Passano la giornata lavorativa visitando siti internet e inviando e mail personali a colleghi e amici. Sono i cyber-slackers, impiegati che preferiscono trascorrere otto ore lavorative in ufficio alternando il lavoro con pause più o meno lunghe su siti di giochi, sport e spesso su siti erotici.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove il fenomeno è stato analizzato per la prima volta, questi impiegati sono stati definiti cyber-slackers. Con una traduzione libera potremmo definirli i fannulloni di internet. La tecnica, una vera e propria arte per alcuni, è molto semplice: si arriva in ufficio, si avvia il lavoro e alla prima distrazione del proprio responsabile si naviga su internet. Un danno per le aziende quantificato nel 2003 in 3 milioni di sterline nella sola Gran Bretagna.
I sistemi di controllo si sono moltiplicati per impedire ai dipendenti di trasgredire le regole. Alcune società americane hanno inserito una clausola nel contratto di assunzione che impedisce al dipendente la navigazione sui siti non strettamente collegati con il lavoro svolto, pena multe e licenziamento. Molto più diffuso l'utilizzo di pratici software che riescono a monitorare i siti visitati dal dipendente. La US company SurfWatch, una società che ha ideato un software per controllare la navigazione, ha reso noto che un terzo dell'orario lavorativo viene impiegato dai dipendenti per navigare su siti erotici o di svago.
La situazione non migliora con la e mail. Il quotidiano inglese "The Guardian" riporta uno studio condotto dalla professoressa Helen Petric dell'Università di Hertfordshiresecondo la quale solo l'1,8 per cento dei dipendenti intervistati in varie aziende britanniche utilizzava il servizio di posta aziendale solo per fini lavorativi.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove il fenomeno è stato analizzato per la prima volta, questi impiegati sono stati definiti cyber-slackers. Con una traduzione libera potremmo definirli i fannulloni di internet. La tecnica, una vera e propria arte per alcuni, è molto semplice: si arriva in ufficio, si avvia il lavoro e alla prima distrazione del proprio responsabile si naviga su internet. Un danno per le aziende quantificato nel 2003 in 3 milioni di sterline nella sola Gran Bretagna.
I sistemi di controllo si sono moltiplicati per impedire ai dipendenti di trasgredire le regole. Alcune società americane hanno inserito una clausola nel contratto di assunzione che impedisce al dipendente la navigazione sui siti non strettamente collegati con il lavoro svolto, pena multe e licenziamento. Molto più diffuso l'utilizzo di pratici software che riescono a monitorare i siti visitati dal dipendente. La US company SurfWatch, una società che ha ideato un software per controllare la navigazione, ha reso noto che un terzo dell'orario lavorativo viene impiegato dai dipendenti per navigare su siti erotici o di svago.
La situazione non migliora con la e mail. Il quotidiano inglese "The Guardian" riporta uno studio condotto dalla professoressa Helen Petric dell'Università di Hertfordshiresecondo la quale solo l'1,8 per cento dei dipendenti intervistati in varie aziende britanniche utilizzava il servizio di posta aziendale solo per fini lavorativi.
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