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in coma per una sigaretta...

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  • Re: in coma per una sigaretta...

    Originariamente inviato da benzene86 Visualizza il messaggio
    Sono d' accordo, però per me hanno sbagliato di più i cellerini. Ho avuto modo di vedere che hanno pistato tanta gente che non poteva aver fatto 1 cazzo.
    Hanno fatto uscire dall' orbita l' occhio a una ragazza alta 159cm che pesava 50kg, hanno pistato uno che conoscevo molto acculturato, intoppato col marxismo e col gandismo che non si è mai tagliato i capelli in vita sua ( ) e fidati non era quella gente che poteva aver fatto qualcosa da giustificare un tale pistaggio. Per quanto ne so io, quando la carica parte parte....e chi ha fatto in modo di farla scatenare (sempre se ce n' è stato bisogno) di sicuro non sta li ad aspettare 20 cellerini che lo sprangano. Per cui per me, vanno un pò a caso. E per chi non lo sapesse manifestare liberamente, fin quando non si creano problemi è un diritto.
    Ovvio, quando la carica parte sò caxxi! Certo non si fermano a chiedere i documenti e picchiano a destra e a manca. E sono convinto anche io che molti dei manifestanti non fossero violenti e pericolosi. Per colpa di pochi (che spesso lanciano il sasso e nascondon la mano, cioè se la danno a gambe levate) ci passa la massa.

    Io non ho mai manifestato, pur riconoscendo la protesta un diritto, quindi non conosco le dinamiche. Nemmeno quelle della carica.
    Però credo che si possano evitare li infiltrazioni di violenti in un gruppo di manifestanti. Magari facendosi scortare da subito dalla polizia, invece di darle addosso.


    E comunque, i manifestanti violenti sono di tutti i colori. Questo l'abbiamo capito da subito.
    Comunque ci tengo a dire che Rita Levis Montalcini è stata grande sia nel campo della scienza che nel campo della moda. (Cit.)

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    • Re: in coma per una sigaretta...

      Originariamente inviato da Dr.Jekyll Visualizza il messaggio
      Ovvio, quando la carica parte sò caxxi! Certo non si fermano a chiedere i documenti e picchiano a destra e a manca. E sono convinto anche io che molti dei manifestanti non fossero violenti e pericolosi. Per colpa di pochi (che spesso lanciano il sasso e nascondon la mano, cioè se la danno a gambe levate) ci passa la massa.

      Io non ho mai manifestato, pur riconoscendo la protesta un diritto, quindi non conosco le dinamiche. Nemmeno quelle della carica.
      Però credo che si possano evitare li infiltrazioni di violenti in un gruppo di manifestanti. Magari facendosi scortare da subito dalla polizia, invece di darle addosso.


      E comunque, i manifestanti violenti sono di tutti i colori. Questo l'abbiamo capito da subito.

      Io sono stato solo a protestare contro Bush e alla sapienza....contro Bush ne hanno date propio tante e la tv non ha detto niente. Alla Sapienza invece non è successo nulla contrariamente a quanto si dice, c' era più polizia la che in tutto il sud Italia messo insieme...impressionante. Quando c' era il G 8 ero troppo piccolo...


      In teoria sarebbe come dici tu, dovrebbe un corteo dovrebbe essere scortato dalla polizia fin da subito, ma questo è possibile quando si indice una manifestazione contro qualcosa con un percorso stabilito, Genova era tutta una manifestazione e una calca di B.B. neri, rossi, poliziotti infiltrati nella manifestazione, e data la conformazione delle vie a volte è difficile chiuderle tutte per impedire l' accesso a un corteo. Senza considerare il fatto che se si parla di un corteo di una certa dimensione dentro si possono schierare benissimo dall' inizio quelli che poi scateneranno le botte e se la batteranno.
      Percorri soltanto le vie indicate dall'Onore. Lotta e non essere mai vile.Lascia agli altri le vie dell'Infamia. Piuttosto che vincere per mezzo di un'infamia, meglio morire combattendo sulla strada dell'Onore. (Corneliu Z. Codreanu)

      Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale nulla lui.

      Ezra Pound

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      • Re: in coma per una sigaretta...

        Aggrediscono senza motivo due fratelli,
        processati per direttissima: già liberi
        Il giudice ha disposto la scarcerazione e solo l'obbligo di firma perché incensurati

        ROMA - Un episodio di violenza becera che, per modalità e futilità, ricorda l'episodio di Verona in cui è morto Nicola Tommasoli. È successo martedì sera in un bar a Roma. Due fratelli di 26 e 20 anni sono stati aggrediti da tre giovani senza un motivo, senza nemmeno il «pretesto» di una sigaretta negata. Uno dei feriti, il più grande, è stato ferito con un coltello alla gola ed al braccio sinistro (30 punti), mentre è andata meglio al più piccolo. I tre ritenuti responsabili dell'aggressione sono stati arrestati, ma nel pomeriggio sono tornati in libertà. Il fatto è avvenuto in via Olevano Romano, nel quartiere Prenestino.

        LA STORIA - I due fratelli erano entrati in un bar per acquistare una bottiglietta di the, ma si sono imbattuti in tre coetanei, Mirko Di Mario, Flavio Pettinari e Raffaele Fico. Questi, per l'accusa, avrebbero chiesto ai fratelli di uscire fuori dal locale e uno di essi, Di Mario, spalleggiato dagli altri due e senza alcun motivo, ha puntato il coltello alla gola ed ha urlato «ti ammazzo» al maggiore dei fratelli. Questi è stato graffiato alla gola con il coltello, ma gli è andata peggio al braccio sinistro poiché, nel tentativo di divincolarsi, ha subito un taglio saturato con 15 punti interni e 15 esterni. Gli aggressori si sono quindi avventati sul più piccolo dei fratelli, ma la reazione del più grande, benché ferito, li ha messi in fuga. Prima di scappare uno dei tre aggressori ha bucato le gomme dell'auto dei fratelli. I tre sono stati bloccati più tardi dagli agenti del commissariato Prenestino.

        IL PROCESSO - Comparsi in aula per direttissima, i tre si sono visti convalidare il fermo dal giudice monocratico in quanto ritenuti responsabili, a seconda delle posizioni, di lesioni aggravate dai futili ed abietti, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Il pm Maria Monteleone aveva chiesto l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere ed a questa richiesta si era associato il difensore delle parti offese Giuseppe Squitieri, ma il giudice, alla luce dell'incensuratezza degli imputati e del rito da loro scelto per essere giudicati, l'abbreviato, ha respinto la richiesta ed ha disposto per i tre la scarcerazione e l'obbligo di firma.
        "non sono bello come Brad Pitt,non sono ricco come Bill Gates,non sono coraggioso come Rambo ma so leccare meglio di Rin Tin Tin!!!"
        http://gt86-brz.clubitalia.forumcommunity.net/

        "one shot,one kill"

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        • Re: in coma per una sigaretta...

          Originariamente inviato da lancievolution Visualizza il messaggio
          Aggrediscono senza motivo due fratelli,
          processati per direttissima: già liberi
          Il giudice ha disposto la scarcerazione e solo l'obbligo di firma perché incensurati

          ROMA - Un episodio di violenza becera che, per modalità e futilità, ricorda l'episodio di Verona in cui è morto Nicola Tommasoli. È successo martedì sera in un bar a Roma. Due fratelli di 26 e 20 anni sono stati aggrediti da tre giovani senza un motivo, senza nemmeno il «pretesto» di una sigaretta negata. Uno dei feriti, il più grande, è stato ferito con un coltello alla gola ed al braccio sinistro (30 punti), mentre è andata meglio al più piccolo. I tre ritenuti responsabili dell'aggressione sono stati arrestati, ma nel pomeriggio sono tornati in libertà. Il fatto è avvenuto in via Olevano Romano, nel quartiere Prenestino.

          LA STORIA - I due fratelli erano entrati in un bar per acquistare una bottiglietta di the, ma si sono imbattuti in tre coetanei, Mirko Di Mario, Flavio Pettinari e Raffaele Fico. Questi, per l'accusa, avrebbero chiesto ai fratelli di uscire fuori dal locale e uno di essi, Di Mario, spalleggiato dagli altri due e senza alcun motivo, ha puntato il coltello alla gola ed ha urlato «ti ammazzo» al maggiore dei fratelli. Questi è stato graffiato alla gola con il coltello, ma gli è andata peggio al braccio sinistro poiché, nel tentativo di divincolarsi, ha subito un taglio saturato con 15 punti interni e 15 esterni. Gli aggressori si sono quindi avventati sul più piccolo dei fratelli, ma la reazione del più grande, benché ferito, li ha messi in fuga. Prima di scappare uno dei tre aggressori ha bucato le gomme dell'auto dei fratelli. I tre sono stati bloccati più tardi dagli agenti del commissariato Prenestino.

          IL PROCESSO - Comparsi in aula per direttissima, i tre si sono visti convalidare il fermo dal giudice monocratico in quanto ritenuti responsabili, a seconda delle posizioni, di lesioni aggravate dai futili ed abietti, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Il pm Maria Monteleone aveva chiesto l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere ed a questa richiesta si era associato il difensore delle parti offese Giuseppe Squitieri, ma il giudice, alla luce dell'incensuratezza degli imputati e del rito da loro scelto per essere giudicati, l'abbreviato, ha respinto la richiesta ed ha disposto per i tre la scarcerazione e l'obbligo di firma.
          Altra (se mai ne avessimo avuto bisogno) dimostrazione della ridicolaggine della "giustizia" italiana......
          Comunque ci tengo a dire che Rita Levis Montalcini è stata grande sia nel campo della scienza che nel campo della moda. (Cit.)

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          • Re: in coma per una sigaretta...

            Nicola RIP.....il 3d ormai è inzozzato......non lo facciamo chiudere x favore.....

            @benezene: invece di fare il capsico e soifista......va a pelar le patate.....poi potrai scrivere che la maggior parte degli ultras sono di destra!!! spero che ti acchiappino una bella banda di zecche.......poi mi racconti quanto sono pacifici i tuoi amici!!!

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            • Re: in coma per una sigaretta...

              Originariamente inviato da lancievolution Visualizza il messaggio
              Aggrediscono senza motivo due fratelli,
              processati per direttissima: già liberi
              Il giudice ha disposto la scarcerazione e solo l'obbligo di firma perché incensurati

              ROMA - Un episodio di violenza becera che, per modalità e futilità, ricorda l'episodio di Verona in cui è morto Nicola Tommasoli. È successo martedì sera in un bar a Roma. Due fratelli di 26 e 20 anni sono stati aggrediti da tre giovani senza un motivo, senza nemmeno il «pretesto» di una sigaretta negata. Uno dei feriti, il più grande, è stato ferito con un coltello alla gola ed al braccio sinistro (30 punti), mentre è andata meglio al più piccolo. I tre ritenuti responsabili dell'aggressione sono stati arrestati, ma nel pomeriggio sono tornati in libertà. Il fatto è avvenuto in via Olevano Romano, nel quartiere Prenestino.

              LA STORIA - I due fratelli erano entrati in un bar per acquistare una bottiglietta di the, ma si sono imbattuti in tre coetanei, Mirko Di Mario, Flavio Pettinari e Raffaele Fico. Questi, per l'accusa, avrebbero chiesto ai fratelli di uscire fuori dal locale e uno di essi, Di Mario, spalleggiato dagli altri due e senza alcun motivo, ha puntato il coltello alla gola ed ha urlato «ti ammazzo» al maggiore dei fratelli. Questi è stato graffiato alla gola con il coltello, ma gli è andata peggio al braccio sinistro poiché, nel tentativo di divincolarsi, ha subito un taglio saturato con 15 punti interni e 15 esterni. Gli aggressori si sono quindi avventati sul più piccolo dei fratelli, ma la reazione del più grande, benché ferito, li ha messi in fuga. Prima di scappare uno dei tre aggressori ha bucato le gomme dell'auto dei fratelli. I tre sono stati bloccati più tardi dagli agenti del commissariato Prenestino.

              IL PROCESSO - Comparsi in aula per direttissima, i tre si sono visti convalidare il fermo dal giudice monocratico in quanto ritenuti responsabili, a seconda delle posizioni, di lesioni aggravate dai futili ed abietti, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Il pm Maria Monteleone aveva chiesto l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere ed a questa richiesta si era associato il difensore delle parti offese Giuseppe Squitieri, ma il giudice, alla luce dell'incensuratezza degli imputati e del rito da loro scelto per essere giudicati, l'abbreviato, ha respinto la richiesta ed ha disposto per i tre la scarcerazione e l'obbligo di firma.
              poi nel caso ci scappa il morto la prossima volta???bisognerebbe aspettare fuori di casa il giudice e gambizzarlo,tanto se dovesse andar bene un altro coglione come lui da l'obbligo di firma se chi spara è incensurato...cose da pazzi,ma come si fa a star tranquilli se la legge stessa "uccide e provoca sofferenza"

              quanto a ste 3 merde,da prendere uno alla volta e fargli perdere l'uso delle mani una volta per tutte


              cit. "Nostra Signora della Santa Accelerazione non ci abbandonare ora!" (Elwood Blues,da Blues Brother)

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              • Re: in coma per una sigaretta...

                Purtroppo giò è così tu a quelle 3 merde non puoi solo tagliargli le mani......la cosa migliore???? Consegnali ai genitori del povero Nicola....e alla massa......poi ci pensano loro!!! GIUSTIZIA POPOLARE......cosa migliore non esiste di sti tempi!!!

                Commenta


                • Re: in coma per una sigaretta...

                  Originariamente inviato da lancievolution Visualizza il messaggio
                  Aggrediscono senza motivo due fratelli,
                  processati per direttissima: già liberi
                  Il giudice ha disposto la scarcerazione e solo l'obbligo di firma perché incensurati

                  ROMA - Un episodio di violenza becera che, per modalità e futilità, ricorda l'episodio di Verona in cui è morto Nicola Tommasoli. È successo martedì sera in un bar a Roma. Due fratelli di 26 e 20 anni sono stati aggrediti da tre giovani senza un motivo, senza nemmeno il «pretesto» di una sigaretta negata. Uno dei feriti, il più grande, è stato ferito con un coltello alla gola ed al braccio sinistro (30 punti), mentre è andata meglio al più piccolo. I tre ritenuti responsabili dell'aggressione sono stati arrestati, ma nel pomeriggio sono tornati in libertà. Il fatto è avvenuto in via Olevano Romano, nel quartiere Prenestino.

                  LA STORIA - I due fratelli erano entrati in un bar per acquistare una bottiglietta di the, ma si sono imbattuti in tre coetanei, Mirko Di Mario, Flavio Pettinari e Raffaele Fico. Questi, per l'accusa, avrebbero chiesto ai fratelli di uscire fuori dal locale e uno di essi, Di Mario, spalleggiato dagli altri due e senza alcun motivo, ha puntato il coltello alla gola ed ha urlato «ti ammazzo» al maggiore dei fratelli. Questi è stato graffiato alla gola con il coltello, ma gli è andata peggio al braccio sinistro poiché, nel tentativo di divincolarsi, ha subito un taglio saturato con 15 punti interni e 15 esterni. Gli aggressori si sono quindi avventati sul più piccolo dei fratelli, ma la reazione del più grande, benché ferito, li ha messi in fuga. Prima di scappare uno dei tre aggressori ha bucato le gomme dell'auto dei fratelli. I tre sono stati bloccati più tardi dagli agenti del commissariato Prenestino.

                  IL PROCESSO - Comparsi in aula per direttissima, i tre si sono visti convalidare il fermo dal giudice monocratico in quanto ritenuti responsabili, a seconda delle posizioni, di lesioni aggravate dai futili ed abietti, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Il pm Maria Monteleone aveva chiesto l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere ed a questa richiesta si era associato il difensore delle parti offese Giuseppe Squitieri, ma il giudice, alla luce dell'incensuratezza degli imputati e del rito da loro scelto per essere giudicati, l'abbreviato, ha respinto la richiesta ed ha disposto per i tre la scarcerazione e l'obbligo di firma.


                  Che tristezza
                  La qualità e quantità della nostra energia determina la qualità e la durata della nostra vita. Coltiviamola, proteggiamola, prestiamoci attenzione. E' il bene più prezioso.

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                  • Re: in coma per una sigaretta...

                    Originariamente inviato da gio#22 Visualizza il messaggio
                    poi nel caso ci scappa il morto la prossima volta???bisognerebbe aspettare fuori di casa il giudice e gambizzarlo,tanto se dovesse andar bene un altro coglione come lui da l'obbligo di firma se chi spara è incensurato...cose da pazzi,ma come si fa a star tranquilli se la legge stessa "uccide e provoca sofferenza"

                    quanto a ste 3 merde,da prendere uno alla volta e fargli perdere l'uso delle mani una volta per tutte
                    figurati se era un giudice a doversi sparare 30 punti per farsi richiudere col cavolo che stavano fuori in libertà quei 3....

                    giustizia schifosa...

                    la polizia dovrebbe massacrarli una volta presi e poi li porta dal giudice...

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                    • Re: in coma per una sigaretta...

                      Più potere a caramba e polizia.....fai un atto del genere??? Ti chiudo in una stanza 3 x 3 x 3 con 3 sbirri......che si danno il turno x gonfiarti come una mongolfiera.....poi vediamo se una volta uscito (sempre se riesci ad uscire) ti comporti ancora così.....

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