Kyoto e dintorni - Londra rilancia l’allarme effetto serra: ci saranno conseguenze molto più gravi del previsto
Londra, 6 febbraio – Carestie, siccità, danni socio-economici e il possibile crollo di interi ecosistemi: la sempre più alta concentrazione dei gas responsabili dell'effetto serra porterà a conseguenze a questo punto inevitabili e molto più gravi di quanto si era finora immaginato. E' quanto afferma un rapporto del governo britannico, secondo il quale è ormai praticamente impossibile mantenere le emissioni di gas nocivi entro limiti sicuri.
L'obiettivo del rapporto - che raccoglie le ricerche di diversi studiosi presentate a una conferenza sul clima tenutasi nel febbraio del 2005 - è quello di identificare a quale livello la concentrazione di gas nocivi nell'atmosfera diventa pericolosa per il clima e cosa fare per evitare di raggiungere tale livello.
L'Ue si è impegnata a prendere le precauzioni necessarie affinché la temperatura media globale non aumenti di oltre 2 gradi centigradi. Secondo gli studiosi, tuttavia, anche un aumento di soli due gradi, è sufficiente a provocare lo scioglimento dei ghiacci che ricoprono la Groenlandia e che racchiudono il 10% dell'acqua del pianeta.
Gli effetti - che si faranno sentire durante i prossimi 1.000 anni - saranno devastanti: un aumento di 7 metri del livello del mare, “il possibile crollo di interi ecosistemi” e “un aumento esponenziale di carestie e siccità, oltre a gravi danni socio-economici”, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Al momento, l'atmosfera contiene 380 parti per milione (ppm) di anidride carbonica, in confronto alle 275 ppm dell'era preindustriale. Per far sì che la temperatura media globale non aumenti di più di due gradi, la concentrazione di anidride carbonica non dovrebbe superare le 450 ppm. Tale obiettivo, tuttavia, sarà difficilmente raggiungibile.
“Arriveremo ad una concentrazione di 400 ppm nei prossimi 10 anni, purtroppo. Nessun paese è disposto a chiudere una centrale che fornisce l'energia necessaria alla sua popolazione all'unico scopo di risolvere il problema dell'effetto serra, dobbiamo accettare questa realtà. L'obbiettivo di mantenere la concentrazione al di sotto dei 450 ppm è quindi, temo, non realistico”, ha dichiarato Sir David King, il principale consulente scientifico del governo britannico.
Il ministro britannico dell'ambiente Margaret Beckett ha dichiarato alla Bbc che le conclusioni del rapporto sono destinate ad allarmare molte persone, finora convinte che si potesse ancora contenere l'effetto serra entro limiti sicuri.
“Il pubblico non ha ancora familiarizzato con la nozione che potremmo raggiungere un punto di non ritorno in cui i cambiamenti diventerebbero irreversibili. Non stiamo parlando di una cosa che accadrà nei prossimi cinque minuti, ma forse nell'arco di un migliaio di anni. Tuttavia è il concetto di irreversibilità che, credo, farà preoccupare di più la gente”.
cosa ne pensate?
Londra, 6 febbraio – Carestie, siccità, danni socio-economici e il possibile crollo di interi ecosistemi: la sempre più alta concentrazione dei gas responsabili dell'effetto serra porterà a conseguenze a questo punto inevitabili e molto più gravi di quanto si era finora immaginato. E' quanto afferma un rapporto del governo britannico, secondo il quale è ormai praticamente impossibile mantenere le emissioni di gas nocivi entro limiti sicuri.
L'obiettivo del rapporto - che raccoglie le ricerche di diversi studiosi presentate a una conferenza sul clima tenutasi nel febbraio del 2005 - è quello di identificare a quale livello la concentrazione di gas nocivi nell'atmosfera diventa pericolosa per il clima e cosa fare per evitare di raggiungere tale livello.
L'Ue si è impegnata a prendere le precauzioni necessarie affinché la temperatura media globale non aumenti di oltre 2 gradi centigradi. Secondo gli studiosi, tuttavia, anche un aumento di soli due gradi, è sufficiente a provocare lo scioglimento dei ghiacci che ricoprono la Groenlandia e che racchiudono il 10% dell'acqua del pianeta.
Gli effetti - che si faranno sentire durante i prossimi 1.000 anni - saranno devastanti: un aumento di 7 metri del livello del mare, “il possibile crollo di interi ecosistemi” e “un aumento esponenziale di carestie e siccità, oltre a gravi danni socio-economici”, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Al momento, l'atmosfera contiene 380 parti per milione (ppm) di anidride carbonica, in confronto alle 275 ppm dell'era preindustriale. Per far sì che la temperatura media globale non aumenti di più di due gradi, la concentrazione di anidride carbonica non dovrebbe superare le 450 ppm. Tale obiettivo, tuttavia, sarà difficilmente raggiungibile.
“Arriveremo ad una concentrazione di 400 ppm nei prossimi 10 anni, purtroppo. Nessun paese è disposto a chiudere una centrale che fornisce l'energia necessaria alla sua popolazione all'unico scopo di risolvere il problema dell'effetto serra, dobbiamo accettare questa realtà. L'obbiettivo di mantenere la concentrazione al di sotto dei 450 ppm è quindi, temo, non realistico”, ha dichiarato Sir David King, il principale consulente scientifico del governo britannico.
Il ministro britannico dell'ambiente Margaret Beckett ha dichiarato alla Bbc che le conclusioni del rapporto sono destinate ad allarmare molte persone, finora convinte che si potesse ancora contenere l'effetto serra entro limiti sicuri.
“Il pubblico non ha ancora familiarizzato con la nozione che potremmo raggiungere un punto di non ritorno in cui i cambiamenti diventerebbero irreversibili. Non stiamo parlando di una cosa che accadrà nei prossimi cinque minuti, ma forse nell'arco di un migliaio di anni. Tuttavia è il concetto di irreversibilità che, credo, farà preoccupare di più la gente”.
cosa ne pensate?
Commenta