Dei due avevo conosciuto Alessio, e per colpa di un'altro (peraltro un'immigrato) sono morti due fantasstici ragazzi.
Da l'Arena (quotidiano di Verona)
Stavano tornando da una cena, un momento di festa tra amici per condividere le gioie e le emozioni dei vent’anni. Si è trasformato, invece, in una serata di sangue, segnata dalla morte di due ragazzi. Avevano appena 17 e 24 anni le vittime del terribile schianto avvenuto l’altra sera a Belfiore. Un loro amico, anch’egli giovanissimo, è stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Borgo Trento. E un quarto giovane, di origini marocchine, se l’è cavata con ferite superficiali ed è già stato dimesso. È stato un altro fine settimana di sangue sulle strade veronesi. Le vittime dell’incidente sono Michele Dallarso, 24 anni, che abitava a Caldiero in via Stra 12, e Alessio Zenari, 17, anche lui di Caldiero, in via Vicenza 34. Dallarso era alla guida della Peugeot 206 su cui viaggiavano, come passeggeri, Zenari e un altro ragazzo, Alessandro Piccoli, 18 anni, che abita a Caldiero in viale della Resistenza 20. L’incidente è avvenuto all’incrocio tra via San Rocchetto e viale del Lavoro. Sulla dinamica sono ancora in corso accertamenti da parte degli agenti della polizia stradale di Verona, che sono intervenuti sul posto per i rilievi.
Secondo quanto si è potuto accertare fino ad ora la Peugeot 206 è stata centrata da una Mercedes condotta da Abderrazzak Benhanna, 23 anni, residente a Roverchiara. Lo scontro tra le due auto è stato terribile: a seguito dell’impatto la Peugeot è sbandata, finendo contro una cancellata, ribaltandosi su un fianco. I due ragazzi di Caldiero sono morti sul colpo, a seguito delle gravissime ferite riportate. L’ambulanza inviata da Verona emergenza ha invece trasferito Piccoli d’urgenza all’ospedale di Borgo Trento, dov’è tuttora ricoverato nel reparto di terapia intensiva: le sue condizioni sono leggermente migliorate e i medici confidano di poter sciogliere la prognosi. Anche il ragazzo di origini marocchine è stato accompagnato all’ospedale per essere medicato, ma è stato dimesso poche ore più tardi. I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo, con le pinze idrauliche, per estrarre i corpi dall’abitacolo della vettura. Anche per gli agenti della polizia stradale di Verona è stata una lunga notte di lavoro. I poliziotti hanno raccolto tutti gli elementi utili per far luce sulla dinamica dell’incidente e chiarire le eventuali responsabilità sulla sciagura che ha gettato nel lutto due famiglie. Avevano appena cenato all’agriturismo Zerpa, i tre amici di Caldiero coinvolti nell’incidente stradale accaduto domenica sera a Belfiore. Il prete di Belfiore l’ha raccontato al parroco di Caldiero don Giuseppe Andriolo. Prima di sedersi a tavola, il gruppetto aveva bevuto un aperitivo nella birreria Green Lion di Caldiero, il locale sotto i palazzi del capoluogo dove si incontravano di solito con un’altra dozzina di ragazzi. Poi, Michele Dallarso, Alessio Zenari e Alessandro Piccoli si erano diretti a Belfiore. Verso le 22, sulla via di casa, lo scontro. Michele e Alessio, operai alla Vr Metalli di San Martino Buon Albergo, sono morti; Alessandro, studente all’Itis di San Bonifacio, viene ricoverato all’ospedale in prognosi riservata. La notizia giunge in fretta al Green Lion, frequentato da almeno un centinaio di giovani.
Il dolore piega in due i coetanei raccolti attorno al bancone che, nonostante la tragedia, non hanno mai perso la speranza di riabbracciare almeno Alessandro. «Le condizioni di Alessandro sono migliorate», assicura don Andriolo. «Il padre, Leonardo, mi ha riferito che è riuscito a salutare per un attimo il figlio attraverso le vetrate del reparto di rianimazione». Di Michele e Alessio, i giovani del Green Lion ricorderanno soprattutto il loro amore per i motori. Alessio è rimasto folgorato da papà Bruno, che ha pilotato le auto da rally fino all’altro giorno. «Il 9 aprile, Alessio avrebbe compiuto 18 anni: l’età della patente. Aveva scelto marca e modello: Renault Clio ad iniezione», spiega l’uomo al quale è rimasto Davide, compagno di lavoro del fratello e di Michele alla Vr Metalli.
Alessio aveva iniziato a lavorare nell’azienda un mese fa, prima faceva l’imbianchino assieme allo zio Angelo. Prima ancora, giocava in porta nelle squadre giovanili a Colognola ai Colli. Le auto piacevano anche a Michele. «Era tra il pubblico al rally Due Valli», ricordano papà Renzo, mamma Silvana e la sorella Silvia. Alessio e Michele giocavano spesso con la play station. Una videata sulle corse non mancava mai. Spento il computer, sgobbavano nello stabilimento e passavano un paio d’ore al bar prima di sdraiarsi a letto. «A mezzanotte, Michele già dormiva, altrimenti non avrebbe retto i turni in fabbrica», aggiunge la madre. «Erano giovani tranquilli», conferma il titolare del Green Lion Giorgio Grisi. Il sabato e la domenica, quando la sveglia non suonava, Michele rientrava nell’appartamento un po’ più tardi. Domenica, aveva pranzato con i familiari. Alle 15 aveva raggiunto Alessio e Alessandro. Anche papà Bruno ha visto per l’ultima volta Alessio all’ora del pasto. «Prima di uscire, Michele aveva detto che la sera avrebbe mangiato con noi», sospira la mamma. Invece ha cambiato idea.
Stefano Caniato
Scusate lo sfogo.
Da l'Arena (quotidiano di Verona)
Stavano tornando da una cena, un momento di festa tra amici per condividere le gioie e le emozioni dei vent’anni. Si è trasformato, invece, in una serata di sangue, segnata dalla morte di due ragazzi. Avevano appena 17 e 24 anni le vittime del terribile schianto avvenuto l’altra sera a Belfiore. Un loro amico, anch’egli giovanissimo, è stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Borgo Trento. E un quarto giovane, di origini marocchine, se l’è cavata con ferite superficiali ed è già stato dimesso. È stato un altro fine settimana di sangue sulle strade veronesi. Le vittime dell’incidente sono Michele Dallarso, 24 anni, che abitava a Caldiero in via Stra 12, e Alessio Zenari, 17, anche lui di Caldiero, in via Vicenza 34. Dallarso era alla guida della Peugeot 206 su cui viaggiavano, come passeggeri, Zenari e un altro ragazzo, Alessandro Piccoli, 18 anni, che abita a Caldiero in viale della Resistenza 20. L’incidente è avvenuto all’incrocio tra via San Rocchetto e viale del Lavoro. Sulla dinamica sono ancora in corso accertamenti da parte degli agenti della polizia stradale di Verona, che sono intervenuti sul posto per i rilievi.
Secondo quanto si è potuto accertare fino ad ora la Peugeot 206 è stata centrata da una Mercedes condotta da Abderrazzak Benhanna, 23 anni, residente a Roverchiara. Lo scontro tra le due auto è stato terribile: a seguito dell’impatto la Peugeot è sbandata, finendo contro una cancellata, ribaltandosi su un fianco. I due ragazzi di Caldiero sono morti sul colpo, a seguito delle gravissime ferite riportate. L’ambulanza inviata da Verona emergenza ha invece trasferito Piccoli d’urgenza all’ospedale di Borgo Trento, dov’è tuttora ricoverato nel reparto di terapia intensiva: le sue condizioni sono leggermente migliorate e i medici confidano di poter sciogliere la prognosi. Anche il ragazzo di origini marocchine è stato accompagnato all’ospedale per essere medicato, ma è stato dimesso poche ore più tardi. I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo, con le pinze idrauliche, per estrarre i corpi dall’abitacolo della vettura. Anche per gli agenti della polizia stradale di Verona è stata una lunga notte di lavoro. I poliziotti hanno raccolto tutti gli elementi utili per far luce sulla dinamica dell’incidente e chiarire le eventuali responsabilità sulla sciagura che ha gettato nel lutto due famiglie. Avevano appena cenato all’agriturismo Zerpa, i tre amici di Caldiero coinvolti nell’incidente stradale accaduto domenica sera a Belfiore. Il prete di Belfiore l’ha raccontato al parroco di Caldiero don Giuseppe Andriolo. Prima di sedersi a tavola, il gruppetto aveva bevuto un aperitivo nella birreria Green Lion di Caldiero, il locale sotto i palazzi del capoluogo dove si incontravano di solito con un’altra dozzina di ragazzi. Poi, Michele Dallarso, Alessio Zenari e Alessandro Piccoli si erano diretti a Belfiore. Verso le 22, sulla via di casa, lo scontro. Michele e Alessio, operai alla Vr Metalli di San Martino Buon Albergo, sono morti; Alessandro, studente all’Itis di San Bonifacio, viene ricoverato all’ospedale in prognosi riservata. La notizia giunge in fretta al Green Lion, frequentato da almeno un centinaio di giovani.
Il dolore piega in due i coetanei raccolti attorno al bancone che, nonostante la tragedia, non hanno mai perso la speranza di riabbracciare almeno Alessandro. «Le condizioni di Alessandro sono migliorate», assicura don Andriolo. «Il padre, Leonardo, mi ha riferito che è riuscito a salutare per un attimo il figlio attraverso le vetrate del reparto di rianimazione». Di Michele e Alessio, i giovani del Green Lion ricorderanno soprattutto il loro amore per i motori. Alessio è rimasto folgorato da papà Bruno, che ha pilotato le auto da rally fino all’altro giorno. «Il 9 aprile, Alessio avrebbe compiuto 18 anni: l’età della patente. Aveva scelto marca e modello: Renault Clio ad iniezione», spiega l’uomo al quale è rimasto Davide, compagno di lavoro del fratello e di Michele alla Vr Metalli.
Alessio aveva iniziato a lavorare nell’azienda un mese fa, prima faceva l’imbianchino assieme allo zio Angelo. Prima ancora, giocava in porta nelle squadre giovanili a Colognola ai Colli. Le auto piacevano anche a Michele. «Era tra il pubblico al rally Due Valli», ricordano papà Renzo, mamma Silvana e la sorella Silvia. Alessio e Michele giocavano spesso con la play station. Una videata sulle corse non mancava mai. Spento il computer, sgobbavano nello stabilimento e passavano un paio d’ore al bar prima di sdraiarsi a letto. «A mezzanotte, Michele già dormiva, altrimenti non avrebbe retto i turni in fabbrica», aggiunge la madre. «Erano giovani tranquilli», conferma il titolare del Green Lion Giorgio Grisi. Il sabato e la domenica, quando la sveglia non suonava, Michele rientrava nell’appartamento un po’ più tardi. Domenica, aveva pranzato con i familiari. Alle 15 aveva raggiunto Alessio e Alessandro. Anche papà Bruno ha visto per l’ultima volta Alessio all’ora del pasto. «Prima di uscire, Michele aveva detto che la sera avrebbe mangiato con noi», sospira la mamma. Invece ha cambiato idea.
Stefano Caniato
Scusate lo sfogo.






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