori andati a ripercuotersi sull’immagine di Prodi e del suo governo".

              E quando il Professore comincia a cedere e designa Gentiloni a riferire in Parlamento, è Pasquino a incalzare: "Deve venire di persona". Ancora: quando il premier furioso e dimezzato infine si arrende e si rassegna, chiosa: "Difficile giudicare in modo positivo la lunga incertezza per una decisione che il buon senso avrebbe dovuto indirizzare subito nella direzione giusta".

              E poi i titoli. Prodi afferma di non avere sbagliato niente? "Infallibile". Le gaffe si moltiplicano? "Non vado. Anzi sì...Tutte le svolte di Romano il cinese". Non esiste un caso Telecom-Governo? "Rovati, un caso nel centrosinistra. Prodi irritato dal pressing dell’Ulivo". E via dicendo.

              E singolare che a far rimarcare le durezze dell’Unità nei confronti di Romano Prodi sia stato il Corriere della Sera con questa puntigliosa citazione.

              Il giornale fondato da Gramsci è stato, in questi giorni difficili per il viaggiatore cinese, la puntuale espressione del disappunto, del maldipancia e delle critiche della Quercia nei confronti del presidente del Consiglio. "Non siamo più in campagna elettorale - spiega Padellaro -Prodi è al governo, e il nostro compito dev’essere di incalzarlo e denunciarne i passi falsi, non di lodarne le gesta a prescindere. Nel caso Telecom, le incertezze e gli errori di comunicazione sono sotto gli occhi di tutti".

              Sulle pagine dell’Unità hanno trovato sfogo, dunque, i risentimenti e le critiche per Prodi di un ampio spettro della dirigenza diessina, da D’Alema ad Angius, da esponenti della sinistra interna alla Finocchiaro. Preoccupa i vertici della Quercia la tenacia con cui Romano Prodi tenta di crearsi un personale sistema di potere, basato sull’uso spregiudicato di poteri finanziari ed industriali, con una pericolosa commistione di pubblico e privato. Non è un caso, quindi, che per bocciare l’iperattivismo di Palazzo Chigi, dalle alchimie bancarie al protagonismo in politica estera, anche l’Unità abbia sentito il bisogno di criticare le tentazioni del dirigismo.

              La guerra a Prodi, dall’interno dell’Unione, continuerà. Quella della caduta per "implosione" è un’ipotesi basata su un’analisi corretta delle dinamiche politiche. E ad avviare il processo d’implosione sarà una mano di sinistra.
              ambaradan

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              • #8
                Re: ultima novita dal governo di sinistra

                Ritorna Prodi: l'uomo sull'orlo di una crisi di nervi
                Un uomo sull’orlo di una crisi di nervi. Prodi contro tutti: l’opposizione (e qui ci siamo), ma anche le istituzioni (il Parlamento), il Vaticano, il mondo imprenditoriale, i propri alleati. E poi Prodi contro Prodi, in un crescendo rossiniano, un misto di orgoglio personale, narcisismo all’eccesso, furia vendicativa, ipertrofia dell’io.

                Nel giro di dieci giorni, dalla Cina a New York, al presidente del Consiglio è riuscito un vero e proprio capolavoro alla rovescia. Ormai posseduto dalla "sindrome Tafazzi", l’indimenticabile personaggio che si percuoteva da solo laddove fa più male, ha inanellato tali e tante "gaffes" nazionali e internazionali da sollecitare, da più parti, l’intervento di uno psicoterapeuta. Tanto che l’ormai celebre "ma siamo matti?", a seguito delle sollecitazioni perché si presentasse in Parlamento, assume i contorni di un’autoanalisi e richiede una risposta decisamente positiva: sì.

                A quella frase sono seguiti nell’ordine: l’abrogazione dell’embargo sulle armi alla Cina, con sostanziale cancellazione dall’agenda del viaggio del tema dei diritti civili; un sonoro ceffone all’istituzione Senato; l’incredibile "gaffe" sulla sicurezza del Papa; l’elogio della Siria e poi della democrazia di Hamas; per non parlare dell’ennesimo "j’accuse" a Tronchetti Provera di "aver usato il Governo", quando i fatti stanno a dimostrare che era l’esatto contrario.

                Ad ascoltare il suo "entourage", c’è da aggiungere che uno degli elementi che ha scatenato l’irritazione di Prodi sta nelle grandi aspettative che riponeva nel viaggio in Cina e nella sua "comparsata" all’Onu, per darsi una statura internazionale. Ampiamente offuscata da D’Alema.

                Il caso Telecom, unitamente ai modesti risultati, ha pressoché cancellato dalle prime pagine dei giornali lo "storico" approccio col Paese asiatico.

                La debacle comunicativa si è completata poi a New York, con l’incredibile risposta sulla sicurezza del Papa. Statura internazionale? Dieci giorni, migliaia di chilometri, per non crescere neppure di un millimetro.

                Sul piano interno, nei rapporti con gli alleati, il disastro non è stato minore.

                Se i tempi fossero maturi, se non ci fosse la Finanziaria, se la maggioranza non fosse quella che è, a Prodi sarebbe già stata indicata la via di uscita. Aveva ragione il suo amico De Benedetti: Prodi è come un amministratore di condominio. Il problema è che si comporta come il proprietario degli appartamenti. I condomini lo sopportano, per ora, ma non hanno alcuna intenzione di farseli espropriare. Così i nodi verranno comunque al pettine.
                ambaradan

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                • #9
                  Re: ultima novita dal governo di sinistra

                  L’ultima di Prodi. La sicurezza del Papa? «Ci pensino le sue guardie».
                  "Non so nulla" di possibili rischi per la sicurezza del Papa, "vedranno le sue guardie, non so assolutamente niente": con queste parole Romano Prodi ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la notizia di possibili rischi per l’incolumita’ di Benedetto XVI.
                  Mentre il premier si lanciava in quell’infelice considerazione sulla sicurezza del Papa, il leader della Margherita, Francesco Rutelli, nel ruolo di vicepremier illustrava a Montecitorio come a Roma fossero stati potenziati tutti i servizi a tutela della persona del Pontefice, della Santa sede e dei principali luoghi di culto.

                  E Prodi da New York che fa? Dice che la sicurezza del Papa non è affar suo ma delle guardie svizzere. Un brutto colpo per la tenuta del centrosinistra tanto che in Transatlantico all’interno della maggioranza rimbalzava una malignità: «A Prodi oramai gli ci vuole la badante».
                  E nel centrosinistra c’è chi critica apertamente il premier. Come il presidente dei deputati dell’Udeur, Mauro Fabris. «Beh, se questa è la posizione del presidente Prodi - commenta ironicamente - allora a me da credente non resta che affidarmi allo Spirito santo». Il radicale Daniele Capezzone, presidente della Commissione attività produttive della Camera parla di autolesionismo. «O siamo dinanzi a un’improvvisa botta di laicità, ma mi pare difficile - dice Capezzone -. O si tratta di un’altra delle battute autolesioniste di questi giorni. A volte sembra che Tafazzi (il personaggio comico simbolo dei masochisti ndr) sia tra gli spin doctor di Palazzo Chigi. Ma perché il governo vuole cacciarsi nei guai?».
                  L’ex ministro dell’Interno

                  Beppe Pisanu che giudica imprudente l’atteggiamento del premier. «Al presidente del Consiglio è sfuggita una battuta infelice ma potenzialmente pericolosa che, per nostra fortuna, non verrà presa sul serio neppure dal più sprovveduto degli estremisti», osserva il senatore di Forza italia. «La sicurezza del Santo padre infatti è affidata allo Stato italiano - puntualizza - e in occasione dei suoi viaggi all’estero, ai Paesi che lo ospitano».

                  Per il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini «il fuso orario gli ha dato alla testa» ovviamente a Prodi. Il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, parla di una «incredibile caduta di stile di Prodi verso il Papa». L’azzurro Antonio Tajani invece si chiede «come può rappresentare l’Italia in Europa e nel mondo un presidente del Consiglio che fa battute come quelle sulla sicurezza del Santo padre».
                  Per il vicecoordinatore azzurro, Fabrizio Cicchitto «Prodi ha problemi sia di comportamento, sia di linguaggio, sia di lucidità mentale». Infine per il coordinatore Sandro Bondi «Prodi farebbe meglio a pensare a quello che dirà in Parlamento».
                  ambaradan

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                  • #10
                    Re: ultima novita dal governo di sinistra

                    Telecom: la ragnatela di Prodi
                    La vicenda Telecom offre una doppia chiave di lettura: tecnica e politica. Palazzo Chigi ha giocato tutt’e due le partite: ha messo in piedi uno schema finanziario per "nazionalizzare" la rete infrastrutturale, camuffandolo come uno strumento per ridurre l’indebitamento di Telecom; ha tentato di accumulare potere ai danni dei suoi alleati politici, Ds e Margherita in testa, così da acquisire un maggior potere contrattuale in vista dell’ipotetico Partito democratico.

                    Lettura tecnica

                    Telecom ha raggiunto un indebitamento con banche e mercato superiore ai 40 miliardi di euro. Il livello è cresciuto dopo aver inglobato, quasi due anni fa, Tim, cioè la rete mobile. A fronte di un fatturato intorno agli 80 miliardi di euro, alla Telecom non bastava più la cassa che riusciva a creare con il canone e le tariffe della telefonia fissa e mobile per frenare l’indebitamento. Da qui, i contatti avviati da Tronchetti con Murdoch (e non solo) per mettere in ordine l’azienda.

                    Fra l’altro, l’intero colosso telefonico era ed è controllato da una finanziaria, Olimpia, nella quale Tronchetti controlla il 18%. In Olimpia erano presenti anche Banca Intesa e Unicredito: cioè, le banche maggiormente esposte nei confronti di Telecom. Le due banche, però, sono uscite da Olimpia prima dell’estate; ed entro un mese la loro partecipazione verrà liquidata completamente.

                    Il ruolo di Goldman

                    Le condizioni finanziarie di Telecom hanno attirato l’attenzione di tutte le banche d’affari del mondo. Tutte hanno messo a punto progetti di riordino societario per fronteggiare i debiti della società telefonica. Lo fanno per mestiere. Con l’obbiettivo di diventare advisor della società, una volta che il progetto di riorganizzazione va in porto.

                    L’unica che anziché inviare il proprio progetto di riordino societario a Tronchetti, lo ha inviato a Prodi è stata Goldman Sachs. Ed il motivo è evidente. Viene da Goldman Sachs Massimo Tononi, sottosegretario all’Economia. Viene da Goldman Sachs Costamagna, amico fraterno del presidente del Consiglio, e finanziatore della sua campagna elettorale. Vengono da Goldman Sachs lo stesso Prodi e Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia.

                    Lo schema Rovati

                    Nello schema di riordino societario di Telecom messo a punto da Goldman, e che ora passa alla storia come lo "schema Rovati" un ruolo non secondario lo giocano le ambizioni personali. Costamagna e Tononi hanno lavorato per anni nello stesso team di Goldman. Ed ora uno dei due è sottosegretario all’Economia, voluto da presidente del Consiglio (Padoa Schioppa nemmeno lo conosceva), con delega sulla Cassa depositi e prestiti. Se il progetto di riordino societario di Telecom messo a punto da Goldman fosse andato in porto, Costamagna sarebbe andato alla Cassa depositi e prestiti.

                    Così, i tecnici della Goldman elaborano un progetto che prevede:

                    Telecom resta tutt’intera, in quanto il valore prodotto dalla telefonia mobile favorisce la riduzione del debito;
                    Viene scorporata la rete di infrastrutture, che viene quotata in Borsa. La Cassa depositi e prestiti dovrebbe - secondo il progetto - acquisire il 30% del capitale, cioè diventare il primo azionista della nuova società. Il resto dovrebbe andare agli altri operatori telefonici e sul mercato.
                    In questo modo, Telecom avrebbe potuto ridurre, in un colpo solo, l’indebitamento per 19 miliardi. Con un problema. Questo, infatti, è il "valore di libro" con cui Telecom valuta la rete. In realtà, altre banche d’affari danno alla rete un valore più basso: fra i 9 ed i 12 miliardi.
                    Un ente pubblico, come la Cassa, però, acquisirebbe a "valore di libro". Quindi, dalla cassa erano pronti per ridurre direttamente l’indebitamento di Telecom 6 miliardi.
                    Il ruolo della Cassa

                    In tutto questo progetto di riordino, l’onere maggiore è a carico della Cassa depositi e prestiti. Vale la pena di ricordare che la cassa è uno strano animale. E’ pubblico, perché controllato dal Tesoro. E’ privato perché Bruxelles considera le sue operazioni fuori dal perimetro della Pubblica amministrazione, e nel consiglio d’amministrazione siedono anche i rappresentanti delle Fondazioni bancarie. Il rafforzamento della Cassa venne voluto da Tremonti per ridurre il debito pubblico. La Cassa, infatti, acquisì forti partecipazioni di Enel, Eni e Terna (la rete d’infrastrutture energetiche) e per la contabilità di Stato il debito venne ridotto. Insomma, aveva una finalità pubblica. Prodi e Tononi, invece, con il progetto di Goldman Sachs vogliono estendere il ruolo della cassa a partecipazioni private: come quelle della rete d’infrastrutture della Telecom, ma anche per Autostrade.

                    In questo modo, la riduzione dell’indebitamento di aziende private, operato attraverso Cassa depositi, sarebbe ricaduto sulla collettività. Le risorse della Cassa depositi e prestiti, infatti, vengono dai libretti di risparmio postale.

                    Livello politico

                    Lo schema Rovati-Goldman aveva un altro lato della medaglia. Se fosse andato in porto, avrebbe consegnato a Prodi un forte strumento di pressione politica: una nuova Iri, rappresentata dalla Cassa depositi e prestiti riformata. Strumento che sarebbe tornato utile quando all’interno della maggioranza si sarebbe discusso concretamente di Partito democratico. Ed è per queste ragioni che sia i Ds sia la Margherita si sono messi di traverso al progetto. E sia direttamente, sia indirettamente, i due partiti hanno sostenuto - se non addirittura incentivato - Tronchetti ad elaborare un piano alternativo.

                    Piano Tronchetti

                    La ricostruzione data da Prodi dei colloqui con l’azionista di maggioranza della Telecom è incompleta. Il presidente del Consiglio gli aveva consigliato di quotare la rete di infrastrutture; ed anche accennato al ruolo della Cassa depositi nell’operazione. Lo aveva anche invitato a non scorporare Tim dall’azienda. In quanto, pensava che dietro a Murdoch ci potesse essere Mediaset. E Prodi non voleva e non vuole che Berlusconi entri nel business della telefonia mobile. Così, negli incontri privati con Tronchetti, ha perorato lo schema Goldman-Rovati; fino al punto di promettergli un progetto nero su bianco. E così è stato. Tononi invia a Prodi lo schema di riassetto messo a punto dai suoi amici della Goldman. Prodi riceve il documento in "power point" tutt’altro che "artigianale" e dice a Rovati di farlo pervenire a Tronchetti.

                    Rovati rispetta l’ordine ed aggiunge un suo bigliettino della Presidenza del Consiglio. Al tempo stesso, però, Ds e Margherita non volevano e non vogliono che Prodi si rafforzi con lo schema Goldman-Rovati. E lo fanno sapere attraverso i loro canali a Tronchetti.

                    In mezzo al guado

                    Da una parte Prodi, cioè, il presidente del Consiglio, che gli chiede una cosa; dall’altra gli azionisti di maggioranza del premier che gliene chiedono un’altra, opposta. Da uomo d’impresa, dà ragione agli azionisti di maggioranza. La proprietà di un’azienda resta, i manager cambiano. Così, il suo piano prevede la quotazione della rete, come chiesto da Prodi; ma, la rete resta dentro la pancia di Telecom; e la telefonia mobile di Tim viene scorporata. Insomma, prova a dar retta a tutt’e due le richieste. Anche se riduce il valore della Telecom, portando via la Tim.

                    L’ira di Prodi

                    Quando scopre il progetto di scorporo di Tim, il Presidente del Consiglio va su tutte le furie. Capisce che tutto il suo schema finanziario e politico viene meno; in più, intravvede il rischio che Berlusconi possa entrare dentro Tim. Ed a Frascati, alla riunione dei gruppi dell’Ulivo, si dice "sconcertato" dalle scelte di Tronchetti. "Non ne ero al corrente", dice sapendo di mentire. E’ una dichiarazione di guerra a Tronchetti.
                    Telecom fa arrivare a due giornali (Il Giornale e MF) l’indiscrezione che Palazzo Chigi sapeva.

                    Che c’erano stati contatti con Rovati; e Rovati è un uomo che riferisce tutto a Prodi: vuoi perché amico da trent’anni, vuoi perché ricopre l’incarico di responsabile della segreteria tecnica della Presidenza del Consiglio. E’ tenuto a riferire. Prodi si arrabbia ancora di più. E, fatto inusuale, emette un comunicato della Presidenza del Consiglio che rivela i colloqui riservati fra Prodi e Tronchetti (fra l’altro quel comunicato è ora oggetto di indagine della Sec, la Consob americana, perché vengono tirate in ballo Time Warner, General Electric e la stessa Telecom: quotate a Wall Street).

                    A quel punto, Tronchetti fa arrivare ai "suoi" giornali, Corriere della Sera e Sole 24 Ore, il documento in "power point" ricevuto da Rovati, con tanto di biglietto autografo. Due giorni di guerra senza frontiere, e venerdì sera un consiglio di amministrazione della Telecom accetta la scelta di Tronchetti di dimettersi da presidente del gruppo.

                    Arriva Rossi

                    Si fa sostituire da Guido Rossi, l’uomo che tutti identificano "vicino" a Massimo D’Alema. E’ lo schiaffo estremo di Tronchetti a Prodi. In tutti questi giorni, infatti, il silenzio intorno alla vicenda di Ds e Margherita è stato emblematico. Prodi lo ha capito. Ed ora per tenere insieme la coalizione, si appoggerà ancora di più agli altri partiti della maggioranza. Come? Soddisfando le loro richieste in materia di conti pubblici. E la finanziaria diventerà la camera di compensazione della vicenda Telecom. L’exit strategy di Prodi per allungare la sua permanenza a Palazzo Chigi. Le dimissioni di Rovati rientrano in questo schema.
                    ambaradan

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