UGENTO (LECCE) - Antonia Colitti ha sentito Giuseppe Basile gridare. "Mi chiamava per nome e chiedeva aiuto. Era come fosse arrabbiato, urlava da disperato. Era l'una di notte, il tempo di vestirmi e sono uscita. Quando sono arrivata però era già morto". E' il racconto dell'unico testimone della morte del consigliere comunale dell'Idv di Ugento e consigliere provinciale a Lecce. Basile è stato ucciso ieri notte alla periferia del paese, mentre rientrava a casa. La donna è scesa e ha capito subito che il vicino era morto, ha chiamato il marito, il figlio e i carabinieri.
Quasi certamente qualcuno aveva atteso sotto casa Giuseppe Basile. Forse per rinfacciargli qualcosa o, addirittura, già con l'idea di ucciderlo. Una o più persone. Dopo l'omicidio, la fuga in auto.
E' quanto ritengono i carabinieri del comando provinciale di Lecce che - diretti dal pm salentino Giovanni De Palma - si stanno occupando delle indagini. Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi per il movente. Anche se, allo stato, sembra quasi scartata quella che porta alla malavita organizzata. Potrebbe entrarci la politica: non quella che, a volte, s'intreccia con mafia, camorra e, da queste parti, Sacra Corona Unita, ma la politica del comune e della Provincia, delle amministrazioni locali. Basile potrebbe aver toccato degli interessi o, semplicemente, con le sue prese di posizione, fatto infuriare qualcuno fino alla terribile vendetta.
Ma non sono escluse altre piste. Quella passionale ad esempio: Basile era separato dalla moglie e non aveva figli, ma negli ultimi tempi frequentava una vedova con la quale sembra che ieri sera fosse andato a ballare. L'aveva accompagnata a casa e di ritorno, ha incrociato il suo assassino. "Non escludiamo al momento alcuna ipotesi", taglia corto il procuratore aggiunto di Lecce Cataldo Motta.
"Basile è stato ucciso con varie coltellate, sembra cinque-sei. Il corpo tuttavia presenta ferite che potrebbero anche far pensare che abbia avuto una zuffa con il suo aggressore". Secondo una prima ricostruzione fatta dal colonnello Filippo Calisti, comandante provinciale dei carabinieri, Basile era tornato in automobile a casa - una villetta in periferia - e aveva parcheggiato la vettura davanti alla sua abitazione. Qualcuno però sembra lo abbia chiamato dal cancello: qualcuno che forse conosceva, perché Basile ha aperto il cancello. Il sospetto è che ci sia stato un litigio tra l'esponente politico e il suo interlocutore. La prova sarebbero le urla ascoltate dalla vicina di casa. A quel punto, l'omicidio, che sarebbe stato compiuto con un coltello da cucina: l'arma sinora non è stata trovata.
Il consigliere ucciso aveva 61 anni, era stato imprenditore edile, ma aveva da tempo lasciato il lavoro. Nel suo passato ci sono stati anche problemi economici: recentemente una sua azienda è fallita e nell'elenco giudiziario che raccoglie gli atti bancari protestati il suo nome compare più di una volta. Le difficoltà economiche potrebbero essere una chiave per chiarire il giallo dell'omicidio. L'assessore provinciale di Lecce dell'Idv Carlo Madaro, ex pretore, conosceva Basile: "Era una persona abbastanza irruente, irruenza che egli poneva sia nelle vicende politiche sia in quelle personali e a causa della quale egli "aveva capitalizzato inimicizie".
Per Madaro, Basile aveva di recente subito un'intimidazione: qualche mese fa gli era stata fatta trovare dinanzi a casa la testa mozzata di un animale e tre anni fa ricevette una busta con proiettili. Basile non si rivolse però alle forze dell'ordine: ai carabinieri infatti non risulta che il consigliere provinciale abbia denunciato negli ultimi mesi di aver ricevuto alcuna minaccia.
L'assessore provinciale aveva visto Basile per l'ultima volta giovedì scorso in una riunione di partito a Lecce e l'aveva atteso invano ieri alla messa celebrata dal Papa a Santa Maria di Leuca, dove era certo invece che sarebbe andato.
Giuseppe Basile era entrato nel consiglio provinciale di Lecce nel giugno 2005 e nel consiglio comunale di Ugento nel maggio dell'anno successivo. La sua uccisione ha creato "sgomento" nell'Italia dei valori: per Antonio Di Pietro, presidente di IdV, "era un politico tutto d'un pezzo che affrontava e denunciava ogni giorno a muso duro ciò che non andava bene nella gestione della cosa pubblica".
DI PIETRO PARLA DI BASILE
Solidarietà giunge anche dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola - che definisce l'omicidio "un atto che turba e sgomenta" - e dal segretario del Partito Democratico Walter Veltroni, che dice: "Sulla morte di Basile è necessario che sia fatta piena chiarezza. Io personalmente e l'intero Pd siamo vicini alla famiglia e all'Idv davanti ad un delitto che lascia tutti scioccati: questo atto atroce ci spinge a non abbassare mai la guardia".
r.i.p.
Quasi certamente qualcuno aveva atteso sotto casa Giuseppe Basile. Forse per rinfacciargli qualcosa o, addirittura, già con l'idea di ucciderlo. Una o più persone. Dopo l'omicidio, la fuga in auto.
E' quanto ritengono i carabinieri del comando provinciale di Lecce che - diretti dal pm salentino Giovanni De Palma - si stanno occupando delle indagini. Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi per il movente. Anche se, allo stato, sembra quasi scartata quella che porta alla malavita organizzata. Potrebbe entrarci la politica: non quella che, a volte, s'intreccia con mafia, camorra e, da queste parti, Sacra Corona Unita, ma la politica del comune e della Provincia, delle amministrazioni locali. Basile potrebbe aver toccato degli interessi o, semplicemente, con le sue prese di posizione, fatto infuriare qualcuno fino alla terribile vendetta.
Ma non sono escluse altre piste. Quella passionale ad esempio: Basile era separato dalla moglie e non aveva figli, ma negli ultimi tempi frequentava una vedova con la quale sembra che ieri sera fosse andato a ballare. L'aveva accompagnata a casa e di ritorno, ha incrociato il suo assassino. "Non escludiamo al momento alcuna ipotesi", taglia corto il procuratore aggiunto di Lecce Cataldo Motta.
"Basile è stato ucciso con varie coltellate, sembra cinque-sei. Il corpo tuttavia presenta ferite che potrebbero anche far pensare che abbia avuto una zuffa con il suo aggressore". Secondo una prima ricostruzione fatta dal colonnello Filippo Calisti, comandante provinciale dei carabinieri, Basile era tornato in automobile a casa - una villetta in periferia - e aveva parcheggiato la vettura davanti alla sua abitazione. Qualcuno però sembra lo abbia chiamato dal cancello: qualcuno che forse conosceva, perché Basile ha aperto il cancello. Il sospetto è che ci sia stato un litigio tra l'esponente politico e il suo interlocutore. La prova sarebbero le urla ascoltate dalla vicina di casa. A quel punto, l'omicidio, che sarebbe stato compiuto con un coltello da cucina: l'arma sinora non è stata trovata.
Il consigliere ucciso aveva 61 anni, era stato imprenditore edile, ma aveva da tempo lasciato il lavoro. Nel suo passato ci sono stati anche problemi economici: recentemente una sua azienda è fallita e nell'elenco giudiziario che raccoglie gli atti bancari protestati il suo nome compare più di una volta. Le difficoltà economiche potrebbero essere una chiave per chiarire il giallo dell'omicidio. L'assessore provinciale di Lecce dell'Idv Carlo Madaro, ex pretore, conosceva Basile: "Era una persona abbastanza irruente, irruenza che egli poneva sia nelle vicende politiche sia in quelle personali e a causa della quale egli "aveva capitalizzato inimicizie".
Per Madaro, Basile aveva di recente subito un'intimidazione: qualche mese fa gli era stata fatta trovare dinanzi a casa la testa mozzata di un animale e tre anni fa ricevette una busta con proiettili. Basile non si rivolse però alle forze dell'ordine: ai carabinieri infatti non risulta che il consigliere provinciale abbia denunciato negli ultimi mesi di aver ricevuto alcuna minaccia.
L'assessore provinciale aveva visto Basile per l'ultima volta giovedì scorso in una riunione di partito a Lecce e l'aveva atteso invano ieri alla messa celebrata dal Papa a Santa Maria di Leuca, dove era certo invece che sarebbe andato.
Giuseppe Basile era entrato nel consiglio provinciale di Lecce nel giugno 2005 e nel consiglio comunale di Ugento nel maggio dell'anno successivo. La sua uccisione ha creato "sgomento" nell'Italia dei valori: per Antonio Di Pietro, presidente di IdV, "era un politico tutto d'un pezzo che affrontava e denunciava ogni giorno a muso duro ciò che non andava bene nella gestione della cosa pubblica".
DI PIETRO PARLA DI BASILE
Solidarietà giunge anche dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola - che definisce l'omicidio "un atto che turba e sgomenta" - e dal segretario del Partito Democratico Walter Veltroni, che dice: "Sulla morte di Basile è necessario che sia fatta piena chiarezza. Io personalmente e l'intero Pd siamo vicini alla famiglia e all'Idv davanti ad un delitto che lascia tutti scioccati: questo atto atroce ci spinge a non abbassare mai la guardia".
r.i.p.