240 all'ora tra il centro commerciale e la multisala, sfida all'ultima curva per vincere l'auto del rivale
GIUSEPPE LEGATO
TORINO
Succede di notte, tra due rotonde davanti a un cinema pieno di gente in mezzo ai centri commerciali, lungo la via illuminata dai fuochi delle prostitute nigeriane. Succede che due auto decidano che è ora di correre e allora si affiancano: un cenno, un’occhiata poi si attaccano e comincia la gara. Sparati come proiettili da una rotonda all’altra schizzano sull’asfalto, divorano i copertoni: chi vince si concede alla folla, chi perde ripara in una strada secondaria e scompare dalla scena. Poi arriva la notte in cui sui marciapiedi trasformati in spalti con la gente che pigia e i videofonini scatenati a immortalare gli starter, ci siano anche i carabinieri, ragazzi giovani in borghese che guardano, filmano, annotano targhe. E allora il circo finisce: nove denunciati, altrettante macchine sequestrate, presto confiscate e date a funzionari dello Stato.
Gare clandestine. Roba alla Brian O’Connor e Roman Pierce del film «Fast and furious». Ma siamo tra Moncalieri e Torino, via Postiglione. A destra l'Italdesign di Giugiaro, a sinistra la multisala francese, in mezzo le folli gare del venerdì sera. Da mesi i militari della stazione di Moncalieri sono lì tra i drivers clandestini. Tutto dura solo mezz’ora dalla mezza all’una si chiude. Dai primi di marzo a oggi nove macchine sono finite al deposito giudiziale Carlucci di strada Carignano. A guardarle lì, in un sottoscala umido e sporco di olio, aumentano i rimpianti di chi non le vedrà più. Sono tutti ragazzi tra i 19 e i 36 anni: operai, falegnami, commessi di negozi di abbigliamento, meccanici. Uno è sposato con figli piccoli. Sono accusati di gare clandestine su un circuito che - secondo quanto hanno accertato i carabinieri - è lungo non più di 400 metri. I driver lo ripetono tre, quattro, cinque volte. Velocità folle, gli inquirenti non la quantificano, ma si ipotizza: 70 nelle rotonde, 160 in rettilineo fino ai 240.
Dalla pista metropolitana al deposito della procura il passo è breve. E allora eccola la Punto Nera con il manometro che segnala quanto liquido è rimasto nel bombolone del Nos: protossido d'azoto. Il pulsantino che lo attiva si chiama «Go baby», tributo alla canzone «Cherry Lips» dei Garbage. Se lo schiacci l'ago del contagiri schizza da 80 e 160 km orari. Costo di una bombola: 1000/1500 euro. C'è anche una Renault 5 Gt turbo rossa, ma senza sedili, qualcuno li ha smontati prima dell'arrivo dei carabinieri. I due bolidi sono le Alfa 147, Gt 3.2: un anno di vita. Non parliamo della Grande Punto rossa fiammante: 3 mesi di vita e già sequestrata. Nella Uno nera turbo ci sono anche i subwoofer, casse infernali stile «Barrumba» dei tempi di Skunk Anansie: 600 euro a capoccia e i sedili Sparco, di grazia, 400 euro l’uno. E poi minigonne per migliorare l'aderenza, volantini di una festa house al Patio: quasi il manifesto di una vita che queste macchine non vedranno più. Davanti ai carabinieri hanno negato tutti - «un errore di persona» - tranne uno: «E' vero, sono andato lì a correre. Quella sera, ho fatto scendere la mia ragazza e i miei amici dalla macchina e poi ho accostato uno e mi sono attaccato al suo culo. E’ bastato uno sguardo e siamo partiti. Dopo cinque giri tra le rotonde è finito tutto».
Da quella gara era arrivata la svolta alle indagini. Perché nella stessa sera qualcuno è finito sulla rotonda nel tentativo di raggiungere la concorrente in curva: il driver è finito in ospedale, i carabinieri sono tornati in caserma con la prova decisiva. Il Gip nell’ordinanza scrive che sarebbe rischioso garantire la disponibilità di quelle auto. E allora è scattato il sequestro preventivo. «Ma come? - ha sbottato uno dei denunciati in caserma - ci prendete anche le macchine? Delle grane giudiziarie non me ne frega niente, ma l’auto lasciatemela». E per la prima volta ha perso la calma.
http://www.lastampa.it/multimedia/mu...073&tipo=AUDIO
articolo tratto dal La Stampa
io nn ho parole......e voi??
GIUSEPPE LEGATO
TORINO
Succede di notte, tra due rotonde davanti a un cinema pieno di gente in mezzo ai centri commerciali, lungo la via illuminata dai fuochi delle prostitute nigeriane. Succede che due auto decidano che è ora di correre e allora si affiancano: un cenno, un’occhiata poi si attaccano e comincia la gara. Sparati come proiettili da una rotonda all’altra schizzano sull’asfalto, divorano i copertoni: chi vince si concede alla folla, chi perde ripara in una strada secondaria e scompare dalla scena. Poi arriva la notte in cui sui marciapiedi trasformati in spalti con la gente che pigia e i videofonini scatenati a immortalare gli starter, ci siano anche i carabinieri, ragazzi giovani in borghese che guardano, filmano, annotano targhe. E allora il circo finisce: nove denunciati, altrettante macchine sequestrate, presto confiscate e date a funzionari dello Stato.
Gare clandestine. Roba alla Brian O’Connor e Roman Pierce del film «Fast and furious». Ma siamo tra Moncalieri e Torino, via Postiglione. A destra l'Italdesign di Giugiaro, a sinistra la multisala francese, in mezzo le folli gare del venerdì sera. Da mesi i militari della stazione di Moncalieri sono lì tra i drivers clandestini. Tutto dura solo mezz’ora dalla mezza all’una si chiude. Dai primi di marzo a oggi nove macchine sono finite al deposito giudiziale Carlucci di strada Carignano. A guardarle lì, in un sottoscala umido e sporco di olio, aumentano i rimpianti di chi non le vedrà più. Sono tutti ragazzi tra i 19 e i 36 anni: operai, falegnami, commessi di negozi di abbigliamento, meccanici. Uno è sposato con figli piccoli. Sono accusati di gare clandestine su un circuito che - secondo quanto hanno accertato i carabinieri - è lungo non più di 400 metri. I driver lo ripetono tre, quattro, cinque volte. Velocità folle, gli inquirenti non la quantificano, ma si ipotizza: 70 nelle rotonde, 160 in rettilineo fino ai 240.
Dalla pista metropolitana al deposito della procura il passo è breve. E allora eccola la Punto Nera con il manometro che segnala quanto liquido è rimasto nel bombolone del Nos: protossido d'azoto. Il pulsantino che lo attiva si chiama «Go baby», tributo alla canzone «Cherry Lips» dei Garbage. Se lo schiacci l'ago del contagiri schizza da 80 e 160 km orari. Costo di una bombola: 1000/1500 euro. C'è anche una Renault 5 Gt turbo rossa, ma senza sedili, qualcuno li ha smontati prima dell'arrivo dei carabinieri. I due bolidi sono le Alfa 147, Gt 3.2: un anno di vita. Non parliamo della Grande Punto rossa fiammante: 3 mesi di vita e già sequestrata. Nella Uno nera turbo ci sono anche i subwoofer, casse infernali stile «Barrumba» dei tempi di Skunk Anansie: 600 euro a capoccia e i sedili Sparco, di grazia, 400 euro l’uno. E poi minigonne per migliorare l'aderenza, volantini di una festa house al Patio: quasi il manifesto di una vita che queste macchine non vedranno più. Davanti ai carabinieri hanno negato tutti - «un errore di persona» - tranne uno: «E' vero, sono andato lì a correre. Quella sera, ho fatto scendere la mia ragazza e i miei amici dalla macchina e poi ho accostato uno e mi sono attaccato al suo culo. E’ bastato uno sguardo e siamo partiti. Dopo cinque giri tra le rotonde è finito tutto».
Da quella gara era arrivata la svolta alle indagini. Perché nella stessa sera qualcuno è finito sulla rotonda nel tentativo di raggiungere la concorrente in curva: il driver è finito in ospedale, i carabinieri sono tornati in caserma con la prova decisiva. Il Gip nell’ordinanza scrive che sarebbe rischioso garantire la disponibilità di quelle auto. E allora è scattato il sequestro preventivo. «Ma come? - ha sbottato uno dei denunciati in caserma - ci prendete anche le macchine? Delle grane giudiziarie non me ne frega niente, ma l’auto lasciatemela». E per la prima volta ha perso la calma.
http://www.lastampa.it/multimedia/mu...073&tipo=AUDIO
articolo tratto dal La Stampa
io nn ho parole......e voi??
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