Re: Campionato Mondiale F1 2010.
Team Lotus: obiettivo metà classifica
Mike Gascoyne: "Positivo il nostro debutto"
Dopo che la 'battaglia' tra il Team Lotus di Tony Fernandes e la Lotus Renault GP ha tenuto banco nel corso dell'inverno, Mike Gascoyne, direttore tecnico della squadra che lo scorso anno ha vinto la sfida tra i team debuttanti, è concentrato al 100% sulla stagione 2011.
“Penso che i nostri obiettivi siano molto chiari, Tony Fernandes è molto bravo nel porre traguardi ambiziosi, ed è qualcosa di positivo, ma abbiamo nel mirino squadre che hanno terminato dalla sesta alla nona posizione nel 2010”, ha affermato Gascoyne. “Williams, Force India, Toro Rosso, Sauber. Vogliamo essere lì con loro. Al momento la competizione è molto serrata in Formula Uno. Probabilmente lo scorso anno eravamo a circa un secondo, in termini di prestazioni, da questo gruppo, e siamo fiduciosi di essere riusciti a colmare tale divario. Settimo o ottavo posto in Campionato: è l’obiettivo che ci siamo prefissati. Sarebbe un fantastico passo avanti”.
Per spiegare i progetti del Team Lotus, Gascoyne prende come riferimento l’esempio della Red Bull, sottolineando comunque alcune differenze tra le due realtà: “Se si guarda alla Red Bull, hanno impiegato sette anni per vincere il primo Mondiale, dopo aver però prima acquisito un team che era la Jaguar, che a sua volta si chiamava Stewart”.
Più probante, invece, quanto fatto dallo stesso Gascoyne con la Renault quando il Costruttore francese acquisì la Benetton: “Abbiamo iniziato nel 2001 in fondo al gruppo, per poi arrivare a podio l’anno seguente. Abbiamo vinto la nostra prima gara nel 2003 con Fernando in Ungheria e poi la Renault ha centrato il Mondiale nel 2005. Quindi, anche con un team già affermato che aveva già vinto il Mondiale in passato, ci sono voluti cinque anni per trasformarlo in una realtà vincente”.
Riuscirà il Team Lotus a essere uno dei pretendenti al titolo tra cinque/sette anni?
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Nooooo,perchè non l'ha fatto?



"Ho pensato di lasciare la Ferrari"
Stefano Domenicali rivela di aver considerato l’idea di abbandonare il proprio ruolo all'interno della Scuderia di Maranello all’indomani del GP di Abu Dhabi del 2010
I giorni post Gran Premio di Abu Dhabi, ultima gara dell’intenso Mondiale 2010, non sono stati di certo facili per la Ferrari dopo l’errore strategico commesso dal muretto box della squadra di Maranello che ha consegnato di fatto il titolo nelle mani di Sebastian Vettel.
Dopo la scelta di chiamare ai box Fernando Alonso per marcare stretto Mark Webber, il rivale più minaccioso in Classifica, entrambi i piloti si ritrovavano bloccati a centro gruppo, in serie difficoltà nel superare i rivali sul circuito di Yas Marina. Davanti a tutti, intanto, Sebastian Vettel non aveva problemi e si involava così verso il successo del GP e della conquista del Mondiale, impresa che sembrava impossibile da portare a termine considerando che prima del via erano ben 15 i punti di distacco da Alonso.
Fan, media e anche la politica italiana non hanno mancato di criticare la Ferrari per l’errore commesso, con Domenicali e Montezemolo che hanno fatto quadrato intorno alla squadra, pur ammettendo lo sbaglio del muretto box. Domenicali, intervistato in questi giorni, per la prima volta ha ammesso di aver subito il colpo per quanto successo, tanto da considerare di lasciare la Ferrari. “Dopo Abu Dhabi, ho pensato se fosse il caso di restare o meno”, ha affermato Domenicali. “Riflettendo sulla mia posizione, mi sembrava mio dovere, la cosa responsabile da fare”.
Il grande lavoro fatto da tutta la squadra ha invece fatto desistere Domenicali da un’eventuale drastica decisione: “In termini di procedure a Maranello, abbiamo cambiato quasi tutto e sono sicuro che presto vedremo i risultati del nostro duro lavoro”.
Domenicali ha anche sottolineato come la particolarità del GP di Abu Dhabi, ultima gara dell'anno con ancora quattro piloti in lizza per il titolo, abbia enfatizzato l’errore commesso: “Mettiamola così: è stato un errore importante, che ha avuto effetti devastanti. Ma in una gara normale, si sarebbe rivelato un normale errore. Non bisogna quindi gettare tutto, anche le buone cose fatte, per questo sbaglio”.
Team Lotus: obiettivo metà classifica
Mike Gascoyne: "Positivo il nostro debutto"
Dopo che la 'battaglia' tra il Team Lotus di Tony Fernandes e la Lotus Renault GP ha tenuto banco nel corso dell'inverno, Mike Gascoyne, direttore tecnico della squadra che lo scorso anno ha vinto la sfida tra i team debuttanti, è concentrato al 100% sulla stagione 2011.
“Penso che i nostri obiettivi siano molto chiari, Tony Fernandes è molto bravo nel porre traguardi ambiziosi, ed è qualcosa di positivo, ma abbiamo nel mirino squadre che hanno terminato dalla sesta alla nona posizione nel 2010”, ha affermato Gascoyne. “Williams, Force India, Toro Rosso, Sauber. Vogliamo essere lì con loro. Al momento la competizione è molto serrata in Formula Uno. Probabilmente lo scorso anno eravamo a circa un secondo, in termini di prestazioni, da questo gruppo, e siamo fiduciosi di essere riusciti a colmare tale divario. Settimo o ottavo posto in Campionato: è l’obiettivo che ci siamo prefissati. Sarebbe un fantastico passo avanti”.
Per spiegare i progetti del Team Lotus, Gascoyne prende come riferimento l’esempio della Red Bull, sottolineando comunque alcune differenze tra le due realtà: “Se si guarda alla Red Bull, hanno impiegato sette anni per vincere il primo Mondiale, dopo aver però prima acquisito un team che era la Jaguar, che a sua volta si chiamava Stewart”.
Più probante, invece, quanto fatto dallo stesso Gascoyne con la Renault quando il Costruttore francese acquisì la Benetton: “Abbiamo iniziato nel 2001 in fondo al gruppo, per poi arrivare a podio l’anno seguente. Abbiamo vinto la nostra prima gara nel 2003 con Fernando in Ungheria e poi la Renault ha centrato il Mondiale nel 2005. Quindi, anche con un team già affermato che aveva già vinto il Mondiale in passato, ci sono voluti cinque anni per trasformarlo in una realtà vincente”.
Riuscirà il Team Lotus a essere uno dei pretendenti al titolo tra cinque/sette anni?
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Nooooo,perchè non l'ha fatto?




"Ho pensato di lasciare la Ferrari"
Stefano Domenicali rivela di aver considerato l’idea di abbandonare il proprio ruolo all'interno della Scuderia di Maranello all’indomani del GP di Abu Dhabi del 2010
I giorni post Gran Premio di Abu Dhabi, ultima gara dell’intenso Mondiale 2010, non sono stati di certo facili per la Ferrari dopo l’errore strategico commesso dal muretto box della squadra di Maranello che ha consegnato di fatto il titolo nelle mani di Sebastian Vettel.
Dopo la scelta di chiamare ai box Fernando Alonso per marcare stretto Mark Webber, il rivale più minaccioso in Classifica, entrambi i piloti si ritrovavano bloccati a centro gruppo, in serie difficoltà nel superare i rivali sul circuito di Yas Marina. Davanti a tutti, intanto, Sebastian Vettel non aveva problemi e si involava così verso il successo del GP e della conquista del Mondiale, impresa che sembrava impossibile da portare a termine considerando che prima del via erano ben 15 i punti di distacco da Alonso.
Fan, media e anche la politica italiana non hanno mancato di criticare la Ferrari per l’errore commesso, con Domenicali e Montezemolo che hanno fatto quadrato intorno alla squadra, pur ammettendo lo sbaglio del muretto box. Domenicali, intervistato in questi giorni, per la prima volta ha ammesso di aver subito il colpo per quanto successo, tanto da considerare di lasciare la Ferrari. “Dopo Abu Dhabi, ho pensato se fosse il caso di restare o meno”, ha affermato Domenicali. “Riflettendo sulla mia posizione, mi sembrava mio dovere, la cosa responsabile da fare”.
Il grande lavoro fatto da tutta la squadra ha invece fatto desistere Domenicali da un’eventuale drastica decisione: “In termini di procedure a Maranello, abbiamo cambiato quasi tutto e sono sicuro che presto vedremo i risultati del nostro duro lavoro”.
Domenicali ha anche sottolineato come la particolarità del GP di Abu Dhabi, ultima gara dell'anno con ancora quattro piloti in lizza per il titolo, abbia enfatizzato l’errore commesso: “Mettiamola così: è stato un errore importante, che ha avuto effetti devastanti. Ma in una gara normale, si sarebbe rivelato un normale errore. Non bisogna quindi gettare tutto, anche le buone cose fatte, per questo sbaglio”.
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