Procura chiede rinvio a giudizio per poliziotto: ha rubato 1 chilo di cocaina
Avrebbe sottratto un chilo e 476 grammi di cocaina che doveva custodire in Questura come prova del reato: il Pm Lorenzo Gestri ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato e detenzione di stupefacenti a fini di spaccio per l'agente della squadra Mobile di Bologna che venne arrestato dai suoi stessi colleghi nello scorso febbraio.
Il poliziotto aveva ammesso di aver preso la droga dall'ufficio reperti, asserendo pero' di averla usata per consumo personale. Ma visto che l'ammanco maggiore, di 1,2 kg, risaliva al marzo 2006 pare poco credibile un consumo personale di cosi' tanta cocaina nel giro di qualche mese. Da qui la detenzione a fini di spaccio.
L'accusa di peculato invece si e' configurata vista che si tratta di un reato che viene compiuto dal pubblico ufficiale che si appropria di denaro o beni che ha nella propria disponibilita' per il suo incarico. In questo caso il poliziotto doveva custodire la droga sequestrata.
La vicenda era venuta alla luce a inizio anno, quando, in seguito ad alcuni malesseri di carattere nervoso, l'agente era stato ricoverato in un ospedale cittadino. Gli accertamenti sanitari, avevano stabilito che i suoi problemi di salute erano dovuti all'assunzione di stupefacenti, in particolare cocaina.
La Questura aveva deciso accertamenti medici ulteriori, e informato della vicenda oltre alla Procura, che aveva avviato l'inchiesta, anche il ministero dell'Interno. Inizialmente il fascicolo era stato aperto come atti relativi a fatti non costituenti reato. L'uso di droga non e' reato, anche se per un agente comporta provvedimenti disciplinari. La Questura aveva gia' avviato un procedimento interno nei confronti del poliziotto, al quale erano stato subito ritirati tesserino e pistola.
Italia. Interrogazione parlamentare sull'uso di droga da parte della polizia
Il deputato Ds Angelo Lomaglio ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno, Giuliano Amato, 'per sapere quali iniziative intenda assumere allo scopo di avviare un'indagine conoscitiva finalizzata all'approfondimento della vicenda e alla verifica della veridicita' dei fatti riguardanti il servizio Volanti della Questura di Palermo'. Lo Maglio sul tema aveva presentato una nota al ministero dell'Interno, indirizzata al vice ministro Marco Minniti, ma non ha ottenuto risposta.
Dice il deputato che 'per iniziativa del questore di Palermo, Giuseppe Caruso, e' stata condotta nei mesi scorsi un'indagine su un campione di 28 agenti del 'servizio volanti' della Questura, che si e' avvalsa anche di accertamenti sanitari ed analisi cliniche. Da tale indagine sarebbe emerso che 15 poliziotti avrebbero acquistato e fatto uso di stupefacenti (THC e cocaina)'.
'Tale comportamento, se confermato, appare particolarmente grave anche in considerazione dell'esigenza di una piena affidabilita' degli operatori, tenendo conto del ruolo e delle attivita' svolte dal servizio volanti che impongono un contatto diretto con i cittadini nell'opera di prevenzione dei reati e controllo del territorio. E' del tutto evidente che la verifica ispettiva richiesta e tutti gli eventuali provvedimenti che il ministro intendesse adottare, non puo' e non deve prendere le mosse da giudizi sommari o preconcetti ma, al contrario, deve essere realizzata in modo rigoroso a garanzia di tutte le parti coinvolte e nel supremo interesse della credibilita' delle Istituzioni della Polizia di Stato'.
Italia. Arrestato maresciallo dell'Esercito per spaccio di cocaina
E' stato sottoposto stamani all'interrogatorio di garanzia un maresciallo dell'esercito, R.C., 26 anni, di Pontecorvo, che e' stato arrestato, nei giorni scorsi, con l'accusa di spaccio di cocaina ed hashish.
L'arresto del maresciallo, che e' difeso dagli avvocati Giampiero Vellucci e Ivan Caserta, e' stato convalidato e il giovane per ora resta in cella. Secondo quando accertato dai carabinieri della compagnia di Pontecorvo, prendeva le ordinazioni via filo e poi si recava nel napoletano per rifornirsi di polvere bianca e di fumo. Sono proprio le intercettazioni telefoniche, durate bene sette mesi, ad inchiodare R.C. ed a convincere il gip presso la Procura di Cassino a firmare l'ordinanza di custodia.
Gorizia. Arrestato dirigente Anticrimine. L'accusa: aiutava trafficanti di droga
Il dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Gorizia, C. L., e' stato arrestato oggi con le accuse di corruzione, favoreggiamento e rivelazione di segreti d'ufficio a un'organizzazione dedita allo spaccio di droga tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto.
L'indagine, condotta dalla Procura della repubblica di Trieste, ha portato in carcere altre due persone, entrambe accusati di aver venduto cocaina a consumatori della provincia di Trieste.
Lorito -secondo quanto reso noto dal Procuratore capo di Trieste, Nicola Maria Pace- avrebbe coperto l'attivita' di spaccio gestita dai due in cambio di favori personali, in particolare ricevendo egli stesso sostanze stupefacenti.
Gli ordini di custodia cautelare, emessi dal Gip su richiesta dei pm Raffaele Tito e Lucia Baldovin, e' stato eseguito oggi dalla Squadra mobile della Questura di Trieste. Sono state inoltre eseguite numerose perquisizioni in abitazioni delle province di Trieste, Gorizia e Treviso.
L'inchiesta era nata da accertamenti su un incendio doloso che aveva danneggiato, nel luglio scorso, una pescheria aperta da pochi giorni nel Comune di Duino Aurisina (Trieste). Dalle indagini e' venuta alla luce l'esistenza di un traffico di stupefacenti tra le tre province.
Le intercettazioni telefoniche hanno cosi' portato alla scoperta dei legami tra i due presunti gestori del traffico di cocaina. Dalle loro rivelazioni sono scaturite le accuse al dirigente della Questura isontina, che e' stato arrestato oggi.
Trieste. Rinviata a gennaio udienza ex capo della Mobile
Schermaglie procedurali, eccezioni e richieste contrapposte: si e' svolta in questi termini ieri, al Tribunale di Trieste, l'udienza convocata dal Gip, Massimo Tommassini, nella forma dell'incidente probatorio in merito all'inchiesta che ha portato all'arresto per favoreggiamento e corruzione dell'ex capo della Mobile di Trieste e Gorizia, C.L., e di altre tre persone che invece sono state arrestate per spaccio di droga.
Il previsto confronto tra L., ora agli arresti domiciliari dopo la detenzione nel carcere di Santa Maria Capua a Vetere (Caserta), e D.D., il testimone chiave dell'inchiesta della Procura di Trieste, non c'e' stato. Il Gip ha rinviato al 7 gennaio 2008 l'incidente probatorio, accogliendo la richiesta in questo senso dei difensori di L., che avevano eccepito in particolare sulla mancata disponibilita' di una serie di atti trasmessi dalla Procura. 'Finora -ha spiegato l'avvocato Giorgio Borean, che assieme a Riccardo Seibold difende l'ex capo della Mobile- non abbiamo ancora avuto, ad esempio, le trascrizioni integrali delle intercettazioni telefoniche, ma solo stralci estrapolati in chiave accusatoria. Se un domani Deste si avvalesse della facolta' di non rispondere, una volta fatto l'incidente probatorio, cio' pregiudicherebbe i diritti della difesa, perche' non disporremmo degli stessi mezzi, delle stesse carte.
Ci siamo richiamati dunque anche ai principi costituzionali del giusto processo, su quali debbano essere i poteri che la difesa ha in un incidente probatorio'.
Napoli. Fermato agente Polizia Penitenziaria accusato di narcotraffico
Traffico di droga nelle mani del clan Belforte nel Casertano. A accertarlo, anche grazie a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, e' stata la Procura della Repubblica di Napoli che ieri ha emesso tre provvedimenti di fermo: anche a carico di un agente di polizia penitenziaria.
Si tratta di S.L., in servizio alla carcere di Poggioreale che, secondo gli inquirenti, da circa un decennio aveva il compito di prelevare e trasportare la droga a Marcianise nonche', poi, di consegnarla approfittando della sua funzione pubblica e della divisa.
In particolare Rotaniello faceva parte del gruppo di Felice Napolitano il quale, anche se agli arresti domiciliari da circa un anno, aveva contatti nella propria abitazione con affiliati del clan e, sottraendosi ai controlli delle forze dell'ordine, provvedeva a gestire tutte le attivita' illecite riconducibili al clan Belforte.
Italia. Bologna. Vigilessa arrestata per spaccio di droga
Un agente della polizia municipale di Casalecchio di Reno (Bologna) quando non era in servizio spacciava droga. Fermata dalla polizia è stata arrestata.
La scorsa notte, durante normali controlli a Bologna, i militari hanno fermato la vigilessa a bordo della sua Fiat Punto in pieno centro storico. Con sé aveva, nella borsetta, un bilancino di precisione e due due involucri con 10 grammi di cocaina. Condotta in Questura per ulteriori accertamenti l'agente di polizia municipale è stata posta agli arresti domiciliari.
Portici (Na). Ancora un vigile urbano arrestato per spaccio di droga
Ancora un vigile urbano, questa volta in servizio a Portici (Na), e' stato arrestato dalla polizia per detenzione di droga ai fini di spaccio. Ieri, un altro vigile, in servizio a Bologna, era stato arrestato per lo stesso motivo.
Le manovre di G.L.B., 60 anni, sono finite nel mirino degli agenti del commissariato San Giovanni Barra, guidato da Luciano Nigro, che hanno monitorato l'abitazione del vigile, fino a sequestrare, ieri sera 1,6 kg di hashish.
L'uomo aveva destato sospetti perche' usciva continuamente dalla propria abitazione per raggiungerne un'altra attigua, in corso San Giovanni Teduccio. Da un controllo nell'appartamento di G.L.B. sono stati rinvenuti in un armadio otto 'pani' di hashish. L'uomo e' stato arrestato.
Aversa: vigile urbano riscuoteva pizzo per conto Casalesi
AVERSA (CE) - Utilizzava la sede dei vigili urbani di San Cipriano di Aversa, in provincia di Caserta, per tenere riunioni con pregiudicati, usando telefoni e auto della polizia municipale per spacciare cocaina e, dicono i Pm, per riscuotere il "pizzo" per conto dei Casalesi. Avviso di garanzia per un vigile urbano sospeso dalla prefettura nel 1985 e fratello di un elemento di spicco degli stessi Casalesi. (Agr)
Sciabolatore della Guardia di Finanza positivo alla cannabis
Si scusa per 'l'inqualificabile comportamento tenuto in quella maledetta serata di inizio estate'. La definisce 'una cretinata' e non cerca giustificazioni ne' chiede controanalisi. Ma nella lettera inviata al presidente del Coni Gianni Petrucci, Marco Ciari, sciabolatore livornese risultato positivo alla cannabis, tiene a sottolineare 'che l'assunzione di sostanza proibita e' stata fatta solo per uno stupido e ingiustificabile momento di 'leggerezza' con gli amici; mai e poi mai c'e' stata intenzione da parte mia di aumentare le prestazioni psico-fisiche allo scopo di compiere una frode sportiva'. Ciari si rammarica per aver tradito la fiducia dei genitori, del Coni, della Fis, del suo gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, di dirigenti, maestri e compagni di squadra. 'Vorrei poter tornare indietro, poter cancellare quel momento di follia, vorrei non aver mai tradito la scherma: uno sport pulito, trasparente ed esaltante, dove tutto si basa sul sano agonismo e sul rispetto dell'avversario, cosa, per altro che non e' mai mancata da parte mia'. 'Mi pento e mi pentiro' amaramente di quella sciocchezza ma, vi prego, non mi considerate un 'dopato' o un 'drogato', casomai un cretino che per gli eccessi di una serata rischia di buttare in fumo dieci anni di lavoro ed una futura possibile carriera sportiva piena di soddisfazioni. Sara' dura stare lontano dai campi di gara, pero' sono pronto ad espiare la mia colpa; sono strapentito per quanto ho commesso ed in particolare per il danno di immagine che ho provocato al Coni, alla scherma italiana ed al Gruppo Sportivo Fiamme Gialle e, soprattutto, per il dolore che ho causato alla mia mamma ed al mio babbo'.
Avrebbe sottratto un chilo e 476 grammi di cocaina che doveva custodire in Questura come prova del reato: il Pm Lorenzo Gestri ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato e detenzione di stupefacenti a fini di spaccio per l'agente della squadra Mobile di Bologna che venne arrestato dai suoi stessi colleghi nello scorso febbraio.
Il poliziotto aveva ammesso di aver preso la droga dall'ufficio reperti, asserendo pero' di averla usata per consumo personale. Ma visto che l'ammanco maggiore, di 1,2 kg, risaliva al marzo 2006 pare poco credibile un consumo personale di cosi' tanta cocaina nel giro di qualche mese. Da qui la detenzione a fini di spaccio.
L'accusa di peculato invece si e' configurata vista che si tratta di un reato che viene compiuto dal pubblico ufficiale che si appropria di denaro o beni che ha nella propria disponibilita' per il suo incarico. In questo caso il poliziotto doveva custodire la droga sequestrata.
La vicenda era venuta alla luce a inizio anno, quando, in seguito ad alcuni malesseri di carattere nervoso, l'agente era stato ricoverato in un ospedale cittadino. Gli accertamenti sanitari, avevano stabilito che i suoi problemi di salute erano dovuti all'assunzione di stupefacenti, in particolare cocaina.
La Questura aveva deciso accertamenti medici ulteriori, e informato della vicenda oltre alla Procura, che aveva avviato l'inchiesta, anche il ministero dell'Interno. Inizialmente il fascicolo era stato aperto come atti relativi a fatti non costituenti reato. L'uso di droga non e' reato, anche se per un agente comporta provvedimenti disciplinari. La Questura aveva gia' avviato un procedimento interno nei confronti del poliziotto, al quale erano stato subito ritirati tesserino e pistola.
Italia. Interrogazione parlamentare sull'uso di droga da parte della polizia
Il deputato Ds Angelo Lomaglio ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno, Giuliano Amato, 'per sapere quali iniziative intenda assumere allo scopo di avviare un'indagine conoscitiva finalizzata all'approfondimento della vicenda e alla verifica della veridicita' dei fatti riguardanti il servizio Volanti della Questura di Palermo'. Lo Maglio sul tema aveva presentato una nota al ministero dell'Interno, indirizzata al vice ministro Marco Minniti, ma non ha ottenuto risposta.
Dice il deputato che 'per iniziativa del questore di Palermo, Giuseppe Caruso, e' stata condotta nei mesi scorsi un'indagine su un campione di 28 agenti del 'servizio volanti' della Questura, che si e' avvalsa anche di accertamenti sanitari ed analisi cliniche. Da tale indagine sarebbe emerso che 15 poliziotti avrebbero acquistato e fatto uso di stupefacenti (THC e cocaina)'.
'Tale comportamento, se confermato, appare particolarmente grave anche in considerazione dell'esigenza di una piena affidabilita' degli operatori, tenendo conto del ruolo e delle attivita' svolte dal servizio volanti che impongono un contatto diretto con i cittadini nell'opera di prevenzione dei reati e controllo del territorio. E' del tutto evidente che la verifica ispettiva richiesta e tutti gli eventuali provvedimenti che il ministro intendesse adottare, non puo' e non deve prendere le mosse da giudizi sommari o preconcetti ma, al contrario, deve essere realizzata in modo rigoroso a garanzia di tutte le parti coinvolte e nel supremo interesse della credibilita' delle Istituzioni della Polizia di Stato'.
Italia. Arrestato maresciallo dell'Esercito per spaccio di cocaina
E' stato sottoposto stamani all'interrogatorio di garanzia un maresciallo dell'esercito, R.C., 26 anni, di Pontecorvo, che e' stato arrestato, nei giorni scorsi, con l'accusa di spaccio di cocaina ed hashish.
L'arresto del maresciallo, che e' difeso dagli avvocati Giampiero Vellucci e Ivan Caserta, e' stato convalidato e il giovane per ora resta in cella. Secondo quando accertato dai carabinieri della compagnia di Pontecorvo, prendeva le ordinazioni via filo e poi si recava nel napoletano per rifornirsi di polvere bianca e di fumo. Sono proprio le intercettazioni telefoniche, durate bene sette mesi, ad inchiodare R.C. ed a convincere il gip presso la Procura di Cassino a firmare l'ordinanza di custodia.
Gorizia. Arrestato dirigente Anticrimine. L'accusa: aiutava trafficanti di droga
Il dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Gorizia, C. L., e' stato arrestato oggi con le accuse di corruzione, favoreggiamento e rivelazione di segreti d'ufficio a un'organizzazione dedita allo spaccio di droga tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto.
L'indagine, condotta dalla Procura della repubblica di Trieste, ha portato in carcere altre due persone, entrambe accusati di aver venduto cocaina a consumatori della provincia di Trieste.
Lorito -secondo quanto reso noto dal Procuratore capo di Trieste, Nicola Maria Pace- avrebbe coperto l'attivita' di spaccio gestita dai due in cambio di favori personali, in particolare ricevendo egli stesso sostanze stupefacenti.
Gli ordini di custodia cautelare, emessi dal Gip su richiesta dei pm Raffaele Tito e Lucia Baldovin, e' stato eseguito oggi dalla Squadra mobile della Questura di Trieste. Sono state inoltre eseguite numerose perquisizioni in abitazioni delle province di Trieste, Gorizia e Treviso.
L'inchiesta era nata da accertamenti su un incendio doloso che aveva danneggiato, nel luglio scorso, una pescheria aperta da pochi giorni nel Comune di Duino Aurisina (Trieste). Dalle indagini e' venuta alla luce l'esistenza di un traffico di stupefacenti tra le tre province.
Le intercettazioni telefoniche hanno cosi' portato alla scoperta dei legami tra i due presunti gestori del traffico di cocaina. Dalle loro rivelazioni sono scaturite le accuse al dirigente della Questura isontina, che e' stato arrestato oggi.
Trieste. Rinviata a gennaio udienza ex capo della Mobile
Schermaglie procedurali, eccezioni e richieste contrapposte: si e' svolta in questi termini ieri, al Tribunale di Trieste, l'udienza convocata dal Gip, Massimo Tommassini, nella forma dell'incidente probatorio in merito all'inchiesta che ha portato all'arresto per favoreggiamento e corruzione dell'ex capo della Mobile di Trieste e Gorizia, C.L., e di altre tre persone che invece sono state arrestate per spaccio di droga.
Il previsto confronto tra L., ora agli arresti domiciliari dopo la detenzione nel carcere di Santa Maria Capua a Vetere (Caserta), e D.D., il testimone chiave dell'inchiesta della Procura di Trieste, non c'e' stato. Il Gip ha rinviato al 7 gennaio 2008 l'incidente probatorio, accogliendo la richiesta in questo senso dei difensori di L., che avevano eccepito in particolare sulla mancata disponibilita' di una serie di atti trasmessi dalla Procura. 'Finora -ha spiegato l'avvocato Giorgio Borean, che assieme a Riccardo Seibold difende l'ex capo della Mobile- non abbiamo ancora avuto, ad esempio, le trascrizioni integrali delle intercettazioni telefoniche, ma solo stralci estrapolati in chiave accusatoria. Se un domani Deste si avvalesse della facolta' di non rispondere, una volta fatto l'incidente probatorio, cio' pregiudicherebbe i diritti della difesa, perche' non disporremmo degli stessi mezzi, delle stesse carte.
Ci siamo richiamati dunque anche ai principi costituzionali del giusto processo, su quali debbano essere i poteri che la difesa ha in un incidente probatorio'.
Napoli. Fermato agente Polizia Penitenziaria accusato di narcotraffico
Traffico di droga nelle mani del clan Belforte nel Casertano. A accertarlo, anche grazie a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, e' stata la Procura della Repubblica di Napoli che ieri ha emesso tre provvedimenti di fermo: anche a carico di un agente di polizia penitenziaria.
Si tratta di S.L., in servizio alla carcere di Poggioreale che, secondo gli inquirenti, da circa un decennio aveva il compito di prelevare e trasportare la droga a Marcianise nonche', poi, di consegnarla approfittando della sua funzione pubblica e della divisa.
In particolare Rotaniello faceva parte del gruppo di Felice Napolitano il quale, anche se agli arresti domiciliari da circa un anno, aveva contatti nella propria abitazione con affiliati del clan e, sottraendosi ai controlli delle forze dell'ordine, provvedeva a gestire tutte le attivita' illecite riconducibili al clan Belforte.
Italia. Bologna. Vigilessa arrestata per spaccio di droga
Un agente della polizia municipale di Casalecchio di Reno (Bologna) quando non era in servizio spacciava droga. Fermata dalla polizia è stata arrestata.
La scorsa notte, durante normali controlli a Bologna, i militari hanno fermato la vigilessa a bordo della sua Fiat Punto in pieno centro storico. Con sé aveva, nella borsetta, un bilancino di precisione e due due involucri con 10 grammi di cocaina. Condotta in Questura per ulteriori accertamenti l'agente di polizia municipale è stata posta agli arresti domiciliari.
Portici (Na). Ancora un vigile urbano arrestato per spaccio di droga
Ancora un vigile urbano, questa volta in servizio a Portici (Na), e' stato arrestato dalla polizia per detenzione di droga ai fini di spaccio. Ieri, un altro vigile, in servizio a Bologna, era stato arrestato per lo stesso motivo.
Le manovre di G.L.B., 60 anni, sono finite nel mirino degli agenti del commissariato San Giovanni Barra, guidato da Luciano Nigro, che hanno monitorato l'abitazione del vigile, fino a sequestrare, ieri sera 1,6 kg di hashish.
L'uomo aveva destato sospetti perche' usciva continuamente dalla propria abitazione per raggiungerne un'altra attigua, in corso San Giovanni Teduccio. Da un controllo nell'appartamento di G.L.B. sono stati rinvenuti in un armadio otto 'pani' di hashish. L'uomo e' stato arrestato.
Aversa: vigile urbano riscuoteva pizzo per conto Casalesi
AVERSA (CE) - Utilizzava la sede dei vigili urbani di San Cipriano di Aversa, in provincia di Caserta, per tenere riunioni con pregiudicati, usando telefoni e auto della polizia municipale per spacciare cocaina e, dicono i Pm, per riscuotere il "pizzo" per conto dei Casalesi. Avviso di garanzia per un vigile urbano sospeso dalla prefettura nel 1985 e fratello di un elemento di spicco degli stessi Casalesi. (Agr)
Sciabolatore della Guardia di Finanza positivo alla cannabis
Si scusa per 'l'inqualificabile comportamento tenuto in quella maledetta serata di inizio estate'. La definisce 'una cretinata' e non cerca giustificazioni ne' chiede controanalisi. Ma nella lettera inviata al presidente del Coni Gianni Petrucci, Marco Ciari, sciabolatore livornese risultato positivo alla cannabis, tiene a sottolineare 'che l'assunzione di sostanza proibita e' stata fatta solo per uno stupido e ingiustificabile momento di 'leggerezza' con gli amici; mai e poi mai c'e' stata intenzione da parte mia di aumentare le prestazioni psico-fisiche allo scopo di compiere una frode sportiva'. Ciari si rammarica per aver tradito la fiducia dei genitori, del Coni, della Fis, del suo gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, di dirigenti, maestri e compagni di squadra. 'Vorrei poter tornare indietro, poter cancellare quel momento di follia, vorrei non aver mai tradito la scherma: uno sport pulito, trasparente ed esaltante, dove tutto si basa sul sano agonismo e sul rispetto dell'avversario, cosa, per altro che non e' mai mancata da parte mia'. 'Mi pento e mi pentiro' amaramente di quella sciocchezza ma, vi prego, non mi considerate un 'dopato' o un 'drogato', casomai un cretino che per gli eccessi di una serata rischia di buttare in fumo dieci anni di lavoro ed una futura possibile carriera sportiva piena di soddisfazioni. Sara' dura stare lontano dai campi di gara, pero' sono pronto ad espiare la mia colpa; sono strapentito per quanto ho commesso ed in particolare per il danno di immagine che ho provocato al Coni, alla scherma italiana ed al Gruppo Sportivo Fiamme Gialle e, soprattutto, per il dolore che ho causato alla mia mamma ed al mio babbo'.
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