scusate se mi intrometto...la giornata di squalifica data alla Roma si somma alle 3 già date quindi non gioca in casa neanche l'ultima oppure com'è sta storia??
Live or exist...you have the key... :vecio: Luci accese anche di giorno, piede giù ma prudenza.....SEMPRE! :devil: Meglio tirare i remi in barca che tirarseli sui coglioni La spiegazione più semplice è sempre anche la migliore :sisi: Gli ostacoli sono quelli che vediamo quando distogliamo lo sguardo dagli obiettivi - H.Ford
Messaggio originariamente postato da Massy84 scusate se mi intrometto...la giornata di squalifica data alla Roma si somma alle 3 già date quindi non gioca in casa neanche l'ultima oppure com'è sta storia??
Non giocherà in casa l'ultima partita di campionato con il Perugia, hai sentito bene, ma bensì su un neutro.
E' bello discutere con tutti voi del milan... i toni sono sempre stati più o meno calmi... e questo mi basta a farvi meritare lo scudetto... a volte andrebbe dato ai tifosi più che alle società...
altra mancanza di smile adatto, in mancanza di [birra] ti va bene una ???
Ivan Gattuso, 26 anni, da cinque stagioni al Milan. Ansa
di Gaetano De Stefano
Felice a metà Rino Gattuso ospite in Gazzetta dopo la conquista dello scudetto. I petardi proprio non li ha digeriti. E giù il cappello a chi ha giocato di meno.
MILANO, 4 maggio 2004 - La prima volta di Rino Gattuso in Gazzetta dopo la sbornia-scudetto di domenica sera. Ma con qualche rammarico. "Doveva essere una festa dopo tanta pressione, invece è stata rovinata dai petardi lanciati da alcuni tifosi giallorossi. Negli spogliatoi dopo la partita con la Roma c'era tanta delusione", afferma il rossonero. E aggiunge: "E poi le polemiche, le affermazioni di chi ci ha accusato di fare scena, di recitare; tutto ciò non fa crescere il calcio. Si, mi sono proprio arrabbiato. Ho detto 'siete malati di testa', non credevo ai miei occhi". Quindi, tornando alla sfida di San Siro: "Abbiamo giocato bene. Il rigore? Ci può stare o meno, ma a dire il vero non c'era nemmeno la punizione dal limite calciata da Totti".
Gattuso a tutto campo. "Il presidente Berlusconi ci ha fatto i complimenti, ma ci ha invitati a proseguire così: vuole quattro punti nelle ultime due partite". Lo scudetto? "Se lo avessimo perso avremmo dovuto buttarci tutti dal terzo anello". I segreti del Milan si chiamano professionalità, sacrificio, capacità di accettera le decisioni. "Vedi Seedorf, Pirlo, lo stesso Kakà; gente che gioca per la squadra, che non si tira indietro. Pirlo è furbo, ha testa, sa già quello che farà l'avversario. Kakà? E' un napoletano, dopo cinque giorni di Milanello sapeva già cosa fare, con chi parlare e scherzare; proprio un brasiliano atipico".
Scudetto figlio dell'armonia. "Merito anche di chi non ha trovato spazio e rispetta le regole, pur sapendo che in altre squadre sarebbe titolare inamovibile. Al Milan devi solo giocare al calcio, la società pensa al resto".
Uno scudetto costruito meticolosamente. "Dopo Yokohama e la sconfitta con l'Udinese ci siamo detti 'se non vinciamo a Roma è finita'. Al tricolore abbiamo cominciato a credere veramente dopo la Juve al Delle Alpi; lì abbiamo capito di essere davvero forti. Lì sono venuti fuori orgoglio, cattiveria agonistica. E poi a Siena, dove ha trionfato la voglia di vincere a tutti i costi".
Ancelotti? "Carletto è nostro amico, non è arrogante, non è compreso nel suo Dna, ma conosce l'ambiente, è parte integrante del club. E sa farsi sentire quando deve fare le sue scelte". E ancora: "Io allenatore dopo il calcio giocato? Perché no, magari anche direttore sportivo. Comunque starò al Milan fino al 2008, poi magari andrò all'estero. In Inghilterra: lì mi piace tanto". Stam? "Ben venga, ma chi esce? Maldini? Costacurta? Quelli si allenano tutti i giorni, li tocchi e dici 'ma sono veri'?". Incalza Rino: "Nesta a Milano è rinato, non conosce la pressione. Vieri? Lasciamo stare il mio amico Bobo. Lui ci sta male, ma sono sicuro che farà un grande Europeo". E ancora: "L'Intercontinentale mi è rimasta qua". Ergo: "Voglio vincere la Champions League".
Rino Gattuso, il più amato dal popolo rossonero, che incita la folla a darsi una mossa, che accetta le decisioni del Trap perché in mezzo ci sono Perrotta e Cristiano Zanetti, ma attende al varco. Che ammette che il rigore contro l'Empoli per lui non c'era, ma che la differenza con la Roma l'hanno fatta gli scontri diretti. Che a metà giugno diventarà papà di Gabriela, mentre sarà in Portogallo. Tanto di cappello "Ringhio".
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