Tratto da un sito della curva binconera:"Mentre la luce del giorno calava sui primi istanti vissuti da rinnovati Campioni d'Italia, lo spirito di Enzo D'Angelo ha attraversato quel ponte invisibile, accarezzando con lo sguardo la moltitudine festante sparsa per le vie nevralgiche di Torino, ha superato la barriera divisoria tra i due mondi, raggiungendo in tal modo quella nicchia di paradiso che nell'Alto dei Cieli hanno certamente riservato ai soliti privilegiati del calcio italiano, a quelli che trovano sempre il trespolo più alto su cui sistemarsi, ovunque vadano o in qualunque luogo si trovino.
Enzo aveva solo ventidue anni. Aveva lasciato la sua Sicilia, probabilmente in piena notte o alle prime luci dell'alba, ed in compagnia di alcuni amici, aveva raggiunto Torino spinto da un'immensa passione per la Juve.
Quell'amore speciale e troppo spesso frainteso dai non avvezzi al pallone, capace di spingere individui, così diversi tra loro, a macinare chilometri e chilometri, sobbarcarsi interminabili ore su scomodi vagoni ferroviari o soffocanti pulmini privi di aria condizionata, gomito a gomito, indomiti e fervidi eroi del tifo.
Quell'amore per il quale si può assurdamente rimanere schiacciati dalla follia ceca di teppisti avversari e veder perire 39 amici sugli spalti di uno stadio straniero, in una notte di Coppa Campioni.
Quell'amore che ti scompagina il cuore fin dalla tenera età, che ti fa patire e gioire contemporaneamente ed in difesa del quale impari presto ad affilare le unghie e a digrignare i denti.
Quel medesimo amore che si scopre per caso, per mano sola, o ad imitazione di un amico o ancora per spirito corporativo tra compagni di giochi infantili lungo strade polverose di quartiere. Che può essere trasmesso come cromosoma di passione, di generazione in generazione, prezioso forziere di ricordi dolcemente nostalgici di nonni ultrà, di zii di parti avverse e di nonne esasperate, quello che in sostanza è capitato a me.
E tale sentimento cresce con te, anno dopo anno, vittoria dopo vittoria.
Enzo ha terminato la sua breve vita sul pavimento della stazione ferroviaria di Porta Nuova. La lama affilata del coltello di un balordo gli ha reciso a bruciapelo il sorriso per l'ennesimo trionfo della sua squadra del cuore.
Ora e per sempre, Enzo è un'altra, giovane stella entrata a far parte del sconfinato firmamento bianconero. Ogni astro rappresenta un campione, un sostenitore, un padre fondatore di una saga infinita ed intrigante, inimitabile e travolgente.
Oggi, un angelo in più avvalorerà le gloriose sorti della Vecchia Signora. E se, come ci auguriamo, sempre meno attaccanti antagonisti riusciranno in futuro ad insaccare in rete alle spalle di Buffon, aguzzate la vista e concentrate l'attenzione sull'incrocio dei pali … potreste vedere un candido batter d'ali ed un sorriso d'amore sincero.
Ciao Enzo, salutaci l'Avvocato, Capitan Scirea, Andrea Fortunato, tutti gli innamorati di Madama che, al par tuo, hanno abbandonato questa terra anzitempo.
Siamo un bel gruppo anche lassù. Fatevi valere come solo noi juventini sappiamo fare. Sarai sempre con noi nel cuore e nella mente ed ad ogni nuova vittoria, il nostro grido sarà il tuo grido.
Ciao, nuovo angelo bianconero."
Un altro grave fatto a Torino...Un altro fatto che non fà che aumentare il mio disprezzo per gli immigrati...CAROGNE!
E non tirate furi la storia:"...poteva essere stato un'italiano...".Non lo è stato e non lo è stato neppure le altre volte che l'avete detto, facendo finta di niente e nascondendo il fatto.Quanto dobbiamo subire ancora?
Ciao Enzo il tuo orgoglio sarà sempre con noi.
Enzo aveva solo ventidue anni. Aveva lasciato la sua Sicilia, probabilmente in piena notte o alle prime luci dell'alba, ed in compagnia di alcuni amici, aveva raggiunto Torino spinto da un'immensa passione per la Juve.
Quell'amore speciale e troppo spesso frainteso dai non avvezzi al pallone, capace di spingere individui, così diversi tra loro, a macinare chilometri e chilometri, sobbarcarsi interminabili ore su scomodi vagoni ferroviari o soffocanti pulmini privi di aria condizionata, gomito a gomito, indomiti e fervidi eroi del tifo.
Quell'amore per il quale si può assurdamente rimanere schiacciati dalla follia ceca di teppisti avversari e veder perire 39 amici sugli spalti di uno stadio straniero, in una notte di Coppa Campioni.
Quell'amore che ti scompagina il cuore fin dalla tenera età, che ti fa patire e gioire contemporaneamente ed in difesa del quale impari presto ad affilare le unghie e a digrignare i denti.
Quel medesimo amore che si scopre per caso, per mano sola, o ad imitazione di un amico o ancora per spirito corporativo tra compagni di giochi infantili lungo strade polverose di quartiere. Che può essere trasmesso come cromosoma di passione, di generazione in generazione, prezioso forziere di ricordi dolcemente nostalgici di nonni ultrà, di zii di parti avverse e di nonne esasperate, quello che in sostanza è capitato a me.
E tale sentimento cresce con te, anno dopo anno, vittoria dopo vittoria.
Enzo ha terminato la sua breve vita sul pavimento della stazione ferroviaria di Porta Nuova. La lama affilata del coltello di un balordo gli ha reciso a bruciapelo il sorriso per l'ennesimo trionfo della sua squadra del cuore.
Ora e per sempre, Enzo è un'altra, giovane stella entrata a far parte del sconfinato firmamento bianconero. Ogni astro rappresenta un campione, un sostenitore, un padre fondatore di una saga infinita ed intrigante, inimitabile e travolgente.
Oggi, un angelo in più avvalorerà le gloriose sorti della Vecchia Signora. E se, come ci auguriamo, sempre meno attaccanti antagonisti riusciranno in futuro ad insaccare in rete alle spalle di Buffon, aguzzate la vista e concentrate l'attenzione sull'incrocio dei pali … potreste vedere un candido batter d'ali ed un sorriso d'amore sincero.
Ciao Enzo, salutaci l'Avvocato, Capitan Scirea, Andrea Fortunato, tutti gli innamorati di Madama che, al par tuo, hanno abbandonato questa terra anzitempo.
Siamo un bel gruppo anche lassù. Fatevi valere come solo noi juventini sappiamo fare. Sarai sempre con noi nel cuore e nella mente ed ad ogni nuova vittoria, il nostro grido sarà il tuo grido.
Ciao, nuovo angelo bianconero."
Un altro grave fatto a Torino...Un altro fatto che non fà che aumentare il mio disprezzo per gli immigrati...CAROGNE!
E non tirate furi la storia:"...poteva essere stato un'italiano...".Non lo è stato e non lo è stato neppure le altre volte che l'avete detto, facendo finta di niente e nascondendo il fatto.Quanto dobbiamo subire ancora?
Ciao Enzo il tuo orgoglio sarà sempre con noi.
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